[1] ANTOLOGIA di MEDITAZIONI sulla DIVINA VOLONTÀ

Differenza fra il fare la Volontà di Dio e il vivere nella Divina Volontà

Meditazione di Roberto Lorenzetto



“Il Signore mi ha mandato ad annunciare ai poveri il lieto messaggio; a proclamare ai prigionieri la liberazione” (Lc 4,18).

Nel 14° volume, alla data 11/9/1922, Gesù dice a Luisa: Non c’è cosa che ho fatto, che non abbia per primo scopo che l’uomo prenda possesso del mio volere ed Io del suo”.

Allora il “Lieto messaggio” che Gesù è venuto ad annunciare, è questo del “vivere nella Divina Volontà”; e i “poveri” ai quali è diretto questo messaggio tutto divino, sono coloro che son davvero convinti in cuor loro di non possedere veramente nulla, che davvero sono nulla e che davvero non possono nulla: questi sono coloro ai quali si rivolge il Divin Maestro! Solo questi, perché solo questi hanno il cuore libero.

A quelli che hanno già dei “carismi” o dei “doni” particolari, il caro Gesù non si può rivolgere, perché hanno già il cuore occupato, quindi non trova il posto dove deporre questo “lieto messaggio”, perché per deporre questo lieto messaggio, Gesù vuole il cuore e l’anima tutte per Sé, da non condividere con nessun altro! Questo deve essere chiaro!!! È troppo grande questo Dono per essere da Gesù condiviso con altre cose!

E i prigionieri da liberare ai quali si rivolge nostro Signore, non sono coloro che sono nelle carceri, e nemmeno coloro che sono nel peccato, queste anime con una bella confessione sono già liberati; i prigionieri ai quali si rivolge Gesù, invece, sono coloro che vivono sotto il dominio, schiavi e prigionieri della propria volontà umana, prigionieri delle “virtù” che sono convinti di possedere, prigionieri di un “carisma”, prigionieri di una persona, fosse anche la figura di un sacerdote.

A questi, il Divin Maestro, annuncia e proclama loro la liberazione, quella vera, quella che li renderà completamente liberi da ogni vincolo umano, da sé stessi e da ogni male.

Ora sarebbe buona cosa fare un po’ di chiarezza e cercare di capire bene qual è la differenza fra il “fare la Volontà di Dio” e il “Vivere nella Divina Volontà”; c’è troppa confusione su questo punto, e questo non è un bene, perché la confusione è la migliore alleata del nemico. Ecco perché oggi mediteremo il brano dal 17° volume 18/9/1924, dove il caro Gesù spiega la sostanziale differenza fra il “fare” e il “vivere” la Divina Volontà, e così illuminarci su questo punto che è fondamentale per farci vivere quel “sia fatta la tua Volontà, come in Cielo così in terra”.

Allora, ancora una volta, vi prego di tenere aperto più il vostro cuore che la mente; se terremo il cuore aperto, aperto e ben disposto, il caro Gesù ci spiegherà e ci farà comprendere la abissale ed enorme differenza che c’è tra il fare la sua Volontà ed il vivere nella Divina Volontà. Sono due modi di vivere, completamente diversi: uno è di Cielo, l’altro è di terra.

Allora iniziamo, e con la mano nella mano di Gesù, entriamo dentro il pensiero ed il Cuore di Dio. Facciamo molta attenzione; Gesù dice:

“Il vivere nella mia Volontà è regnare in Essa e con Essa, mentre il fare la mia Volontà è stare ai miei ordini”.

Già da queste prime parole si vede chiaramente che fra i due modi di vivere c’è una distanza abissale, grandissima. Vivere nella Divina Volontà, è regnare in Essa e con Essa: cosa significa? Io creatura, insignificante, che non sono nulla, che non posso nulla, Gesù mi chiama e mi invita ad entrare dentro di Lui, per farmi entrare dentro la sua onnipotenza di Dio, che è la sua Volontà, per regnare con Lei, come Lei regna, cioè disporre, comandare, pensare, governare, tutto sempre in Lei, cioè dentro di Lei, dentro la Adorabile ed onnipotente Volontà di Dio.

“Mentre il ‘fare la mia volontà’ è stare ai miei ordini”.

Cioè, io, creatura, rimango fuori della Divina Volontà, perché non è Cosa mia, non mi appartiene.

Facciamoci una domanda: Chi pensa e dispone le cose per l’universo? Chi le guida? Chi le governa? Chi le crea? Chi le mantiene, chi dona loro la vita e la conserva?

