[1] ANTOLOGIA di MEDITAZIONI sulla DIVINA VOLONTÀ

La Santità maggiore e le santità minori

Meditazione di Roberto Lorenzetto



Prego tanto il mio caro Gesù, che questa meditazione non urti la sensibilità di qualcuno, ma porti invece tanta chiarezza e ordine nelle nostre anime, per poter camminare liberi e sicuri sulla strada della sua Volontà come vita.

Un padre che ama i suoi figli, si preoccupa di correggerli, e per farlo, se necessario, li ammonisce, li pizzica anche, e se questo fa un padre qualsiasi, tanto e molto più lo farà il Padre nostro che è nei Cieli, e se non lo facesse, vorrebbe dire che non ci ama! Se Gesù ci fa qualche richiamo, non è per rimproverarci che lo fa, ma per correggerci, e farci essere quelle sue perfette immagini che tanto desidera che noi diventiamo, ora qui sulla terra.

Gesù ha detto “La verità vi farà liberi!”, non “l’illusione”, la VERITÀ, costi quello che costi, e se l’ha detto Lui deve essere davvero importante questa “Verità”. Ascoltiamo, allora, “una parte” di questa “Verità”, sperando che porti luce alle nostre anime.

Luisa viene invitata dal confessore a scrivere su carta, quello che il buon Gesù le dice sulle santità che le creature vivono con la propria volontà umana, cioè facendo la Volontà di Dio, e la santità del Vivere nella Divina Volontà, dove le creature non fanno più nulla, perché gli unici ad operare in esse e per esse sono Gesù e Maria SS.

Vol.12 - 14/8/1917: “Nel Divin Volere le virtù prendono posto nell'ordine divino, invece fuori di Esso (prendono posto) nell'ordine umano, sono soggette a stima propria, a vanagloria e a passioni”. Questo è il I° insegnamento!

Siamo convinti di questo, sì o no? Perché questo è molto importante! Qualsiasi cosa che facciamo o diciamo, se non è vissuta nella Divina Volontà, porta in sé sempre, ripeto sempre, la contaminazione della propria volontà umana, con tutto il disordine che si porta dietro; solo vivendo nella Divina Volontà, dove nessuno vede esternamente, la volontà umana non vi entra, e quindi non può dire la sua, e portare il proprio danno.

E poi cosa ci dice il caro Gesù nel Vol.7 il 18/10/1906 a proposito delle opere fatte con la propria volontà umana, che sono le opere che si vedono, e quelle fatte nella Divina Volontà che sono le opere che non si vedono?

“Figlia mia, le opere che più mi piacciono sono le opere nascoste, perché prive di ogni spirito umano; contengono tanta preziosità in sé stesse, che le tengo come le opere più prelibate dentro il mio Cuore; tanto che confrontate mille opere esterne e pubbliche con un’opera interna e nascosta, le mille opere esterne restano al di sotto anche di una sola opera interna, perché nelle opere esterne, lo spirito umano, (la volontà umana) prende sempre la sua parte”.

La nostra volontà rovina tutto ciò che facciamo!

Sentita la lezione? Riprende Gesù, attraverso Luisa: “Oh, quante opere buone e quanti sacramenti frequentati sono da piangersi davanti a Dio e da ripararsi, perché vuoti del Divin Volere, quindi senza frutti!”

Mentre ai nostri occhi sembrano tanto buone e sante! Se non c’è in noi la Divina Volontà che opera in ciò che viviamo, anche nei sacramenti che riceviamo, il nostro operato per quanto santo e bello, non porta frutto, e se porta frutto, porta piccolissimi frutti, amari ed acerbi, che deperiscono in fretta, e contengono scarso nutrimento.

“Vivere abbandonati completamente alla Volontà di Dio”, non è certo quello che il mondo predica ed insegna, mentre S. Paolo dice: “Ciò che è sapienza davanti agli uomini, è stoltezza davanti a Dio, e ciò che è stoltezza davanti agli uomini, è sapienza davanti a Dio”; quindi non ciò che il mondo insegna deve essere la nostra scuola, ma ciò che ci insegna Gesù.

