[2] ANTOLOGIA di MEDITAZIONI sulla DIVINA VOLONTÀ

3ª Meditazione dal 1° e 2° Volume del Libro di Cielo

di Roberto Lorenzetto



Tutto è nelle mani di Dio! Tutto viene da Lui!

Questa è la “Verità” che supporta e tiene in piedi il mondo! Da questa, ha origine ogni altra “Verità”! Continua Gesù, sempre dal primo volume, cap.32, e sempre per farci camminare negli scritti di Luisa:

«Voglio perciò che tu stia tranquillamente fra le mie braccia ad occhi chiusi, senza guardare, né investigare quanto avviene intorno a te, perché all'opposto (se farai diversamente) perderai il tempo e mai potrai arrivare a quello stato di vita a cui sei chiamata».

Dovesse cadere anche il mondo, io so che sono sulle braccia del mio Gesù! Questo è ciò che ci chiede! Ricordiamoci che Gesù non ha chiamato solo i Santi alla santità, ma chiama tutti, uno per uno; anche noi, se lo vogliamo seguire; anche tu! Ma per noi la chiamata è speciale: ci chiama non più ad una santità umana ma ad una Santità Divina, la Sua stessa Santità!

So che sono e vivo nelle mani di Dio, quindi non mi preoccupo più di niente, farà e provvederà a tutto Lui; io voglio solo amare ed accogliere ciò che Lui desidera darmi, per me e per tutti. Le mie cose sono diventate sue e le sue cose sono diventate mie! Io mi occupo delle cose “sue” e Lui si occupa delle cose “mie”. Questo dobbiamo fare, e Lui certissimamente provvederà a ciò che, prima, era nostro!

Ma in quanti non ci fidiamo di Gesù perché abbiamo paura che ci chieda chissà quali sacrifici o quali rinunce, e questo ci spaventa?! Ci frena?!

Proviamo, allora, a farci una domanda: Se qui, ora, ci apparisse Gesù e ci facesse una promessa, saremo disposti a crederGli sulla parola, incondizionatamente? Penso proprio di sì!

Bene! Gesù ora non ci appare visibilmente, ma ci fa ugualmente sentire la sua voce facendoci una solenne promessa, dal volume 36, 25/12/1938:

«Rendere felice chi vive insieme con Me è una delle mie gioie più grandi, Io lo faccio rinascere con Me per renderlo felice!»

E alla nostra incertezza Gesù risponde così: Volume 11, 23/4/1912: «Ti amo nella luce che riempie il tuo occhio; ti amo nell'aria che respiri; ti amo nel sibilo del vento; ti amo nel calore e nel freddo; ti amo nel sangue che ti scorre nelle vene; ti amo nel palpito del tuo cuore; ti amo in ogni pensiero della tua mente; ti amo in ogni moto delle tue mani; ti amo in ogni passo dei tuoi piedi; ti amo in ogni parola (che ti esce dalla bocca)

Allora perché avere paura? Cosa temiamo? Una delle gioie più grandi per Gesù è quella di renderci felici.

Se nel nostro cuore nasce qualche dubbio su queste parole del Signore, uno dei motivi è che non siamo certi di vivere in Lui; altrimenti non si spiega.

Diamoglielo, allora, questo nostro “Sì!” nella Divina Volontà, “sì” convinto e totale, e Gesù saprà mantenere le promesse fino in fondo; stiamone certi!

«In quanto alle persone che ti circondano, non darti alcun pensiero; usa loro profondo silenzio, (superiori, marito, moglie, collega…) sii benigna e sottomessa in tutto (nella Verità); fa in modo che la tua vita, il tuo pensiero, il tuo palpito, i tuoi respiri ed affetti. siano tutti continui atti di riparazione, offrendo insieme ad essi le molestie che ti procureranno le creature, per placare la divina giustizia» (Vol. 1, cap.32).

Non conosceremo mai i meriti e le grazie che attireremo su noi e su chi ci sta vicino, vivendo come morti sulle braccia della Divina Volontà, unendo la nostra vita alla Sua: Sono immense!

Dice Luisa, Vol. 1, cap. 41: «E’ tanta l’immensità della luce di una sola parola detta da Gesù, che… se si unissero assieme i sapienti (della terra), resterebbero tutti confusi e muti davanti ad una sola Sua parola».