La risposta è la VOLONTÀ DI DIO! Bene, Gesù ci chiama ad entrare in Lui, per fare noi, in Lui, ciò che Lui fa (perché Gesù è la stessa Volontà del Padre). Vale a dire REGNARE CON LUI!!!

Chi è colui che regna in un regno? È il Re! Chi è il padrone del regno? È sempre il Re! Chi è riconosciuto dal popolo del regno come sovrano del regno? Sempre il Re! Ed il RE è Gesù! Ecco, questa stessa somiglianza e ruolo Gesù intende dare all'anima che decide fermamente di vivere Nella Divina Volontà, che è regnare in Dio. In altre parole fa RE quest’anima, come è Re Lui, e come Re governa e comanda, come governa e comanda DIO, con i modi di Dio, con i tempi di Dio e nelle cose di Dio; e noi non dobbiamo dimenticare che le cose che Dio ama particolarmente, sono le cose dello spirito. Quindi è qui che viene chiamata ad operare particolarmente quest’anima fortunata.

Infatti “IL MIO REGNO NON È DI QUESTO MONDO” ha detto Gesù.

Vi sembra fantascienza? Vi sembra una favola? No! È realtà!!!

Gesù fa di quest’anima un Re, per farla regnare insieme con Lui nel suo Regno, così che questo Regno di Gesù diventa anche Il Regno della sua Creatura che vive nella sua Volontà.

Regnare con Essa, la Divina Volontà, per fare che cosa?

Gesù vuole, in Lui, farci fare tutto quello che fa Lui Dio, direi senza limitazione. È una cosa grande, grandissima, che se non si è ben fermi nella fede in Dio, potrebbe farci perdere la testa. Ma noi siamo fermi in Dio! È vero?

Il ruolo e il compito del Re è quello di provvedere alle necessità del suo regno, e a noi che vogliamo vivere nella Divina Volontà come in cielo così in terra, Gesù ci chiama con Lui e in Lui, a fare proprio questo: a provvedere a tutto ciò che è necessario al reame, al popolo del Regno, e il suo Regno è il suo cuore, con tutte le creature. Mi state seguendo? Continua Gesù:

“Il primo stato (vivere) è possedere, il secondo (fare) è ricevere le disposizioni”.

Vivere nella Divina Volontà, significa che tutto ciò che è di Dio, della sua Divina Volontà, è anche della creatura, nel senso più stretto della parola; perché Gesù in questo vivere non fa più nessuna distinzione: “ciò che è mio è tuo e ciò che è tuo, è mio”. Questo dice Gesù in un brano a Luisa, e questo avviene veramente.

Tutto mette in comune, al punto che possiamo dire “Io sono tuo, ma Tu sei mio!”

Gesù afferma in un altro brano: “Sappi che d’ora in poi vivrai con il mio Cuore, devi intendere a modo del mio Cuore, perché Io possa trovare in te le mie compiacenze. Il tuo cuore non è più tuo ma mio!”

Il secondo modo, il fare la Volontà di Dio, è ricevere i comandi da Dio, le sue disposizioni, così che io le possa eseguire fedelmente, ma non sono cose mie, non mi appartengono. In questo secondo modo di vivere, Dio è mio Padre-padrone, buono se volete, ma sempre Padre-padrone, e io sono il suo servo, il suo suddito che devo eseguire, che devo fare, per compiere davanti a Lui il mio dovere.

Il primo stato, il vivere nella Divina Volontà, è vivere da Re, perché si vive nel Re, si vive in casa sua, nella sua reggia, in Dio.

Il secondo stato, il fare la volontà di Dio, è essere al suo servizio, è essere al servizio del Re, per eseguire i suoi ordini e i suoi comandi: in questo stato non sono certo Re ma sono suo servo.

Continua Gesù: “Il vivere nel mio Volere è fare sua la mia Volontà come cosa propria, è disporre di essa (come si vuole)”.

Pare quasi una favola e sembrerebbe una eresia se non la dicesse Gesù questa cosa, ma è proprio Lui che ce la dice, quindi non è eresia, ma è verità!