“Volesse il Cielo che tutti comprendessero (cosa è) la vera santità. Oh, come tutte le altre cose scomparirebbero! (tutte le altre santità scomparirebbero). Quindi molti si trovano (a camminare) sulla via falsa della santità… (anche se non lo sanno e lo fanno senza volontarietà; ma questo non li giustifica)”.

Qui, vorrei fare un piccolo inciso prima di iniziare la meditazione vera e propria. Ho avuto modo di vedere in mano a più di qualche fratello e sorella il libretto delle preghiere “Voglio vivere nel Divin Volere” tutto logoro dall'uso; questo vuol dire che lo avete usato molto, e questa è una buona cosa; ma non è la cosa che Gesù ama di più! “Come mai” mi direte? Semplice! Non sono le preghiere del libretto come ossessione o come pratica di virtù che Gesù vuole da noi; Gesù vuole diventare l’autore, il promotore, l’attore ed il regista del film della nostra vita, quindi anche delle preghiere! Questo vuole Gesù, persino del nostro respiro!

Il libretto delle preghiere deve essere solo un piccolo aiuto che all'inizio del cammino ci insegna come muoverci; ma una volta entrati in questa strada della Divina Volontà, deve lasciare il posto in noi all'azione dello Spirito Santo, che soffierà quando vuole, come vuole e quanto vuole. Soffierà e ci insegnerà come pregare, quando pregare e in che modo pregare, facendo diventare noi stessi preghiera continua: preghiera che pensa, che respira, che parla, che cammina, che ama, che soffre, che ride, che canta, che gioca, che mangia, che riposa, che prega, che adora, che ringrazia. Gesù non ci dice di buttare il libretto, ci mancherebbe, ma di non essere dipendenti dal libretto.

La Divina Volontà, lo ripeto ancora una volta, non è una spiritualità che ha schemi, orari, compiti, ecc.; la Divina Volontà è la libertà dello Spirito Santo che vuole liberamente vivere in noi da Protagonista, pregando e vivendo in noi, non con le parole ma con la nostra vita.

Ora Luisa, sotto direzione di Gesù, inizia a descriverci quali sono queste che Lui chiama “santità false”, e ci dà la Luce necessaria per cambiare e camminare diritti nel Divin Volere, senza sbandamenti e percorrendo magari sentieri bugiardi, che invece di avvicinarci a Lui, ci allontanano.

Dice Gesù: “Molti (la santità) la mettono nelle pie pratiche di pietà, e guai a chi li sposta (a chi dice loro il contrario e impedisce loro di praticarle). Oh, come si ingannano!”

Luisa, in Gesù, ci spiega perché questi si ingannano e si sbagliano: devo andare a tutti i costi a Messa anche il giorno feriale, devo dire cinque Rosari, devo fare quello o questo atto di carità o di devozione, devo digiunare due o tre volte la settimana, devo fare quelle determinate preghiere, ecc., altrimenti non mi sento un buon cristiano.

“Se i loro voleri non sono uniti con Gesù, (anzi) trasformati in Lui, che è continua preghiera, con tutte le loro pie pratiche la loro santità è falsa (perché) si vede che queste anime passano con molta facilità dalle pie pratiche ai difetti, ai divertimenti, a seminare discordie ed altro. Oh, come è disonorante questa specie di santità!”

Non dice che si va all'inferno, anche se in questo stato di vita si è sempre altamente a rischio di peccare, ma anche se recitassi dieci S. Rosari al giorno, anche se recitassi cento altre preghiere belle di Santi, anche se ripetessi dieci volte le litanie del Signore o della Madre del Cielo, anche se facessi dieci pellegrinaggi all'anno nei vari santuari, ma la mia volontà non fosse immedesimata, unita e fusa tutta in Gesù, la mia sarebbe una santità senza valore davanti a Dio, forse avrà valore davanti agli uomini, ma davanti a Dio, non ha nessun valore; non solo, Gesù arriva a dire che queste santità Gli danno fastidio. Questo è un tipo di santità che Gesù definisce “falso”! Il primo desiderio che dovrebbe avere un’anima, dovrebbe essere quello di imparare ad amare Dio, come Dio Stesso merita e Gli spetta di essere amato, e non di imparare a pregare per chiedere.