Gesù è la fonte, l’origine e la sede della Sapienza! Tanta è la luce che contiene la sua Parola! I nostri “sapienti” ragionando e ragionando, arrivano a rovesciare il significato della Parola di Dio (come sta avvenendo anche ai nostri giorni). Mi ha detto un amico che stava per laurearsi in Teologia: “Ho fatto un sogno, e Gesù mi ha detto: «Una laurea in terra è una bocciatura in Cielo!»” Da qui la decisione di non laurearsi più e di dedicarsi, anima e corpo, a queste Verità. D’altra parte ritorna ancora una volta la Parola di Gesù: «Ti ringrazio Padre, per avere nascosto queste cose ai potenti e ai sapienti e le hai rivelate ai piccoli, agli ignoranti!» La Parola di Dio non è cambiata e non cambierà mai, anche se l’uomo, a volte, vorrebbe mettergli in bocca parole che non ha mai dette; Gesù ciò che ha detto non lo cambierà mai: Quella è la sua Parola e quella rimarrà!

Spostiamo ora un po’ l’argomento e parliamo del sacerdozio ministeriale. Forse non tutti abbiamo il concetto ben chiaro di chi è il sacerdote nell'esercizio del suo ministero, per Gesù e l’importanza della sua opera, anche fosse il peggiore dei sacerdoti, ce lo insegna sempre nel Volume 1, cap. 50-51: «Quanto è alto, grande, eccellente e sublime il ministero sacerdotale, o Gesù, a cui è data sì eccelsa dignità, non solo di trattare con Te, così da vicino, ma anche d’immolarti all'Eterno tuo Padre, come Vittima propiziatoria di amore e di pace».

Dovremo baciare continuamente le loro mani, per questo ministero sublime!

«Oh, come a volte la Persona di Gesù occulta affatto (fa scomparire del tutto) in Sé il sacerdote, tanto da sembrare che non il sacerdote, ma Gesù stesso celebri il Divin Sacrificio… Ah, sì, la S. Messa… ci ricorda la compiuta nostra Redenzione; ci fa ricordare parte per parte, le pene che Gesù patì per noi, ingrati al suo amore infinito. Ci fa comprendere che Egli, non essendo ancor contento di morire una sola volta per noi sulla croce, istituì il sacramento perenne del Sacrificio eucaristico (Chi mai comprenderà quanto Gesù ci abbia amati e ci ama!).

La cosa più consolante che si racchiude nel santo sacrificio della Messa, è Gesù in Sacramento e la sua Risurrezione, che, in concomitanza (in contemporanea) con la sua Passione e Morte, misticamente si rinnova sui nostri altari, tante volte per quante si celebra questo sacrosanto sacrificio della Messa».

Questa è la S. Messa che ogni giorno celebriamo nelle nostre chiese, ma forse non ce ne rendiamo conto, perché non ne conosciamo il valore vero ed autentico. Spesso viene preferita o si dà più importanza ad un’ora di adorazione Eucaristica o ad un S. Rosario che alla S. Messa, questo dice quanto conosciamo il significato del Sacrificio Eucaristico.

Un’altra confidenza che Gesù fa all'anima che vuole vivere nella Divina Volontà è questa, Vol. 2, 12/4/1899: «Figlia mia, tu sei il mio tabernacolo; tanto è per Me stare nel Sacramento, quanto nel tuo cuore; anzi in te trovo una cosa in più: il poterti partecipare le mie pene e l’averti insieme con Me come vittima vivente innanzi alla divina giustizia, ciò non lo trovo nel Sacramento». Sempre se noi lo vogliamo!

Queste poche parole, contengono tanta luce, che se ne comprendessimo anche un solo piccolo raggio, impazziremo dalla gioia!

Pensiamo: C’è chi fa centinaia di chilometri, se non addirittura migliaia, per incontrare Gesù; sì, perché anche a Medjugorje si va per incontrare Gesù, attraverso sua Madre, ma si va sempre per incontrare Gesù. Questo perché si sente che si è vuoti di Dio; perché Dio è un Qualcosa, un Qualcuno distaccato da noi; non Gli viviamo insieme; siamo lontani uno dall'Altro; è per questo che sentiamo il bisogno di correre per incontrarlo; non importa quanta strada dobbiamo fare, ma Lo vogliamo incontrare. E questo è già buono, ma non è l’ottimo!