Dal vol. 12 “Vivere nel mio Volere fino ad ora non lo ho manifestato a nessuno; al più hanno conosciuto l’ombra della mia Volontà, la grazia, dolcezza che il farla contiene, ma il penetrarvi dentro, abbracciare l’immensità, moltiplicarsi con me e penetrare ovunque, anche stando in terra, e in Cielo e nei cuori, deporre i modi umani e agire con i modi divini... Questo non è conosciuto ancora, tanto che a non pochi comparirà strano, e chi non tiene aperta la mente (e il cuore) alla luce della verità, non ne comprenderà un’acca”.

Vivere nella Divina Volontà è entrare letteralmente nella Divinità di Dio, è entrare nella sua Volontà Onnipotente ed Eterna, non solo per riposarsi dentro, ma per impossessarcene letteralmente per FarLa nostra: È mia, posso dire: la Volontà di Dio è mia! Significa essere in Dio e vivere in Lui la Sua stessa vita.

Significa potere decidere in Dio; potere amare con Dio e in Dio; fare tutto ciò che fa Dio, noi lo faremo con Lui perché lo faremo in Lui e Lui in noi. Dice in un brano:

“L’anima deve avere una unità perfetta alla mia Volontà, perché mai potrebbe amarmi perfettamente se non mi ama con la mia Volontà.

Anzi dico che amando con la mia Volontà, giungerà ad amare Me Stesso ed il prossimo, con il mio modo di amare”.

Non ci sono limiti per l’anima che vive nella Divina Volontà come Gesù insegna e vuole, cioè come in cielo così in terra; essa, l’anima, non chiede nulla, perché, per grazia, tutto è nelle sue mani, ella possiede tutto per Volontà di Dio.

Vi sembrerà impossibile, ma è così! Dice ancora Gesù:

Mentre il fare la mia Volontà è tenerla in conto come Volontà di Dio, non come cosa propria, né disporre di Essa come si vuole”.

“Non è cosa che mi appartiene e di conseguenza non posso usarLa come voglio”.

“È una cosa di Dio non mia, appartiene a Lui, non mi posso intromettere, non mi posso permettere di toccarla: Chi sono io per intromettermi e toccare e impossessarmi delle cose di Dio? Io sono ai suoi ordini, e come servo fedele li devo eseguire, al fine di meritarmi la ricompensa”.

Sentita la differenza? “Vivere” le cose di Dio sono mie, “fare” le cose di Dio non sono mie e le devo chiedere. Continua ancora Gesù:

“Il vivere nella mia Volontà è vivere con una sola volontà, qual è quella di Dio”.

La mia volontà, in questo stato, non avrà più vita, se non per dare vita in sé stessa alla Volontà di Dio, che, in realtà a guardare bene, non è quasi mai la mia.

La mia volontà potrà agire e operare, come opera e agisce la Volontà di Dio, non perché è lei che opera ed agisce (la mia volontà), ma perché lei ha messo tutto il suo nulla nella Volontà di Dio, la quale (Volontà Divina) prendendo così vita nella volontà della creatura, può tutto, è tutto e fa tutto. È una cosa grandissima!

E la Divina Volontà, essendo una Volontà tutta Santa, tutta Pura, tutta Pace, vivendo in quella umana e formandone una sola, non esisteranno più i contrasti fra di loro, ma tutto sarà pace perfetta, anche in quelle che saranno le burrasche più grandi della vita.

Le passioni umane tremano davanti a questa Suprema Volontà, e vorrebbero fuggire, dice Gesù, perché vedono che davanti a quella Volontà Santa che vive nella creatura, tremano anche i cieli e la terra.

Ma c’è un “passaggio obbligato” per arrivare a vivere nella Divina Volontà, come Gesù insegna: l’anima che vuole vivere questa vita tutta in Dio, per arrivare allo scopo, deve lasciare lavorare in lei la Grazia, perché, piano piano, questa la svuoti totalmente di se, condizione indispensabile per entrare e vivere questa vita in Dio: Svuotarci completamente del nostro “io”.

“Il vivere nella mia Volontà, è vivere con una sola volontà, qual è quella di Dio”.

“Invece il fare la mia Volontà è vivere con due volontà (la mia e quella della creatura), cosicché quando do gli ordini da eseguire, le mie creature sentono il peso della loro volontà, che vi mette contrasti; e nonostante che eseguano gli ordini della mia Volontà con fedeltà, sentono il peso della natura ribelle, le loro passioni ed inclinazioni... E quanti Santi (del passato) nonostante siano giunti alla perfezione più alta (umanamente parlando), sentono questa loro volontà che fa loro guerra, che li tiene oppressi, e tanti sono costretti a gridare: Chi mi libererà da questo corpo di morte? Cioè (chi mi può liberare) da questa mia volontà che vuole dare morte al bene che voglio fare?”