“Altri (la santità) la mettono nell'andare in Chiesa, ed assistere a tutte le funzioni, ma il loro volere è lontano da Gesù, e si vede che queste anime poco si curano dei loro doveri; e se viene loro impedito (di fare quello che hanno stabilito di fare), si arrabbiano, piangono (per)ché la loro santità se ne va per aria, e si lamentano (per questo), disobbediscono, sono le piaghe della famiglia. Oh, che falsa santità!”

Vediamo come ancora una volta, che dà valore alle nostre azioni è sempre e solo la Divina Volontà operante in noi, indipendentemente da ciò che stiamo per fare, piccolo o grande, santo o normale che sia.

Cosa serve, quale beneficio può portare andare in chiesa, pregare e fare anche la S. Comunione, se poi non vivo quella Volontà che Dio Padre ha stabilito per me da sempre e che ora mi porge con immenso amore come vita da vivere, e io non la accolgo, o addirittura Gli chiedo di cambiare? Il più bel regalo per un padre, è che suo figlio faccia ciò che lui genitore con tanto amore, ha pensato e programmato per lui; è vero? Bene! Questo moltiplicato all'infinito è ciò che noi dovremmo vivere nel rapporto con Dio Padre: vivere ciò che Lui ha stabilito per nostro amore!

“Altri (la santità) la mettono nelle confessioni spesse (frequenti), alle direzioni (spirituali) minute (scrupolose, punto per punto), a farsi scrupolo di tutto, ma poi non si fanno scrupolo che il loro volere non corre insieme al Volere di Gesù.

Guai a chi le contraddice: queste anime sono come quei palloni gonfi, che appena (si fa) un piccolo buco, l’aria esce, e la loro santità va in fumo (si sgonfia) e va a terra. E questi poveri palloni hanno sempre da dire, (hanno sempre qualcosa da aggiungere), sono al più portate alla mestizia (sono sempre frustrate e mezze tristi), vivono sempre nel dubbio, e quindi vorrebbero un direttore (spirituale tutto) per loro (a loro disposizione), perché in ogni piccola cosa le consigli, le rappacifichi, le consoli, ma (nonostante tutto) sono più agitati di prima.

Povera santità, come è falsificata!”

“Più mi confesso e più mi faccio santo”, potrebbe essere il pensiero di qualcuno, ma non è certo così. Più scrupoli mi creo, e più mi sento santo; più mi sento piena di virtù, e più mi reputo santa; più cerco consigli dal mio direttore spirituale, e più mi sento nella santità. Tutto falso, niente di verità!

Quante volte il nostro caro Gesù, ci fa comprendere, e ce lo ripete in questi scritti, che non sono la pratica delle virtù che contano, che non è l’accostamento ai vari sacramenti che santifica, ma è la piena e costante adesione volontaria alla sua adorabile Volontà che ci porge come vita, che ci porterà la vera santità, quella che tanto sospira Gesù con il Padre e con lo Spirito Santo per ognuno dei suoi figli.

“Vorrei le lacrime del mio Gesù per piangere insieme con Lui su queste santità false e fare conoscere a tutti come la vera santità sta nel fare la Divina Volontà e vivere nel Divin Volere. Questa santità, (a differenze delle altre) getta le radici tanto profonde, che non c’è pericolo che oscilli, perché riempie terra e Cielo, e dovunque trova il suo appoggio (tutto è adatto a lei e le va bene); è ferma, non soggetta ad incostanze, a difetti volontari, attenta ai propri doveri.

È la più sacrificata, distaccata da tutti e da tutto, anche dalle stesse direzioni (spirituali); e siccome le radici sono profonde, si eleva tanto in alto, che i fiori e i frutti sbocciano nel Cielo, ed è tanto nascosta in Dio, che la terra poco o nulla vede di quest'anima”.

Mi sembra di capire che Gesù dica a Luisa che tutte le santità che non hanno vita nella Divina Volontà, meritano di essere compiante! Ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, viene precisato cosa è “fare la Volontà di Dio”, cioè vivere io la mia santità, ed il “Vivere nella Divina Volontà”, dove la santità che vivo, non è mia, ma di Colui che la vive in me. Questa ultima Santità, è tanto ferma in Dio, che qualsiasi cosa accada, lei, la creatura, è tutta salda e ferma nel suo Signore, mai vacilla, lei è la vera “casa sulla roccia”, e i frutti che porta sono gli stessi frutti di Dio che nascono, crescono e maturano in lei. E ciò che più sorprende in queste creature, è che nessuno si accorge di nulla di ciò che fanno; nessuno vede nulla, perché tutto passa tra Dio e la creatura, tra la creatura e Dio, tutto è nascosto agli occhi del mondo.

