Imita me quando stavo nella casa di Nazareth.

Quindi tutto il giorno me Lo sentivo sopra, mi riprendeva di tutto, come, per esempio, se mi lasciavo trasportare nel discorrere un po’ troppo con la famiglia di cose anche indifferente, non necessarie, la voce interna mi diceva: “Questi discorsi ti riempiono la mente di cose che a Me non appartengono, ti circondano il cuore d’una polvere in modo da farti sentire debole la mia grazia, non più viva. Deh, imita Me quando stavo nella casa di Nazareth! La mia mente non si occupava d’altro che della gloria del Padre e della salvezza delle anime, la mia bocca non diceva altro che discorsi santi, con le mie parole cercavo di riparare le offese del Padre, di saettare i cuori e tirarli al mio amore e, primariamente, la mia Madre e S. Giuseppe; in una parola, tutto chiamava Dio, tutto si operava per Dio e tutto a Lui si riferiva. Perché non potresti tu [fare] altrettanto?”

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