Le 24 Ore della Passione di N.S.G.C.

Terza ora di agonia sulla croce

VENTIDUESIMA ORA

dalle 2 alle 3 del pomeriggio


Preghiera di Preparazione

O Signor mio Gesù Cristo, prostrata alla tua divina presenza, supplico l’amorosissimo tuo cuore che voglia ammettermi alla dolorosa meditazione delle 24 ore, in cui per nostro amore tanto volesti patire nel corpo adorabile e nell’anima tua santissima fino alla morte di croce. Deh! dammi aiuto, grazia, amore, profonda compassione e intelligenza dei tuoi patimenti, mentre ora medito la Ventiduesima Ora, dalle 2 alle 3 del pomeriggio.

E per quelle che non posso meditare, ti offro la volontà che avrei di farle, e intendo intenzionalmente meditarle in tutte le ore che sono costretta o ad applicarmi ai miei doveri o a dormire.

Accetta, o misericordioso Signore, la mia amorosa in­tenzione, e fa che sia di profitto per me e per molti come se effettivamente e santamente eseguissi quanto desidererei praticare. Intanto grazie ti rendo, o mio Gesù, che per mezzo della preghiera mi chiami all’unione con te, e per piacerti di più, prendo i tuoi pensieri, la tua lingua, il tuo cuore, e con questo intendo pregare, fondendomi tutta nella tua Volontà e nel tuo amore; e stendendo le braccia per abbracciarti, poggio la mia testa sul tuo cuore ed incomincio.


Terza ora di agonia sulla croce

 [Quinta parola: “Ho sete!”]

O mio Crocifisso moribondo, abbracciata alla croce, sento il fuoco che brucia tutta la tua santissima persona; il cuore ti batte sì forte che, sollevandoti le costole, ti tormenta in modo sì straziante e orribile, che tutta la tua santissima umanità subisce una trasformazione da renderti irriconoscibile. L’amore da cui è avvampato il tuo cuore tutto ti dissecca e brucia; e tu, non potendo contenerlo, senti forte il tormento, non solo della sete corporale, per lo spargimento di tutto il tuo sangue, ma molto più della sete ardente della salute delle anime nostre. Tu, come acqua vorresti beverci per metterci tutti in salvo dentro di te. Perciò raccogliendo le tue affievolite forze, gridi:

“Ho sete!”.

Ah! Questa voce la ripeti ad ogni cuore:

“Ho sete della tua volontà, dei tuoi affetti, dei tuoi desideri, del tuo amore; acqua più fresca e dolce non puoi darmi che la tua anima. Deh, non farmi bruciare! Ho se­te ardente, per cui non solo mi sento bruciare la lingua e la gola, tanto che non posso più articolare parola, ma mi sento anche disseccare il cuore e le viscere. Pietà della mia sete, pietà!”. E come delirante per la gran sete, ti abbandoni alla Volontà del Padre.

Ah! Il mio cuore non può più vivere nel vedere l’em­pietà dei tuoi nemici che, invece di acqua, ti danno fiele e aceto, e tu non li rifiuti. Ah! Comprendo: è il fiele di tante colpe, è l’aceto delle nostre passioni non domate che vogliono darti e che, invece di ristorarti, ti bruciano di più.

O mio Gesù, ecco il mio cuore, i miei pensieri, i miei affetti, ecco tutto il mio essere, affinché ti disseti e dia un ristoro alla tua bocca arsa ed amareggiata. Tutto quello che ho, tutto quello che sono, tutto è per te, o mio Gesù. Se fossero necessarie le mie pene per poter salvare anche una sola anima, eccomi, io son pronta a tutto soffrire: a te io mi offro interamente, fa di me ciò che a te meglio piacerà.

Intendo riparare il dolore che tu soffri per tutte le ani­me che si perdono e la pena che ti danno quelle, alle quali, mentre tu permetti le tristezze, gli abbandoni, esse invece di offrirli a te, come ristoro alla cocente sete che ti divora, si abbandonano a se stesse e così ti fanno penare di più.

[Sesta parola: “Tutto è consumato!”]