Nel volume 12, il 2/2/1921, Gesù ci dice: Ah! se le creature potessero vedere il soprannaturale della grazia (del vivere nella Divina Volontà), sentirebbero tali armonie, vedrebbero tale spettacolo incantevole, da credere che sia il loro Paradiso”.

In questo modo di vivere tutti gli altri è come se non esistessero, solo Dio esiste per quest’anima, perché tutto essa vede in Dio. Gesù dice: È giunto il tempo di vivere la santità non più delle opere, ma la Santità della mia Vita!

“Il Volere Divino (l’anima) la tiene assorbita in Lui; solo Gesù è l’artefice, la vita (Il Direttore spirituale), la forma della santità di questa invidiabile creatura. Non ha niente di suo, ma tutto è in comune con Gesù, la sua passione è il Divin Volere, la sua caratteristica è il volere del suo Gesù ed il FIAT è il suo motto continuo”.

Il mondo nemmeno la sfiora più quest'anima, perché essa vive tutta in e per Gesù; è Lui la sua guida, il suo direttore spirituale, è Lui che plasma ogni suo atto, ogni suo desiderio, ogni suo respiro. Lei non ha più niente di suo, né carismi, né virtù, né altro di nessun genere, perché come lei è in Gesù, così Gesù è in lei, e ciò che è dell'Uno è dell'altra: il pensiero dell'Uno diventa il pensiero dell'altra, la passione dell'Uno diventa la passione dell'altra, il moto dell'Uno diventa il moto dell'altra: “Fiat Voluntas Tua come in Cielo così in terra”.

“Invece la povera e falsa santità dei palloni (gonfiati) è soggetta a continue incostanze; e mentre pare che i palloni della loro santità si gonfino tanto, che pare che volino in alto per aria, tanto che molti (fratelli e sorelle), e gli stessi direttori (spirituali che le seguono) ne restano ammirati, ma subito (dopo) ne restano disingannati. (Infatti) Basta per fare sgonfiare questi palloni, una umiliazione, una preferenza (fatta e) usata dai direttori (spirituali) a qualche altra persona; (queste creature) ritenendola un furto per loro (nei loro confronti) credendosi (loro) le più bisognose (di quella attenzione, si sgonfiano e cadono a terra)”.

Tutta al contrario dell'anima che vive nella Divina Volontà è la santità dei palloni gonfiati, cioè colei o colui che vive la sua santità, la santità del “fare la Volontà di Dio”, questa creatura non è ferma nel vivere in Gesù, ma vi fa le sue uscite, dando, volontariamente, retta alle sue passioni, ai suoi desideri, seguendo i suoi progetti di santità, i suoi disegni, mentre Gesù le dice: “Basta pensare, basta! Lascia a me la tua guida, rimetti nelle mie mani tutta la tua vita!”

E quando queste anime pare che volino tanto alte da non poterle raggiungere, per una sciocchezza che viene fatta a loro, si sentono offese, defraudate da ciò che ritengono essere loro diritto, e come palloni bucati, si sgonfiano e si vedono per quello che sono: anime piene di sé stesse. Per queste anime il centro della loro vita, sono loro stesse, tutto il resto deve girare attorno a loro.

“Quindi mentre (si) fanno scrupolo delle sciocchezze, poi (al lato pratico) giungono a disobbedire; la gelosia è il tarlo di questi palloni, che rodendo a loro il bene che fanno (gli altri), gli va togliendo l’aria, ed il povero pallone si sgonfia e cade a terra, e giunge ad imbrattarsi di terra; ed allora si vede la santità che c’era nel pallone; e che cosa si trova? Amor proprio, risentimento, passioni nascoste sotto aspetto di bene, dando così occasione di dire a chi le guarda: “Si sono fatti il divertimento del demonio”. Sicché di tutta la santità non si è trovato che una massa di difetti, mascherati da virtù”.

