[1] ANTOLOGIA di MEDITAZIONI sulla DIVINA VOLONTÀ

La necessità della continuazione degli atti

Meditazione di Roberto Lorenzetto



Se fossero le ore 24, nel bel mezzo della notte, e pretendessi di vedere il sole che sorge, sarei un povero illuso, sarei uno stolto, sarei nell'errore più completo e totale; ricordiamoli questi aggettivi, perché dopo ci verranno buoni. A quest’ora di mezzanotte, sono nell'impossibilità più assoluta di vedere il sole che sorge.

Non è possibile!!! Nel modo più assoluto non è possibile!!!

Devono per forza passare tutte le altre ore, tutte le ore fino all'ora dell’alba, fino a quell'ora durante la quale il sole spunterà all'orizzonte per poi alzarsi alto nel cielo, perché io lo possa vedere spuntare. È d’obbligo che sia così.

È l’ordine che Dio Creatore ha dato a tutte le cose: Devono trascorrere tutte le ore che mancano, senza saltarne nessuna, per poter arrivare a quell'ultima ora durante la quale il sole sorgerà all'orizzonte. Non sorgerebbe mai il sole se a trascorrere fosse soltanto l’ultima ora, e le altre ore che la precedono non trascorressero prima di lei.

Devono trascorre prima l’una, le due, le tre, le quattro, le cinque, ed ecco finalmente, quasi che le ore trascorse fossero coloro che annunciano il sorgere del sole, ecco finalmente l’ora durante la quale il sole sorge bello e splendente.

Sì! È stata l’ultima ora che ha visto sorgere il sole, ma se prima non la avessero preceduta tutte le altre ore, il sole non avrebbe mai potuto sorgere e splendere in cielo; sarebbe come se non avesse avuto il consenso per sorgere. Questo è quello che accade davanti a Dio, quando Lo preghiamo per avere qualsiasi grazia o dono, di qualsiasi natura, materiale o spirituale che sia. Sentite cosa dice il Maestro Divino (Vol.24 – 20/5/1928):

“Gli atti sono come le ore che formano il giorno e la notte, ogni ora tiene il suo posto, alcune ore formano la sera, altre la notte fitta, altre ore l’alba, altre lo spuntare del sole, altre il pieno giorno, e se è l’ora di mezzanotte, invano è volere vedere che spunta il sole, è necessario che venga l’alba almeno per vagheggiare (per avere la possibilità di vedere) il vicino giorno, per vedere la maestà del sole, che con il suo impero di luce, mette in fuga le tenebre, mettendo termine alla notte, imperla e fa risorgere la natura, nella sua luce e nel suo calore, plasmando tutto con i suoi benefici effetti.

Ora è forse l’alba che tiene tutto l’onore (tutto il merito) di fare splendere il sole? Ah! No! Essa è stata l’ultima ora, ma se le altre ore non la avessero preceduta, mai poteva dire l’alba: Io sono colei che ha chiamato (e fatto sorgere) il giorno”.

L’ultima ora, l’ora dell’alba, è quella che ha visto spuntare e sorgere il sole, ma lo ha potuto fare, perché si è, per così dire, potuta appoggiare alle altre ore che l’hanno preceduta; da sola non avrebbe potuto fare proprio nulla. Quindi è stata la continuazione delle ore, la successione di un’ora dopo l’altra, che ha portato al sorgere del sole nel cielo.

Stessa e identica cosa accade quando chiediamo una grazia, un dono, un favore a nostro Signore. Ecco perché prima vi avevo detto di tenere bene a mente quegli aggettivi: illuso, stolto e nell'errore, perché è quello che accade quando ci rivolgiamo a Dio Padre chiedendo una grazia e pretendiamo, o almeno speriamo, che ci esaudisca subito o quasi: stolti, illusi, poveri di fede. Noi preghiamo nostro Signore, Lo supplichiamo anche con fede, diciamo; lo facciamo una, due, tre volte, e poi quasi pretendiamo che ci conceda la grazia che Gli abbiamo chiesto: ancora stolti, illusi e poveri di fede. Pretendiamo quasi di essere noi a comandare Dio; è una assurdità!

Vedete, dobbiamo sapere che Dio Creatore, ha stabilito l’ordine di ogni cosa e su ogni cosa, sia nell'ordine naturale, che spirituale, che nell'ordine soprannaturale.

Egli è Dio: è nelle sue mani ogni cosa, e per questo Egli ha già stabilito il numero delle preghiere, delle suppliche, che Gli dobbiamo fare, e la qualità di queste preghiere e suppliche, per concederci i doni, e poter così ricevere la grazia che Gli abbiamo chiesto.

