Mi sentivo divinizzata; non più io vivevo, ma Loro vivevano in me.

Dopo questo, ricordo che passarono pochi giorni, e feci la Comunione [e] perdetti i sensi, e vidi la Santissima Trinità vista nel cielo, innanzi a me presente. Subito mi prostrai alla loro presenza, l'adorai, confessai il mio nulla. Ricordo che sentivo tanto sprofon­data in me stessa che non ardivo di dire una sola parola. Quando, una voce usci da mezzo loro, e disse: «Non temere, fatti coraggio, siamo venuti per confermarti per nostra, e prendere possesso del tuo cuore».

Mentre così diceva questa voce, vidi che la Santissima Trinità scese nel mio cuore e se ne impossessarono e lì formarono la loro sede. Chi può dire il cambiamento che successe in me? Mi sentivo divinizzata; non più io vivevo, ma Loro vivevano in me. A me pareva che il mio corpo fosse come una abitazione e che dentro abitasse il Dio vivente, perché io mi sentivo la presenza reale sensibilmente nel mio interno; sentivo la Loro voce chiara, che usciva da dentro il mio interno e risuonava alle orecchie del corpo.

Succedeva precisamente come quando vi sono gente dentro d'una stanza che parlano e le loro voci si sentono chiare e distinte anche di fuori.

D'allora in poi, non ebbi più bisogno di andare in cerca altrove per trovarlo, ma dentro il mio cuore, là Lo trovavo. E quando qual­che volta si è nascosto e io sono andata in cerca di Gesù, girando e per il cielo e per la terra cercando il mio sommo ed unico bene, mentre mi trovavo nella foga delle lacrime, nella intensità delle bra­me, nelle pene inenarrabili d'averlo perduto, Gesù usciva da dentro il mio interno e mi diceva: «Sto qui con te, non mi cercare altrove». Io, tra la meraviglia ed il contento d'averlo trovato gli dicevo: «Mio Gesù, come? Tutta questa mane mi avete fatto tanto girare e rigirare per trovarvi, e voi state qui? me lo potevi dire almeno, ché non mi sarei tanto affannata! Dolce mio Bene, cara mia Vita, vedete un po' come sono stanca, non mi sento più forze, mi sento venir meno, deh, sostenetemi fra le vostre braccia che mi sento morire». E così Gesù mi prendeva fra le sue braccia e mi faceva riposare, e mentre riposavo mi sentivo restituire le forze perdute.

Altre volte, in questo nascondimento che Gesù faceva ed io che andavo in cerca di lui, quando Si faceva sentire dentro di me e che poi usciva da dentro non solo Gesù, ma tutte e tre le divine persone, trovavo, ora in forma di tre Bambini graziosi e sommamente belli, ora un sol corpo e tre teste distinte, ma d'una stessa similitudine, tutte e tre attraenti.

Chi può dire il mio contento? Specialmente quando vedevo i tre Bambini e che io li contenevo tutti e tre fra le mie braccia! Or bacia­vo uno, or l'altro, ed io da loro; or uno s'appoggiava ad una spalla e l'altro all'altra spalla ed uno mi rimaneva di fronte; e mentre mi beavo in loro, tra la meraviglia, facevo per guardare e, da tre trovavo un solo.

L'altra mia meraviglia quando mi trovavo questi tre bambini, che tanto pesava uno e tanto tutti e tre. Tanto amore mi sentivo per uno di questi bambini, quanto verso di tutti e tre, tutti e tre mi attiravano ad uno stesso modo.

Per finire di parlare di questi sposalizi, ho dovuto passare qualche cosa per sopra che andavo in filo, ed ora m'accingo a dirlo.

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