Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.

Gesù in mezzo ai soldati

DODICESIMA ORA

dalle 4 alle 5 del mattino


Preghiera di Preparazione

O Signor mio Gesù Cristo, prostrata alla tua divina presenza, supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh! dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre ora medito la Dodicesima Ora, dalle 4 alle 5 del mattino.

E per quelle che non posso meditare, ti offro la volontà che avrei di farle, e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.

Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa in­tenzione, e fa che sia di profitto per me e per molti come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare. Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della preghiera mi chiami all’unione con te, e per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo amore; e stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio.


Gesù in mezzo ai soldati

Vita mia dolcissima, Gesù, mentre dormivo stretta al tuo cuore, spesso spesso mi sentivo pungere dalle spine che pungono il tuo santissimo cuore. E volendo svegliarmi perché tu abbia una almeno che noti tutte le tue pene e ti compatisca, mi stringo più forte al tuo cuore, e, sentendo più al vivo le tue punture, mi sveglio. Ma che vedo? Che sento? Vorrei nasconderti nel mio cuore per espormi in vece tua e ricevere su di me pene così dolorose, insulti ed umiliazioni così indicibili. Ma solo il tuo amore poteva sostenere tanti oltraggi. Mio pazientissimo Gesù, che cosa potevi sperare da gente così inumana?

Già vedo che si prendono gioco di te. Ti coprono il volto di densi sputi, la luce dei tuoi begli occhi resta coperta di sputi; e tu, mandando fiumi di lacrime per la no­stra salvezza, spingi dai tuoi occhi quegli sputi. E i tuoi nemici, non essendo il loro cuore capace di vedere la luce dei tuoi occhi, tornano di nuovo a coprirli di sputi.

Altri, facendosi più bravi nel male, ti aprono la dolcissima bocca e te la riempiono di sputi fetenti, tanto che loro stessi ne sentono la nausea. E siccome quegli sputi scendono e mostrano in parte la maestà del tuo volto e la tua sovrumana dolcezza, si sentono rabbrividire e si vergognano di sé stessi; e per essere più liberi ti bendano gli occhi con uno straccio vilissimo, in modo da potersi del tutto sfrenare sulla tua adorabile persona. Sicché ti battono senza pietà, ti trascinano, ti pestano sotto i piedi e ripetono i pugni, gli schiaffi sul tuo volto e sulla testa, graffiandoti e tirandoti per i capelli, e ti sbalzano da un punto all’altro.

Gesù, Amor mio, il cuore non regge vedendoti in tan­te pene. Tu vuoi che noti tutto, ma io mi sento che vorrei coprirmi gli occhi per non vedere scene così dolorose che fanno strappare il cuore da ogni petto, ma l’amore per te mi costringe a guardare che ne è di te. E vedo che non fiati, che non dici una parola per difenderti, che stai in mano a questi soldati come uno straccio e possono fare di te quello che vogliono, e, vedendoli saltare sopra di te, temo che tu muoia sotto i loro piedi.

Mio Bene e mio Tutto, è tanto il dolore che sento per le tue pene, che vorrei dare grida così forti da farmi sen­tire su nel cielo, e chiamare il Padre, lo Spirito Santo e gli angeli tutti, e qui in terra, da un punto all’altro, chia­mare per prima la dolce Mamma e tutte le anime che ti amano, in modo che, formando cerchio attorno a te, impediamo a questi insolenti soldati di avvicinarsi a te per insultarti e tormentarti ancora. Ed insieme con te riparia­mo tutte le specie di peccati notturni, soprattutto quelli commessi dai settari sulla tua sacramentale persona durante la notte, e tutte le offese delle anime che non si mantengono fedeli nella notte della prova.

Ma vedo, insultato mio Bene, che i soldati, stanchi e ubriachi, vorrebbero riposarsi; ed il povero mio cuore, oppresso e lacerato da tante tue pene, non vuol restare solo insieme con te, sente il bisogno di un’altra compagnia.

Deh! Dolce Mamma mia, sii tu la mia inseparabile compagnia, abbracciamo insieme Gesù per consolarlo. O Gesù, insieme con la Mamma ti bacio e benedico, e con lei prenderò il sonno dell’amore sul tuo adorabile cuore.


Riflessioni e Pratiche

Gesù in quest’ora è in mezzo ai soldati con animo im­perturbabile, con costanza ferrea. Da quel Dio che è, soffre tutti gli strapazzi che i soldati gli fanno, e li guarda con tanto amore, da sembrare che li inviti a dargli più pene.

E noi, nelle ripetute sofferenze, siamo costanti, oppure ci lamentiamo, c’infastidiamo, perdiamo la pace, quella pace del cuore necessaria per fare che Gesù possa trovare in noi una felice dimora?

La fermezza è quella virtù che fa conoscere se Dio re­gna veramente in noi. Se è vera virtù la nostra, saremo fermi nella prova con una fermezza, non a periodi, ma sempre eguale a sé stessa, ed è questa sola fermezza che ci dà la pace. Come più ci rendiamo fermi nel bene, nel patire e nell’operare, così veniamo ad allargare il campo intorno a noi, dove Gesù allargherà le sue grazie. Sicché, se noi saremo incostanti, piccolo sarà il nostro cam­po, e Gesù poco o nulla potrà spaziarsi. Se invece noi saremo fermi e costanti, trovando Gesù il campo molto esteso, troverà in noi il suo appoggio e sostegno, e dove distendere le sue grazie.

Se vogliamo che il nostro amato Gesù riposi in noi, circondiamolo della stessa fermezza con cui operava per la salvezza delle anime nostre. Egli così difeso starà nel nostro cuore in dolce riposo.

Gesù guardava con amore quelli che lo maltrattavano. E noi, guardiamo con lo stesso amore quelli che ci offendono? E l’amore che mostriamo loro è tanto, da far che sia voce così potente per i loro cuori da convertirli a Gesù?

Mio Gesù, Amore senza confine, dammi questo amore e fa che ogni pena chiami anime a te.


Preghiera di Ringraziamento

Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuta. Mi parve di vederti angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime. Ho cercato di seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni, sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.

Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti. Grazie e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza e offesa che hai sopportato. Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un Grazie e un Ti benedico.

Deh, o Gesù, fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!

Deh, o Gesù, stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso di te! Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai tu stesso per me. Ed io, fin d’ora, lascio i miei pensieri in te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gl’insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.

Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni, resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te, non è vero? I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con te. Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all'unione con te.

Deh, mio Gesù! Dammi il bacio del divino amore, abbracciami e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.