Attenzione! A questo punto qualcuno potrebbe farsi delle false illusioni: le grazie che dobbiamo chiedere a Dio, devono essere quelle stesse grazie che Lui Stesso desidera e vuole donarci; anzi è più giusto dire che ha nel suo disegno di Dio di donarci, e non diverse da quelle grazie; se fossero diverse sarebbero nostri capricci e non Grazie.

E per queste grazie che noi Gli chiediamo, Dio ha già stabilito il numero delle preghiere e dei sacrifici che dobbiamo fare e vivere, perché Lui ce le doni; preghiere d’amore, e sacrifici di lode. Così, se queste preghiere e sacrifici stabiliti da Dio non vengono fatti e vissuti, tutti, la grazia che abbiamo chiesto non arriverà, devono essere fatti fino all'ultimo stabilito, poi arriverà, a Dio piacendo, la grazia.

Le grazie di Dio, sono tutti doni, doni preziosissimi, e perché sono preziosissimi, Gesù, di giustizia, stabilisce la quantità d’amore con il quale le dobbiamo chiedere, e solamente dopo l’ultimo atto d’amore, dopo l’ultima preghiera stabilita, Dio ci donerà la sua grazia, che non è altro che il Suo ricambio d’amore per noi.

Forse, ora comprendiamo perché molte volte, non sempre, chiediamo grazie e non le riceviamo, anche dopo tante suppliche, tante preghiere e adorazioni: perché il numero stabilito da Dio non è ancora completo, ne manca ancora qualcuna a quelle che sono state stabilite, o forse quella grazia non è addirittura nel suo disegno per noi.

Poi un giorno, per un’ultima preghiera, magari più piccola delle altre che abbiamo fatto, arriva finalmente la grazia; ma non è stata quell'ultima preghiera ad ottenerla, ma vi hanno concorso, e guai se non ci fossero state, tutte le altre preghiere che l’hanno preceduta. L’ultima preghiera fatta è quella che ha visto arrivare la grazia, ma non l’unica che ne ha il merito, se così si può dire. Essa vi ha concorso in compagnia, in collegamento strettissimo, con tutte le altre che l’hanno preceduta.

Continua Gesù:

“Tu devi sapere che tutto è stabilito dall'Ente Supremo, preghiere, atti, pene, sospiri, che deve fare la creatura per ottenere ciò che NOI STESSI VOGLIAMO DARLE ed essa sospira di ricevere. Sicché se questi atti non vengono compiuti, non spunta da Noi (la sospirata grazia). Perciò molte volte che si fanno tanti atti e preghiere, e nulla si ottiene, poi per un atto piccolo, sospiro e preghiera si ottiene ciò che tanto si sospirava. Forse è stato l’ultimo atto che ha ottenuto il rescritto (il ricevimento) della grazia? Ah, no! È stata la continuazione di tutti gli atti e preghiere, e se si vede che si ottiene con quest’ultimo atto, è perché ci voleva al numero da Noi stabilito”.

Ora se tutto questo è indispensabile e avviene per una grazia “comune”, se così si può dire, anche se non è il termine più appropriato, molto più sarà per ottenere, o meglio, per avere il Regno della Divina Volontà nella nostra vita.

Anche nella Redenzione avvenne la stessa cosa: Dopo la promessa del Padre Celeste fatta ad Adamo, passarono secoli e secoli, e la Redenzione non veniva. Questo si può paragonare a come se tutti i Patriarchi e i Profeti, il popolo eletto, fossero state come le ore della notte che da lontano sospiravano il Redentore, ma loro non Lo videro.

Erano come le ore della notte, che precedevano l’ora dell’alba che avrebbe visto la nascita di Gesù, Redentore e Sole Divino.

Alla fine venne il giorno dell’alba con la Celeste Regina, che poggiandosi sulle ore notturne dei Profeti, dei Patriarchi e del popolo eletto d’Israele, portò sulla terra il Sole del Divin Redentore. Dice infatti Gesù:

“Così successe nella Redenzione, per tanti secoli la Redenzione non venne, perché i Patriarchi e i Profeti si trovavano con i loro atti come nelle ore notturne, e da lontano sospiravano il giorno (che doveva venire). Come venne la Vergine Regina, formò l’alba, ed abbracciando tutte insieme le ore notturne fece spuntare il giorno del Verbo sulla terra, e la Redenzione venne compiuta”.

Ora per l’avvento del Regno della Divina Volontà nel cuore della creatura umana, Dio Padre Creatore, ha disposto la medesima procedura, la medesima strada: Saranno necessari gli atti continui e le preghiere sufficienti a compierne il numero stabilito da Dio Padre, per potere deporre il Suo Dono del “FIAT DIVINO” nella creatura.

Se questi atti non ci saranno tutti, fino all'ultimo che Dio ha stabilito nel suo infinito Amore, perché è per questo Amore che ne ha stabilito il numero, non ci sarà l’alba del Regno della Divina Volontà nel cuore dell’uomo. Ogni atto compiuto e vissuto nella Divina Volontà, sarà una voce che senza tregua, chiamerà a vita nella creatura il “Fiat Divino” regnante.