Invece per l’anima che ha dato il suo “Sì!” definitivo nella Divina Volontà, non sente questa necessità, perché quest’anima, Gesù, Lo sente in sé stessa, come sua proprietà. Dice Gesù di quest’anima, Volume 2, 26/4/1899: «Sono tanto a Me gradite le anime distaccate da tutto (da parenti, amici, beni, denaro, carismi, volontà, distaccati dalla stessa vita, perché è così che vive l’anima che vive nella Divina Volontà)… e nella misura che sanno spogliarsi, la mia luce le investe (le ricopre)… (le anime che si spogliano di tutto) credono di spogliarsi, invece vengono a vestirsi, non solo delle cose spirituali, ma anche corporali, perché la mia provvidenza ha una cura tutta particolare e speciale per queste anime distaccate: La mia provvidenza le adombra dappertutto e succede che niente hanno, ma tutto posseggono».

Dice Luisa a Gesù nel volume 11, 24/2/1912:

«Gesù, voglio essere povera povera e piccola piccola; delle stesse cose tue non voglio avere niente, meglio che le tenga Tu stesso. Voglio solo Te! E come avrò bisogno (del)le cose (che mi servono) Tu me le darai, non è vero o Gesù?»

E Gesù: «Brava! Brava alla mia figlia! Finalmente ho trovato una (creatura) che non vuole niente! Tutti vogliono qualcosa da Me, ma non vogliono il Tutto, cioè Me solo; mentre tu col non volere niente hai voluto tutto, è qui sta tutta la finezza e l’astuzia del vero amore!»

Siamo noi che abbiamo il terrore che Gesù ci tolga tutto, ma questo succede perché non Lo conosciamo! Siamo noi, che a torto, diffidiamo! Ecco perché Gesù in Matteo ci invita a non preoccuparci di niente, né del mangiare né del vestire, ma di cercare solo il Regno di Dio, che per tutto il resto sarà Suo impegno il procurarcelo, perché non ci manchi nulla; dobbiamo solo fidarci di Lui! E fidarsi vuol dire “non ragionare!

Altro argomento che Gesù ci propone è La “Fede” Chi è, e dove la si trova, questa Signora? Come si fa a possederla!!!

Volume 2, 28/2/1899: «L’anima che vive di Fede è tanto timida delle cose terrene che, per paura di essere insidiata (dalle cose terrene), neppure le degna di uno sguardo (il suo sguardo è rivolto al Cielo). La sua dimora è tanto in alto, sopra tutte le cose della terra, specialmente (è) nelle piaghe di Gesù Cristo e, dentro queste beate stanze, ella geme, piange, prega e soffre col suo Sposo Gesù, sulla condizione e miseria in cui giace il genere umano… Oh, quanto quest’anima aborrisce il peccato! Ma, insieme, compatisce gli altri e prega per chi vede che cammina per la via del precipizio; si unisce (si fonde nella Divina Volontà) con Gesù Cristo e si offre vittima a soffrire, per placare la divina giustizia e per risparmiare le creature dai meritati castighi. E se fosse necessario il sacrificio della vita, oh, quanto volentieri lo farebbe per la salvezza anche di un’anima sola».

Questa è l’anima che vive di vera Fede!

«La fede è Dio! (quindi chi più Fede ha, più possiede Dio) …Come il cibo materiale dà vita al corpo affinché non muoia… (così) la Fede vivifica, la Fede santifica, la Fede spiritualizza l’uomo (gli fa perdere il giogo alle leggi della natura umana) e gli fa tenere l’occhio (sempre) all'Ente Supremo, in modo che niente vuole conoscere delle cose di quaggiù, e se le apprende, le apprende (le conosce e le riceve) in Dio…».

(la Fede È la vita stessa della creatura che vive “in Dio”).

Questa è la pedagogia di Gesù per i figli del Divin Volere! Grande è il dono della “Fede”, quella Fede che ti fa dire nel modo più perfetto: “Gesù, pensaci Tu, io mi fido di Te! Non voglio pensare a nulla!”

