Figlia mia, vuoi tu offrirti vittima per la salvezza di quest'anima?

Ricordo ch'era un'alternazione, ora gli chiedevo il dolore dei miei peccati ed ora la crocifissione, ogni qual volta si benignava di venire, ed anche altre cose. Come una mattina mentre mi trovavo nelle solite mie sofferenze, il mio caro Gesù mi trasportò fuori di me stessa e mi fece vedere un uomo che era ucciso a colpi di rivoltella, e che allora spirava ed andava all'inferno. Oh quanta pena faceva a Gesù la per­dita di quell'anima. Se tutto il mondo sapesse quanto soffre Gesù la perdita delle anime, non dico per loro, ma almeno per risparmiare quella pena a Nostro Signore, userebbero tutti i mezzi possibili per non andare perduti eternamente.

Ora, mentre insieme con Gesù mi trovavo in mezzo alle pall[ottol]e, Gesù avvicinò le sue labbra alle mie orecchie e mi disse: «Figlia mia, vuoi tu offrirti vittima per la salvezza di quest'anima, e prendere sopra di te le pene che lui merita per i suoi gravissimi peccati?». Ed io risposi: «Signore, sono pronta, a patto però che lo salvate, e gli restituite la vita». Chi può dire le sofferenze che venivano. Furono tali e tante, che io stessa non so come mi lasciò la vita.

Ora, mentre mi trovavo in questo stato di sofferenze da più d'un'ora, venne il mio confessore per chiamarmi all'ubbidienza, e, trovandomi molto sofferente stentatamente potevo ubbidire; perciò mi domandò la ragione d'un tale stato. Io gli dissi il fatto come l'ho descritto di sopra dicendogli il punto del paese dove mi pareva che fosse successo. Il confessore mi disse che era vero il fatto, ma che lo portavano per morto; ma poi si seppe che stava malissimo, ma a poco a poco si ristabilì e vive ancora. Sia sempre benedetto il Signore!

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