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«Mentre pregavo vedevo che il mio Sommo Bene Gesù, in fretta in fretta, usciva dal fondo del mio interno e spingendo un involto di luce che gli stava sopra, che lo teneva come eclissato sotto di essa dentro di me, e mi impediva di vederlo. Perciò lui, spingendolo in fretta, è uscito fuori ed io gli ho detto:

“Mio Gesù, che cosa è questa fretta che hai? È forse qualcosa che ti interessa molto?”

E Gesù:

“Certo, certo figlia mia, che è la cosa che più mi interessa. Sai, ho sentito fin dentro di te il padre che si è portato i nostri scritti, che parlava della mia Volontà a chi lo circondava, con tanto amore, che mi son sentito ferire fin nel cuore, e perciò sono voluto uscire fuori di te per ascoltarlo. Sono le mie stesse parole che ho detto sulla mia Volontà che risuonano al mio udito, sento l’eco mio e perciò voglio prendermi tutto il gusto di sentirlo, e perciò voglio farlo prendere anche a te per compenso dei sacrifici che hai fatto”.

In questo mentre io vedevo che un raggio di luce usciva da Gesù, e si dileguava tanto che arrivava fin dove si trovava il reverendo padre e, investendolo, lo faceva parlare, e Gesù tutto si consolava nel sentire parlare della sua adorabile Volontà».

(dal Libro di Cielo 20° Volume – 9 ottobre 1926)