Ora Gesù dice qualcosa sulla SS. Trinità, un piccolissimo cenno, ma tanto pieno di luce da illuminare le nostre anime come solo Lui sa fare:

«Il fuoco è il Padre, la luce è il Figlio, il calore è lo Spirito Santo, ma uno è il sole (sono Tre Persone uguali ma distinte, e tutte e tre formano un unico Dio), e come non si può dividere il fuoco dalla luce e dal calore, così una è la potenza (e la Volontà) del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Come il fuoco, nello stesso istante, produce la luce ed il calore, sicché non si può concepire il fuoco senza concepire la luce ed il calore, così non si può concepire il Padre prima del Figlio e dello Spirito Santo; vicendevolmente hanno tutti e tre lo stesso principio eterno».

In futuro, quando sentiremo parlare della SS. Trinità, pensiamo a queste parole: La SS. Trinità è l’esempio perfetto del vero e completo Amore; è l’esempio perfetto della vera Famiglia voluta da Dio; è l’esempio perfetto della fusione dell’amore e della Volontà fra di Loro ed è l’esempio perfetto di come dovrebbe essere la fusione della nostra volontà con quella di Dio.

Adesso Gesù parla del rapporto che deve esserci fra noi ed il confessore.

Volume 2, 2/5/1899: «Voglio che tu abbia tanta fiducia col Confessore, anche nelle minime cose, tanto che: tra Me e lui non ci deve essere nessuna differenza, e secondo la misura della tua fiducia e della fede che presterai alle sue parole, così Io vi concorrerò».

Certo, Gesù parla di un confessore che deve essere a conoscenza di questa vita di Cielo da vivere ora qui sulla terra e che tu hai abbracciato, altrimenti non vi potrete comprendere; e non ti potrà guidare come vorresti essere guidata nel cammino del “Fiat Voluntas Tua”, questo è fondamentale; e per conoscerla la Divina Volontà, il confessore, è necessario che la viva prima lui, non che ne parli soltanto.

Cambiamo ancora argomento. Quando facciamo una azione, un atto, una preghiera, spesso siamo portati a pensare che questa azione, atto o preghiera, abbiano un certo valore davanti a Dio, secondo la grandezza, il grado di difficoltà o di fervore con le quali le abbiamo fatte, ma non è proprio e sempre così: Gesù vuole farci comprendere, invece, l’importanza ed il peso che ha l’intenzione di quando facciamo i nostri atti! L’intenzione è determinante, è fondamentale; ci può portare alla santità o alla perdizione, nella gloria o nella polvere, sempre con la stessa medesima azione.

Volume 2, 7/5/1899: «Figlia mia, che sarà di tutte le opere pur buone, ma fatte senza retta intenzione (l’intenzione che vorrebbe Gesù: cioè l’Amore!), per tradizione e per fine di interesse? Quale vergogna non subiranno quelle anime che agiscono così, nel giorno del giudizio? (L’unica intenzione giusta agli occhi di Dio, dovrebbe essere “l’Amore per Lui!”)

Nel vedere tante opere, buone in sé stesse, ma marcite dalla loro intenzione, che invece di rendere loro onore… renderanno loro vergogna! Non sono le opere grandi che Io miro, (guardo), ma l’intenzione con cui si fanno: qui è tutta la mia attenzione». Perché è nell'intenzione che prendono valore le nostre azioni.

Se vi siete accorti, Gesù ci ha riportato sui banchi di scuola delle elementari della vita cristiana, e Lui è il Maestro, e ciò che insegna è degno di essere creduto e vissuto alla lettera, non pressappoco!

Volume 2, 16/5/1899: «Figlia mia, quello che guardo in un’anima è quando (e quanto) si spoglia della propria volontà, e allora la mia Volontà l’investe, la divinizza e la fa tutta mia». (Non solo nelle cose della vita quotidiana, ma anche nelle cose sante: preghiere, adorazioni, atti di pietà e di solidarietà, ecc.)

Ora Gesù fa i raggi alla nostra anima: «Vedi un po’ (osserva un pochino) queste anime che si dicono devote (o sante), fino a tanto che le cose vanno a loro modo, (secondo i loro desideri) sono contente, ma se una piccola cosa non va a loro modo, se le loro confessioni non sono lunghe… se il confessore non le soddisfa… (se quell'affare non va in porto, se vengono umiliate, se vengono toccate nel proprio orgoglio, se non la si pensa come loro), perdono la pace, (si arrabbiano) ed alcune giungono a non volere fare più niente (si bloccano). Questo dice che non è la mia Volontà che le domina, ma la loro».