Morente mio Bene, il mare interminabile delle tue pe­ne, il fuoco che ti consuma e più che tutto il Volere Supremo del Padre, che vuole che tu muoia, non ci fanno più sperare che tu possa continuare a vivere. Ed io, come potrò vivere senza di te? Già le forze ti mancano, gli occhi si velano, il volto si trasforma e si copre di pallore mortale, la bocca è semiaperta, il respiro affannoso ed interrotto, tanto che non vi è più speranza che ti possa rianimare. Al fuoco che ti brucia, sottentra un gelo ed un sudore freddo che ti bagna la fronte. I muscoli e i nervi si contraggono sempre di più per l’acerbità dei dolori e per le trafitture dei chiodi, le piaghe si squarciano ancora; ed io tremo, mi sento morire. Ti guardo, o mio Bene, e vedo scendere dai tuoi occhi le ultime lacrime, foriere della vicina morte, mentre a stento fai sentire ancora una parola:

“Tutto è consumato!”.

O mio Gesù, già tutto hai esaurito, altro non ti resta, l’amore è giunto al suo termine. Ed io, mi son consuma­ta tutta del tuo amore? Qual ringraziamento non dovrò io renderti, qual non dovrà essere la mia gratitudine per te?

O mio Gesù, intendo riparare per tutti, riparare le incorrispondenze al tuo amore, e consolarti degli affronti che ricevi dalle creature mentre ti stai consumando d’amore sulla croce.

[Settima parola: “Nelle tue mani, o Padre, raccomando lo spirito mio!”]

Mio Crocifisso spirante Gesù, già stai per dare gli ultimi aneliti della vita mortale, la tua santissima umanità è già irrigidita, il cuore sembra che più non ti batte.

Con la Maddalena mi abbraccio ai tuoi piedi, e vorrei, se fosse possibile, dare la mia vita per animare la tua.

Intanto, o Gesù, vedo che riapri i tuoi occhi moribondi e guardi intorno alla croce, come se volessi dare l’ul­timo addio a tutti. Guardi la tua morente Mamma che non ha più moto e voce, tante sono le pene che sente, e dici:

“Addio, Mamma, Io parto, ma ti terrò nel mio cuore; tu abbi cura dei miei e dei tuoi figli”.

Guardi la piangente Maddalena, il fido Giovanni, e con i tuoi sguardi dici loro:

“Addio”.

Con amore guardi gli stessi tuoi nemici, e con i tuoi sguardi dici loro:

“Io vi perdono, vi do il bacio di pace”.

Al tuo sguardo niente sfugge, da tutti ti licenzi e perdoni a tutti. Poi raccogli tutte le tue forze e con voce for­te e tonante gridi:

“Padre, nelle tue mani raccomando lo spirito mio!”.

E chinato il capo, spiri...

[La morte di Gesù]

Mio Gesù, a questo grido la natura tutta si sconvolge e piange la tua morte, la morte del suo Creatore. La terra trema forte e, col suo tremito, par che pianga e voglia scuotere gli animi a riconoscerti per vero Dio. Il velo del tempio si squarcia, i morti risorgono, il sole, che fin ora ha pianto le tue pene, ha ritirata con orrore la sua luce. I tuoi nemici a questo grido s’inginocchiano, si percuotono il petto e dicono:

“Veramente costui è il Figlio di Dio!”.

E la tua Madre, impietrita e morente, soffre pene più dure della morte.

Morto mio Gesù, con questo grido tu metti anche noi tutti nelle mani del Padre, perché non ci rigetti. Perciò gridi forte non solo con la voce, ma con tutte le tue pene e con le voci del tuo sangue:

“Padre, nelle tue mani metto il mio spirito e tutte le anime!”.

Mio Gesù, anch’io mi abbandono in te; dammi grazia di morire tutta nel tuo amore, nel tuo Volere, e ti prego di non permettere mai, né in vita né in morte, ch’io esca dalla tua Santissima Volontà.

