Sposa mia, le virtù si rendono deboli se non sono corroborate, for­tificate dall'innesto della croce.

(Ritornando al principio), Gesù quando si benignava di venire, spesso spesso mi parlava della sua passione e curava di disporre l'ani­mo mio all'imitazione della sua vita e delle sue pene, dicendomi che oltre allo sposalizio suddetto ci rimaneva un altro da fare, e quest'era lo sposalizio della croce.

«Sposa mia, le virtù si rendono deboli se non sono corroborate, forti­ficate dall'innesto della croce». Ricordo che diceva: «Prima della mia venuta in terra, le pene, le confusioni, gli obbrobri, le calunnie, i dolo­ri, la povertà, le malattie, la croce specialmente, erano tenuti tutti in conto d'obbrobri, ma da che furono portati da me, restarono tutti santificati e divinizzati dal mio contatto, sicché tutti hanno cambiato aspetto e si son resi dolci, graditi, e l'anima che ha il bene d'averne qualcheduno, ne resta onorata, e questo perché ha ricevuto la divisa di me, Figliolo di Dio. E solo esperimentano il contrario, chi guarda e si ferma nella corteccia della croce: trovando l'amaro se ne disgustano, ne menano lamento e pare che le sia venuto un torto. Ma chi vi penetra dentro, trovandolo gustoso, ivi formano la loro felicità.

Figlia mia diletta, non altro bramo che il crocifiggerti nell'anima e nel corpo». E mentre ciò diceva mi sentivo infondere in tali brame d'essere crocifissa con Gesù Cristo, che andavo spesso ripetendo: «Gesù mio, Amor mio, fate presto, crocifiggetemi con voi». E quando ritornava, le prime domande che gli facevo e che a me parevano più importanti, erano queste: il dolore dei miei peccati e la grazia che mi crocifiggesse con lui. Mi pareva che se [io] ottenessi questo, avrei ottenuto tutto.

Quando, una mattina, il mio amantissimo Gesù si presenta a me dinanzi in forma di Crocifisso e mi disse che voleva crocifiggermi con lui, e mentre ciò diceva vidi che dalle sue santissime piaghe uscirono raggi di luce e dentro a questi raggi i chiodi che venivano alla volta mia. In questo mentre, non so il perché, mentre desideravo tanto che mi crocifiggesse, che mi sentivo consumare, fui sorpresa da un grande timore che mi faceva tremare da capo a piedi; sentivo tale annienta­mento di me stessa, mi vedevo tanto indegna di ricevere la grazia, che non osavo dire: «Signore, crocifiggetemi con voi». Gesù pareva che stava sospeso aspettando il mio volere. Chi può dire nell'intimo dell'animo mio; lo desideravo ardentemente, ma ínsiememente mi ve­devo indegna. La natura si spaventava e tremava.

Mentre mi trovavo in ciò, il mio diletto Gesù intellettualmente mi sollecitava ad accettare. Allora, con tutto il cuore gli dissi: «Sposo San­to, crocifisso per me, Vi prego di concedermi la grazia di crocifiggermi, ed insiememente di non fare comparire nessun segno esterno. Sì, dammi il dolore, dammi le piaghe, ma fa' che tutto sia nascosto tra me e Te».

E così quei raggi di luce insieme coi chiodi mi passarono le mani ed i piedi, ed il cuore fu passato con un raggio di luce insieme con una lancia.

Chi può dire il dolore ed il contento, per quanto prima fui sorpresa dal timore, altrettanto dopo l'animo mio nuotava nel mare della pace, del contento e del dolore. Era tanto il dolore che sentivo nelle mani, nei piedi e nel cuore, che mi sentivo morire, mi sentivo le ossa delle mani e dei piedi fare in minutissimi pezzi, sentivo come se stessi con chiodo dentro, ma insiememente mi cagionavano tale un contento che non so esprimere, e mi somministravano tale una forza, che men­tre mi sentivo morire per il dolore, i dolori stessi mi sostenevano a fare che non morissi.

Ma però alle parti esterne del corpo niente compariva, ma vi senti­vo i dolori corporalmente, tanto vero, che quando veniva il confessore per chiamarmi all'ubbidíenza e mi scioglieva le braccia e le mani at­tratte, ogni qual volta che mi toccò ed a quel punto delle mani, cioè, dove era passato quel raggio di luce insieme col chiodo, sentivo pene mortali. Ma però quando il confessore comandava, per ubbidienza, che cessassero quei dolori, molto si mitigavano, perché queí do­lori erano tanto forti che mi facevano perdere i sensi, e se alla ubbi­dienza non si mitigavano, difficilmente mi sarei prestata ad ubbidire. Oh! prodigio della santa ubbidienza! Tu sei stata tutto per me. Quan­te volte mi son trovata in contrasto con la morte, tanto era la forza dei dolori, e l'ubbidienza mi ha quasi restituito la vita! Sia sempre benedetto il Signore, sia tutto a gloria sua!

Ora, mentre mi sentivo in me stessa, niente vedevo, ma quando perdevo i sensi, vedevo le parti segnate dalle piaghe di Gesù, mi pa­reva che le piaghe di Gesù stesso si erano trasmutate nelle mie mani e del resto; e questa fu la prima volta che Gesù mi crocifisse. Perché di queste crocifissioni ce ne sono tante, che è impossibile numerarle tutte; dirò solo le cose principali appartenenti a questo.

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