Ogni preghiera nella Divina Volontà, ogni respiro, ogni parola, ogni passo, ogni palpito, ogni battito di ciglia, tutti gli atti, sono mattoncini che uniti fra di loro formano la piattaforma, dove Dio poggia nell'anima del figlio del suo Cuore, il Regno della Divina Volontà.

Ogni atto vissuto nella Divina Volontà, è come un minuto di quel tempo necessario per fare arrivare l’ultimo minuto che sarà quello che darà l’annuncio dell’avvento del Regno del “FIAT DI DIO”, come dono nel nostro cuore.

Tutti gli atti hanno la loro importanza determinante, importanza assoluta; non ve ne è uno che valga meno di un altro; pensate che se ne mancasse anche solo uno degli atti stabiliti dal disegno di Dio, il Regno della Divina Volontà non scenderebbe dal cuore di Dio per vivere e regnare nel cuore della creatura. Tutti gli atti sono necessari ed indispensabili, per questo c’è la assoluta necessità che gli atti siano continui; solo in questo modo il tempo che il Regno del Divin Volere regni nei nostri cuori sarà abbreviato. Dice Gesù:

“Onde se tu vuoi ricevere il Regno del Divin Volere, non ti arrestare (dal fare i tuoi atti), altrimenti mancando la lunga catena degli atti, che giunge fino al trono di Dio, non otterrai ciò che tu vuoi e Noi vogliamo dare.

Gli atti sono come le ore che formano il giorno e la notte, ogni ora tiene il suo posto, alcune ore formano la sera, altre la notte fitta, altre ore l’alba, altre lo spuntar del sole, altre il pieno giorno, e se è l’ora di mezzanotte, invano è volere vedere che spunta il sole, è necessario che venga l’alba almeno per vagheggiare (per intravedere) il vicino giorno, per vedere la maestà del Sole, che con il suo impero di luce, fuga (fa scomparire) le tenebre e mettendo termine alla notte, impetra e fa risorgere tutta la natura nella sua luce e nel suo calore, plasmando tutto ciò con i suoi benefici effetti.

Ora è forse l’alba che tiene tutto l’onore (il merito) di fare spuntare il Sole? Ah no! Essa è stata l’ultima ora, ma se le altre non l’avessero preceduta mai poteva dire l’alba: Io sono colei che chiama il giorno”.

Ecco, questo è l’invito, l’esortazione, quasi un dolce comando d’Amore del Divin Maestro, affinché la nostra vita non sia altro che un atto continuato ed ininterrotto di Volontà Divina vissuta, ed abbreviare così il tempo dell’arrivo del Dono.

È solo così, in questo vivere ininterrottamente nella Divina Volontà, che verrà presto il momento nel quale Dio deporrà definitivamente dentro di noi il Dono come nostro, nostra proprietà, e non più come prestito temporaneo. È proprio questo lo stato di vita alla quale Gesù ci chiama.

In realtà Lui chiama tutti, tutte le creature; in tutti i cuori Lui passa e bussa per farsi aprire, ma purtroppo sono pochi, molto pochi coloro che Gli aprono le porte della loro vita per farlo regnare quale RE incontrastato, e tengono chiuso il loro cuore, coltivando, dentro di esso, la vita della propria volontà umana.

Sì! Diciamo che glielo apriamo questo nostro cuore e questa nostra vita, ma lo facciamo solo con le parole, in realtà è la nostra volontà umana che facciamo vivere in noi e che nutriamo quotidianamente, tenendo la Volontà di Dio alla porta della nostra vita, fuori, come se fosse una estranea, e non come la Regina e Madre nostra come in realtà è.

Una precisazione molto, molto importante, prima di terminare questa meditazione: Dio nella sua giustizia, come abbiamo sentito prima, ha stabilito gli atti e le preghiere che dobbiamo vivere per ottenere una grazia dal Suo Cuore, ma, c’è un “ma”, questa è la meraviglia: per l’anima che vive già nella Divina Volontà come Gesù insegna, cioè come in cielo così in terra, cioè che ha già il Dono come suo possesso; per questa anima non ci saranno più i tempi, non ci sarà più il numero di atti e di preghiere per ottenere la grazia che desidera; in queste anime, dice Gesù, risiede la fonte delle grazie, e non devono chiedere più nulla, perché qui, in queste anime, dice, “Ciò che è Mio è loro, e ciò che è loro è Mio”.

Affrettiamoci perciò ad entrare in questo Regno di Dio, e Dio stesso sarà nostro, come Lui tanto desidera essere. È qui che Dio sarà pienamente felice e noi saremo totalmente felici in Lui.

FIAT!!!