Intendo intanto riparare per tutti quelli che non si abbandonano perfettamente alla tua Santissima Volontà, perdendo così o menomando il prezioso frutto della tua redenzione. Qual non è il dolore del tuo cuore, o mio Gesù, nel vedere tante creature che sfuggono dalle tue braccia e si abbandonano a se stesse! Pietà per tutti, o mio Gesù, pietà per me!

Bacio la tua testa coronata di spine e ti chiedo perdono di tanti miei pensieri di superbia, di ambizione e di propria stima. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà un pensiero che non sia tutto per te, o Gesù, e mi troverò nelle occasioni di offenderti, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù, bacio i tuoi begli occhi, bagnati ancora di lacrime e coperti di sangue aggrumito, e ti chiedo perdono di quante volte ti offesi con gli sguardi cattivi e immodesti. Ti prometto che ogni qual volta i miei occhi saran­no portati a guardare cose di terra, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù mio, bacio le tue sacratissime orecchie, assordate fin negli ultimi momenti da insulti e orribili bestemmie, e ti chiedo perdono di quante volte ho ascolta­to o ho fatto ascoltare discorsi che ci allontanano da te, di tanti discorsi cattivi che si fanno dalle creature. Ti prometto che ogni qual volta mi troverò nell’occasione di udire discorsi che non convengono, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù mio, bacio il tuo santissimo volto, pallido, livido e sanguinante, e ti domando perdono dei tanti disprezzi, affronti e insulti che ricevi da noi, vilissime creature, coi nostri peccati. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà la tentazione di non dare a te tutta la gloria, l’amore e l’adorazione a te dovuta, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù mio, bacio la tua sacratissima bocca, arsa e amareggiata. Ti chiedo perdono di quante volte ti ho offeso coi miei discorsi cattivi, di quante volte ho concorso ad amareggiarti e ad accrescere la tua sete. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di far discorsi che potrebbero offenderti, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù mio, bacio il tuo santissimo collo, e vedo ancora i segni delle catene e delle funi che ti hanno oppresso. Ti domando perdono di tanti legami e di tanti at­taccamenti delle creature che hanno accresciuto funi e catene al tuo sacratissimo collo. E ti prometto che ogni qual volta mi sentirò turbata da attaccamenti, desideri e affetti che non saranno per te, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

Gesù mio, bacio le tue santissime spalle e ti chiedo perdono di tante illecite soddisfazioni, perdono di tanti peccati commessi con tutti i cinque sensi del nostro corpo. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di prendermi qualche piacere o soddisfazione che non sia per la tua gloria, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

Gesù mio, bacio il santissimo petto e ti chiedo perdono di tante freddezze, indifferenze, tiepidezze e ingratitudini orrende che ricevi dalle creature. Ti prometto che ogni qual volta mi sentirò raffreddare nel tuo amore, gri­derò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

Gesù mio, bacio le tue sacratissime mani. Ti chiedo perdono di tutte le opere cattive e indifferenti, di tanti atti malignati dall’amor proprio e dalla propria stima. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di non operare per il solo tuo amore, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O mio Gesù, bacio i tuoi santissimi piedi e ti domando perdono di tanti passi, di tante vie battute senza la retta intenzione, per tanti che si allontanano da te per an­dare in cerca dei piaceri della terra. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di scostarmi da te, griderò subito: “Gesù e Maria, vi raccomando l’anima mia”.

O Gesù, bacio il tuo sacratissimo cuore, ed in esso con l’anima mia intendo chiudervi tutte le anime da te redente, perché tutte siano salve, nessuna esclusa. O Ge­sù, serrami nel tuo cuore e chiudimi in modo le porte, che io non abbia a vedere altro che te. Ti prometto che ogni qual volta mi verrà il pensiero di voler uscire da questo cuore, io griderò subito: “Gesù e Maria, a voi do­no il cuore e l’anima mia”.


Riflessioni e Pratiche

Gesù brucia dalla sete. E noi, bruciamo d’amore per Gesù? I nostri pensieri, i nostri affetti hanno sempre il fine di ristorare la sua sete ardente?