Qui sembra che il caro Gesù voglia smascherare, nel senso buono, queste anime che si reputano “buone e sante” perché praticano le virtù, ma lo fanno con la propria volontà e per i propri fini; le vuole smascherare per correggerle, non per punirle o per umiliarle. Se le virtù non hanno vita nella Divina Volontà, sono tanto piene di umano e di sé stesse, che se si potessero aprire vi si troverebbe dentro solo amor proprio, propria stima, e una grande considerazione di sé, con tutto il resto e bagaglio che porta con sé la volontà umana.

Osservano le cose più superficiali, le cose che contano di meno, quelle che a loro piacciono di più, e tralasciano il dovere di obbedire alla Chiesa o a chi le o gli sta vicino, come il marito, la moglie, il capoufficio, il suo superiore, l’anziano, l’ammalato, il povero, ecc. Ciò che rode l’anima di queste creature, è la gelosia, vedere o sapere che altri sono migliori di loro, sapere che lei o lui non è il più o la più, in altre parole è il vedere ridimensionato il concetto e la considerazione che avevano di sé stesse. E mentre questo senso di “santa” gelosia rode loro l’anima, non si accorgono che senza volerlo fanno venire a galla, le vere virtù che in realtà posseggono, l’autostima che le riveste, e ogni altro sentimento che sa solo di umano, e che di Divino ha solamente il nome, o forse neppure quello.

E così dalle altezze vertiginose che sembrava vivessero, si trovano ruzzolate per terra, impastate solo di cose umane, di sentimenti umani, di fini ed obbiettivi umani, e di divino si scoprono solamente le apparenze, ma niente, proprio niente di reale. E quel che c’è di peggio, senza volerlo e senza accorgersene, agiscono in compagnia del diavolo, rendendosi a volte anche loro strumento. Fa paura, ma è così; quel “con Me o contro di Me” del S. Vangelo, qui trova un suo vero significato: tutto ciò che non è vissuto nella Divina Volontà, non appartiene a Dio; e questo dovrebbe farci riflettere.

“E poi chi può dire tutto? Li sa solo Gesù i mali peggiori di questa santità falsa, di questa vita devota senza fondamento, perché appoggiata sulla falsa pietà.

Queste false santità sono le vite spirituali senza frutto, sterili, che sono causa di fare piangere, chi sa quanto, il mio amabile Gesù; sono il malumore della società, i crucci degli stessi direttori (spirituali), delle famiglie; si può dire che portano presso di loro un’aria malefica che nuoce a tutti”.

“Vita devota senza fondamento”, dovrebbero farci davvero riflettere queste parole del caro Gesù! Con questa santità si ottengono, se si ottengono, solo le goccioline delle grazie, non certo la pienezza! Ciò che non è Volontà Divina, è quasi tutto un falso, davanti a Dio, senza frutto, sterile che non partorisce atti di bene e santi, ma atti di volontà umana, e che spesso arrivano anche a fare piangere il caro Gesù.

Sembra inverosimile, ma è proprio così: Gesù dice in più parti che ciò che non ha vita nella sua Adorabile Volontà come vita, non Gli piace tanto, anzi a volte arriva anche a darGli fastidio, se non a farGli schifo. Queste anime, anche se i direttori spirituali non lo dicono, sono la loro preoccupazione, come dice Luisa.

“Oh, come è ben diversa la santità dell'anima che vive nel Volere Divino! (Queste anime) Sono il sorriso di Gesù, sono lontane da tutti, anche dagli stessi direttori (spirituali), solo Gesù è tutto per loro. Sicché nessuno si cruccia per loro; l’aria benefica che posseggono imbalsama tutti, sono l’ordine e l’armonia di tutti. Gesù, geloso di queste anime, si fa Lui attore e spettatore di ciò che fanno, (non c’è) neppure un palpito, un respiro, un pensiero che Lui non regoli e domini. Gesù la tiene tanto assorbita nel Divin Volere, che a stento (quest'anima) può ricordarsi che vive nell'esilio (sulla terra)”.

Avete presente l’immagine di Gesù sorridente e trionfante?

