L’anima sperimenta che non è capace di niente senza di Gesù, e che a lui deve tutto.

Dopo che passavo quei giorni in quello stato detto di sopra, (special­mente se gli ero stata fedele) me Lo sentivo ritornare dentro di me, mi parlava più chiaramente, e siccome nei giorni passati non avevo potuto concepire dentro di me né una parola, né sentire niente, così ora venivo a conoscere [che] non era la mia fantasia [co]si come molte volte prima dicevo, (tanto che del detto fin qui, non dicevo niente né al confessore né ad altra anima vivente); ma però facevo quanto più potevo per corrispondergli, ché altrimenti mi faceva tanta guerra che non avevo pace. Oh! Signore sei stato tanto buono con me ed io così cattiva ancora.

Seguitando ciò che avevo cominciato, me Lo sentivo dentro di me, L'abbracciavo, me Lo stringevo, gli dicevo: «Amato Bene, vedi quanto mi è riuscita amara la nostra separazione». E lui che mi diceva: «E' nien­te ciò che hai passato, preparati a prove più dure. Perciò sono venuto: per disporre il tuo cuore e fortificarlo. Adesso mi dirai tutto ciò che hai passato, i tuoi dubbi e timori, tutte le tue difficoltà per poterti insegnare il modo come [com]portarti nella mia assenza».

Quindi gli facevo la narrazione delle mie pene dicendogli: «Signore, vedi, senza di voi non ho potuto fare niente bene. La meditazione l'ho fatta tutta distratta, brutta, tanto che non avevo coraggio di offrirvela.

Nella comunione non ho potuto stare le ore intere come quando Vi sentivo: mi vedevo sola, non avevo con chi potevo intendermela; tutta mi sentivo vuota, la pena della vostra assenza mi faceva provare agonie mortali, la natura voleva sbrigarsi subito per sfuggire quella pena; tanto più che mi pareva che non facevo altro che perdere tempo. Il timore ancora, [che] voi, tornando, mi castigavi perché non ero stata fedele... Quindi, non sapevo che farmi! E poi, la pena che voi siete continuamente offeso, e che non sapendo al quando, come prima mi insegnavi di fare quegli atti di riparazione, quelle visite al Santissimo Sacramento per le di­verse offese che voi ricevete. Dunque, dimmi un po': come dovevo fare»?

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