L’assetato Gesù, non potendo sostenere la sete che lo brucia, soggiunge: “Tutto è consumato!”. Gesù dunque si è consumato tutto per noi. E noi, in ogni cosa, ci sforziamo di essere una continua consumazione d’amore per Gesù? Ogni atto, parola e pensiero portavano Gesù verso la consumazione; ed ogni nostro atto, parola, pensiero ci spingono a consumarci per amore di Gesù?

O Gesù, dolce mia vita, il tuo alito consumato soffi sempre nel mio povero cuore per poter ricevere l’im­pronta della tua consumazione.

Gesù sulla croce compie in tutto la Volontà del Padre e spira con un atto perfetto d’abbandono nella sua Santissima Volontà. E noi, compiamo in tutto la Volontà di Dio? Ci abbandoniamo perfettamente nel suo Volere, senza guardare se ci viene bene o male, contenti solo di trovarci abbandonati nelle sue braccia santissime? Il morire a noi stessi è continuo per amore di Gesù? Possiamo dire che pur vivendo non viviamo, che siamo morti a tutto per vivere solo non della nostra vita ma della vita di Gesù? Cioè tutto ciò che facciamo, che pen­siamo, che desideriamo, che amiamo, richiama in noi il vivere di Gesù, per far morire la nostra parola, il nostro passo, il nostro desiderio, il nostro pensiero, tutto, in Gesù?

O mio Gesù, la mia morte sia una morte continua per amor tuo, ed ogni morte che subisco sia una vita che intendo dare a tutte le anime.


Preghiera di Ringraziamento

Mio amabile Gesù, tu mi hai chiamata in quest’Ora della tua passione a tenerti compagnia, ed io son venuta. Mi parve di vederti angosciato e dolente, pregare, riparare e patire, e con le voci le più tenere ed eloquenti perorare la salvezza delle anime. Ho cercato di seguirti in tutto e ora, dovendoti lasciare per le mie solite occupazioni, sento il dovere di dirti un Grazie e un Ti benedico.

Sì, o Gesù, Grazie ti ripeto le mille e mille volte, e ti lodo e benedico per tutto ciò che hai fatto e patito per me e per tutti. Grazie e Ti benedico per ogni goccia di sangue che hai versato, per ogni tuo respiro, palpito, passo, parola, sguardo, e per ogni amarezza e offesa che hai sopportato. Per tutto, o mio Gesù, intendo segnarti con un Grazie e un Ti benedico.

Deh, o Gesù, fa che tutto il mio essere ti mandi un flusso continuo di ringraziamenti e benedizioni, in modo da attirare su di me e su tutti il flusso delle tue grazie e benedizioni!

Deh, o Gesù, stringimi al tuo cuore colle tue santissime mani e segna tutte le particelle del mio essere col tuo Ti benedico, per fare che da me altro non possa uscire che un inno continuo verso di te! Perciò mi lascio in te, per seguirti in ciò che farai; anzi opererai tu stesso per me. Ed io, fin d’ora, lascio i miei pensieri in te per difenderti dai tuoi nemici, il respiro per corteggio e compagnia, il palpito per dirti sempre Ti amo e a rifarti dell’amore che non ti danno gli altri; le gocce del mio sangue a ripararti e a restituirti gli onori e la stima che ti tolgono i tuoi nemici con gl’insulti, sputi e schiaffi, e tutto il mio essere per guardia.

Dolce mio Amore, sebbene debbo attendere alle mie occupazioni, resto nel tuo cuore; ho paura d’uscirne. Tu mi terrai in te, non è vero? I nostri palpiti si intenderanno a vicenda e si confonderanno insieme in modo da darmi vita, amore, stretta unione inseparabile con te. Mio Gesù, se vedi che sto per sfuggirti, il tuo palpito si acceleri nel mio, le tue mani mi stringano più forte al tuo cuore, i tuoi occhi mi guardino e mi gettino saette di fuoco, affinché io, sentendoti, mi lasci subito tirare all'unione con te.

Deh, mio Gesù! Dammi il bacio del divino amore, abbracciami e benedicimi; io ti bacio nel dolcissimo tuo cuore, e mi resto in te.