Queste parole del Signore, credo non abbiano bisogno di nessuna spiegazione, sono tanto chiare da fare quasi paura. La nostra volontà è sempre contraria a quella di Dio, ecco dove nascono le croci. Dice in un brano Gesù:

“Fare la Divina Volontà, è vivere degli effetti della Volontà di Dio, e questo degli effetti è una unione con Dio a intervalli, ora sì, dopo no!

Vivere nella Divina Volontà, invece, è vita e non effetti della vita, è la vita stessa, e la vita non è mai interrotta, ma è sempre continua; e chi vive nella vita significa che la possiede”.

Se la mia volontà non è una sola cosa con la Divina Volontà, accogliendola totalmente in me come vita della mia vita, le volontà rimarranno sempre due, la mia e quella di Dio, vicine, vicinissime, ma sempre divise, non fuse in una unica Volontà, e vivendo così in questo stato, i difetti, le difficoltà, le conseguenze le abbiamo appena sentite, avranno sempre la meglio su di noi. Dice Gesù:

“Il fare la mia volontà si direbbe, al paragone, un vivere da servo”.

Ed è proprio questa l’enorme differenza che passa tra il vivere nella Divina Volontà ed il fare la Volontà di Dio. Vivere nella Divina Volontà è vivere da Re, è regnare con il Re; fare la Volontà di Dio, è vivere da servo.

Vivere nella Divina Volontà, è vivere come viveva Adamo prima del peccato originale; era un piccolo dio, vestito tutto della Luce e della Grazia di Dio Creatore.

Fare la Volontà di Dio, è vivere come Adamo dopo il peccato: povero uomo! gli è caduta la corona dalla testa, e da Re che era si trova servitore di tutti.

Pensiamo, anche i più grandi Santi del passato che non hanno avuto la grazia di conoscere queste verità sulla Divina Volontà, che ora Gesù ci sta donando, hanno vissuto da servi; non conoscevano altro e questo hanno vissuto per piacere a Dio.

Comprendiamo la nostra grande fortuna? Comprendiamo quanto siamo amati da Dio?

Ora è venuto il tempo nuovo, l’ultimo tempo, quello del ritorno della vita che era nell’Eden Terrestre, il ritorno della nostra vita tutta in Dio. Ancora Gesù:

Nel primo (vivere nella Divina Volontà), ciò che è del Padre, è del figlio”.

E non può essere altrimenti, al contrario avremo un padre che non ci è Padre ma Padrone; invece Gesù ci è Padre che di più non lo può essere. E questo è il volto del Padre che Gesù ci vuole rivelare: “Nessuno conosce il Padre se non il Figlio, e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare”. Un Padre che non solo ci ama, come rivelato nel S. Vangelo, ci ama fino a dare il Suo Unico Figlio; ma un Padre che ci ama a tal punto da volerci totalmente fare vita in Lui, come è per il Suo Figlio Gesù.

Nel secondo, cioè fare la volontà di Dio, ciò che è del Padre non è del figlio, perché quello che dovrebbe essere figlio è servo, e il servo e costretto a chiedere per potere ottenere e avere, sempre se il Padrone lo vuole. Il servo vive nella casa della servitù, in compagnia di tutti gli altri servi.

Mentre il figlio vive con il Padre, con Dio, nella sua stessa casa; il figlio ha cura del Padre, Lo rallegra con i suoi baci, con le sue tenerezze, con le sue carezze, e mai rifiuterebbe di vivere la sua Volontà, il figlio comanda ai servi come se a comandare fosse lo stesso padre, come fosse lo steso Dio.

Il servo vive per la ricompensa del suo Padrone; il figlio dispone e possiede tutti i beni del Padre e vive solo per il Padre. Il servo viaggia a piedi, sotto la pioggia, sotto la bufera, al freddo; il figlio viaggia con la carrozza, potremo dire con la fuoriserie del Padre. Se i servi non servono il Padrone non hanno nessun diritto alla ricompensa; mentre il figlio non deve fare nulla per avere, perché ciò che è del Padre è già anche del figlio, è anche suo.

E Gesù sottolinea: Nessuna legge, né celeste, né terrestre, può annullare questi diritti del figlio; come nessuna legge né celeste, né terrestre può sciogliere, svincolare la figliolanza tra il Padre e il figlio.