Dobbiamo fare molta attenzione e pregare Gesù che ci faccia comprendere sempre qual è la nostra volontà e qual è la Sua!

Vedete, fare propri gli insegnamenti di Gesù, non è cosa di tutti i minuti e nemmeno tanto facile, ma è a questo che la creatura deve mirare; non conta il ceto sociale al quale appartiene o la carica politica, sociale o religiosa che ricopre, quello deve essere l’obbiettivo: fare propri i suoi insegnamenti. Dice infatti Gesù nel Volume 2, 19/5/1899:

«Io mi comunico sia agli umili che ai semplici, perché (questi) danno subito credenza alle mie grazie (e alle mie parole) e le tengono in gran conto, sebbene siano ignoranti e poveri».

Infatti, chi aveva Gesù sulla terra come suoi discepoli e apostoli? Ricchi? Sapienti? Dottori della legge? Tribuni? Governatori? No! Proprio nessuno di questi, il suo seguito era formato da pastori, da pescatori, da poveri e straccioni; perché? Perché questi gli avrebbero creduto subito, senza tanti cavilli e osservazioni; Gli hanno creduto e basta! Stessa cosa fa ora con le Verità sulla Divina Volontà: il laureato, il teologo, se non si spoglia della sua laurea, fa fatica a capirle, chi ha molte conoscenze, pure; Gesù cerca i semplici, i poveri in spirito, quelli che sono convinti che Gesù ha ancora voglia di parlare, gli ultimi, quelli scartati dagli altri, “quelli che sono ai crocicchi delle strade”. Quelli che il Re ha mandato a chiamare ai crocicchi delle strade, quando ha inviato i suoi servi perché si riempisse la sala per il banchetto nuziale! Questi cerca Gesù, perché questi Gli credono subito e Lo comprendono senza tanti giri di parole.

«Ma con questi altri che tu vedi (che credono di sapere tutto) Io sono molto restio (molto cauto), perché il primo passo che avvicina l’anima a Me è la credenza: onde avviene in questi tali che con tutta la loro scienza (e sapienza) e dottrina e anche santità (queste parole “dottrina e santità” credo che Gesù le usi per indicare i consacrati, i sacerdoti e tutti quelli che sono convinti di camminare sulla strada della santità umana), non provano mai un raggio di luce celeste, cioè camminano per la via naturale, (sono loro i protagonisti della loro vita) e mai giungono a toccare neppure un tantino ciò che è soprannaturale (di Divino)».

Il ragionamento è ciò di cui si fidano queste persone, se non capiscono nemmeno credono. D’altra parte in un bicchiere già colmo d’acqua, per quanta tu ne versi di nuova, non ne entra una goccia; stessa e identica cosa è per quelli che credono di sapere già tutto, loro sono già “pieni”.

Sentiamo cosa dice Gesù di queste creature che credono di sapere tutto. Nel Volume 2, 23/5/1899, scrive Luisa:

“Mi sono sentita fuori di me stessa, insieme con Gesù e (con noi) ci stavano molte altre persone. Chi ambiva la ricchezza, chi l’onore, chi la gloria e chi fin la santità e tante altre cose, ma (le ambivano, le cercavano e le desideravano) non per Dio ma per essere tenute in gran conto dalle creature. (Quante di queste situazioni ci sono nel mondo, anche fra i devoti!) Gesù rivolto a loro, tentennando la testa ha detto: «Stolti che siete! Vi state lavorando (preparando) la rete (per) come imbrogliarvi». (Vi state ingannando con le vostre mani!)

Poi rivolto a me ha detto: «Perciò, figlia mia, la prima cosa che tanto ti raccomando è il distacco da tutte le cose, perché quando l’anima si è staccata da tutto, non ha bisogno di farsi forza per stare lontana da tutte le cose della terra»”.

Distaccare il proprio cuore da tutto ciò che sa di terra, tutto! Il mondo non è di Dio, ma, per il momento, è del principe delle tenebre, quindi dobbiamo staccarci dal mondo e da tutto ciò che sa di mondo. “Ma è contro la logica!” mi si potrebbe dire, ma Dio è proprio all'opposto della logica del mondo. Dice S. Paolo nella lettera ai Filippesi: “La Patria nostra…è nei Cieli!”, non è sulla terra!

FIAT!!!