La più grande disgrazia è il non patire.

Chi può dire quello che rimase dietro questo parlare di Gesù? Dico solo che si accese in me tale brama di patire, non solo brama, ma mi sento in me come un'infusione, come una cosa naturale, tanto che per me ritengo che la più grande disgrazia è il non patire.

Dopo ciò, quella mattina, Gesù per disporre il mio cuore maggior­mente, parlò sull'annientamento di me stessa; disse pure sul desiderio grandissimo che dovevo eccitarmi per dispormi a ricevere la grazia. Mi diceva che il desiderio supplisce ai mancamenti ed imperfezioni che ci possono essere nell'anima, è come un ammanto che copre tutto. Ma questo non era un parlare semplicemente, era un infondere in me ciò che diceva.

<          >