Figlia mia, il vivere nella mia Volontà è il vivere che più si avvicina ai beati del cielo, ed è tanto distante da chi semplicemente vive ed è uniformato alla mia Volontà, e la fa eseguendone fedelmente gli ordini, quanto è distante il cielo dalla terra, quanta distanza passa tra figlio e servo, tra Re e suddito”.

La valle di lacrime, che è questo basso mondo, come lo chiama Gesù, non esisterà più per i figli del Divin Volere, questa valle di lacrime sarà tale per i servi che continueranno a fare la Volontà di Dio. Ma per i suoi figli, i figli legittimi del Divin Volere, Dio abbasserà il paradiso fino a terra, per farci entrare e vivere fin da ora la vita dei beati del cielo. Non si tratta di figli di serie A o serie B, ma dell’intensità dell’amore di Dio. Dice Gesù:

“Questo è un dono che voglio fare in questi tempi tristi, voglio che non solo facciano la mia Volontà, ma che la posseggano”.

POSSEGGANO! RICORDIAMOLO QUESTO TERMINE: POSSEGGANO!!!

Questo è “non” un desiderio di Dio, ma “il desiderio” di Dio. È per questo che Dio ha creato la macchina dell’universo con tutto ciò che contiene, solo per questo.

È per questo che Dio ha creato l’uomo, per questo e solo per questo; e il suo Cuore non sarà felice se prima non avrà ottenuto il suo scopo, cioè CHE NOI FACCIAMO NOSTRA LA SUA VOLONTÀ. Chi ha il coraggio di rifiutarla?

Qualcuno potrebbe obbiettare: ma perché oggi sì e nel passato no! Ma Gesù risponde:

“Non sono forse Io padrone di dare ciò che voglio, quando voglio e a chi voglio? Non è padrone un signore di dire ad un servo: ‘Vivi in casa mia, mangia, prendi, comanda come un altro Me stesso’? E per fare che nessuno possa impedire al servo il possesso dei suoi beni, il signore si legittima (non adotta) questo servo come figlio, e gli dà il diritto e il possesso delle cose sue.

Se ciò può fare un ricco, molto più lo posso fare Io”.

“Questo vivere nel mio Volere è il dono più grande che voglio fare alle creature. La mia bontà vuole sempre più sfoggiare in amore verso le creature, ed avendo loro dato tutto, né avendo più che dare loro per farmi amare, voglio fare loro dono della mia Volontà, affinché possedendola apprezzino ed amino il gran bene che posseggono”.

Quanto dovremo essere felici per questa decisione che Dio Padre ha preso nei nostri confronti! Nessuno Lo ha obbligato a donarci la sua Adorabile Volontà, come vita nostra. Solo la foga straripante del suo Amore per me, per te, per ognuno di noi, Lo ha fatto decidere di farci questo dono. Quanto siamo fortunati e beati!!!

Quanto dobbiamo rallegrarci per essere fra gli eletti di Dio!!!

A Luisa che vedeva Gesù ogni giorno, Gesù ha detto: “Non sai la grazia che ti ho fatto per averti ammessa alle conoscenze della Mia Divina Volontà!” Non perché Lo vedeva ogni giorno, ma perché la aveva ammessa alle conoscenze sulla Divina Volontà. E questo lo ripete anche ora, adesso, ad ognuno di noi: “Non sai quanto sei fortunato e graziato per avermi aperto il tuo cuore, perché possa deporvi dentro queste Verità sulla mia Volontà. È la mia vita stessa!”

Quante volte però Gesù, ed è spesso, è costretto a soffocare il suo amore, a frenare il suo entusiasmo di donare questo suo dono meraviglioso: Tante, tante creature, troppe gli tengono il cuore chiuso, preferendo fare la propria volontà; facciamo di non essere fra questi anche noi. Gesù conclude:

“Non ti meravigliare se vedi che non capiscono; per capire dovrebbero disporsi al più grande dei sacrifici, qual è quello di non dare vita, anche nelle cose sante, alla propria volontà. Allora sentirebbero il possesso della mia, e toccherebbero con mano che significa vivere nel mio Volere”.

“Quando le anime avranno capito il gran bene che viene loro dal vivere nel mio Volere Divino, il sacrificio totale di tutto, per loro sarà un onore, sarà desiderato, voluto e sospirato”.

Cosa ci può dire di più il caro Gesù per convincerci a donarGli la nostra volontà, per fare vita nella Sua? Ora sta a noi scegliere e decidere.

Fiat!!!