La croce di sapere che i propri patimenti sono noti agli altri; e questa fu anche una pena di Gesù.

Così passai parecchi anni soffrendo da parte delle creature, da de­moni e direttamente da Dio. Delle volte giungevo a tanta amarezza da parte delle creature e del modo come la pensavano, che avevo vergo­gna di farmi vedere da qualunque persona, tanto che il mio più grande sacrifizio era il comparire in mezzo a persone; tanto era il rossore e la confusione, che mi sentivo istupidire. Ci furono altre visite di altri medici, ma non ci riuscirono a nulla. Delle volte, versando amare lacrime, gli dicevo con tutto il cuore: «Signore, come si sono rese pub­bliche le mie sofferenze, non solo alla famiglia, ma anche agli estranei. Mi veggo tutta coperta di confusione, mi pare che tutti mi segnano a dito, come se queste sofferenze fossero le più cattive azioni; io stessa non so dire che cosa m'è successo. Deh, voi solo potete liberarmi da tale pubbli­cità e farmi patire nascosta! Ve ne prego, Ve ne scongiuro, esauditemi».

Delle volte anche il Signore faceva mostra di non ascoltarmi, ed au­mentava le mie pene; alle volte, poi, mi compativa dicendomi: «Povera figlia, vieni a me che ti voglio consolare. Tu hai ragione che soffri; ma non ti ricordi tu, che anch'Io, oh, quanto più soffrii? Fino a un certo punto furono nascoste le mie pene, ma quando la Volontà del Padre giunse di patire in pubblico, prontamente uscii ad incontrare confusioni, ob­brobri, disprezzi, fino ad essere spogliato nudo in mezzo ad un popolo nu­merosissimo. Potresti tu immaginare confusione più grande di questa?

La mia natura la sentiva molto questa specie di sofferenze, ma ave­vo l'occhio fisso alla Volontà del Padre ed offrivo quelle pene in ripa­razione di tanti che commettono le più nefandi azioni pubblicamente, ad occhi aperti, menandone vanto, senza il minimo rossore. Gli dice­vo: "Padre accettate le confusioni e gli obbrobri miei in riparazioni di tanti che hanno la sfacciataggine d'offendervi così liberamente senza il minimo dispiacere; perdonate, dateli lume acciò veggano la bruttezza del peccato e si convertano".

Anche a te voglio farti partecipe di questa specie di sofferenze. Non sai tu che i più bei regali che posso dare alle anime che amo sono le croci e le pene? Tu sei bambinella ancora nella via della croce, perciò ti senti troppo debole; quando ti sarai fatta grande ed avrai conosciuto quanto è prezioso il patire, allora ti sentirai più forte. Perciò appoggiati a me, riposati, che così acquisterai fortezza».

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