La causa che Lo rende così sorridente e trionfante, sono le anime che vogliono vivere nella Divina Volontà: esse sono il suo sorriso. Queste anime vivono sulla terra, ma non sono più della terra, perché loro appartengono solo a Gesù, che ne è diventato Colui che le guida e ne dà la vita. Gesù è tanto geloso di queste anime, che non c’è in loro nemmeno un palpito del cuore, un respiro di vita, che non sia Lui stesso in prima persona a dirigerlo, a governarlo, a santificarlo, a divinizzarlo.

Dice Gesù nel volume 11 - 21/9/1913: “Tutte le cose che l’anima fa nella mia Volontà ed insieme con Me: preghiere, azioni, passi, ecc., acquistano le mie stesse qualità, la mia stessa Vita e gli (i miei) stessi valori… Quindi, figlia mia, una cosa bella, bella, e non ancora capita dalle creature, è che tutto ciò che l’anima fa insieme con Me e nella mia Volontà, come sono le cose mie, così restano le sue. (Con) la connessione alla mia Volontà e l’operato fatto insieme con Me, (le fanno) partecipare della mia stessa potenza creatrice. E chi non comprende ciò, si può dire che non Mi conosce”.

Queste anime sono tanto assorbite da Gesù in Lui, che non si ricordano nemmeno più che vivono sulla terra, perché per loro la terra che calpestano è già Cielo: è Paradiso. Nel Volume 11 - 15/11/1916, Gesù ci dice: L’anima a seconda di quanto si riempie di Me, il suo paradiso lo forma in terra: quanto più ella si fonde in Me, tanto più Io Mi fondo in lei”.

Per terminare, volete sapere quando l’anima è e vive nella Divina Volontà? Fate bene attenzione!

Quando un agricoltore fa un innesto in una pianta, ma questa pianta produce ancora rami della vecchia pianta, significa che l’innesto non è ben riuscito. Portando questo esempio alla pratica del vivere nel Divin Volere, se dopo la consacrazione volontaria e libera della mia volontà a Dio non voglio dare morte completa a chi ero io prima della consacrazione e voglio (volontariamente) fare ancora qualcosa di mio, significa che non mi sono lasciato cambiare come Gesù mi chiedeva: “Ma come mi giustifico con chi mi conosce da tanti anni?” Proprio con il tuo comportamento di vita, con le tue decisioni che parlano più che un discorso intero. Dopo la consacrazione del nostro “io” a Gesù, tornare volontariamente a vivere come si viveva prima, cioè con la propria volontà, anche se occasionalmente, è come scendere dalla condizione di figli legittimi alla condizione di servi: pensate che ne valga la pena?

Questo è ciò che ama e vuole Gesù Dio:

Vol.13, 4/11/1921: “La santità nella creatura voglio che sia così: fra lei e Me, fra noi due, Io da una parte e lei dall’altra, Io a dare la mia vita… e la mia santità, e lei… a riceverla”.

Vol.13, 12/11/1921: In questa vita Santa di Volontà Divina, non si vedono miracoli, cose portentose, delle quali le creature sono tanto avide e girerebbero mezzo mondo per averne qualcuno (di questi miracoli), invece (nel vivere nel Fiat Divino) tutto passa tra l’anima e Dio, e se le creature ricevono (qualche grazia particolare), non sanno da dove è venuta”.

“Quali miracoli! Quali miracoli (si va cercando!) Non è forse il più grande miracolo vivere nella Divina Volontà? La mia Volontà è eterna, quindi è miracolo eternale che non finisce mai; è miracolo di ogni istante che la volontà umana abbia una unione, un legame continuo con la Volontà Divina. Il risorgere i morti, dar la vista ai ciechi, non sono cose eterne, sono soggette a perire, perciò si possono chiamare ombre di miracoli paragonati al miracolo di vivere nella Divina Volontà”.

Vol.13, 26/11/1921: “Per operare il miracolo di vivere nel mio Volere, devo piegare una ragione, una volontà umana, un desiderio, un amore puramente libero… Quindi ci sono molte anime che si comunicano e prendono parte al miracolo dell'Eucaristia, perché comporta loro un sacrificio piccolissimo, ma per operare il miracolo di vivere nella Divina Volontà, sono pochissime le anime che si dispongono, perché il sacrificio che devono compiere è di gran lunga più grande”.

FIAT!!!