capitolo (20)
E lui, benignamente, ammaestrandomi diceva: «Tu hai fatto male nello starti così disturbata! Non sai tu che Io sono Spirito di pace e la prima cosa che ti raccomando è di non funestare la pace del cuore? Quando nell'orazione non puoi raccoglierti, non voglio che pensi a questo o quell'altro, com'è e come non è; facendo così tu stessa chiami la distrazione. Ma invece quando ti trovi in quel[lo] stato la prima cosa è che ti umili, confessandoti meritevole di quelle pene, mettendoti come un umile agnellino nelle braccia del carnefice, che mentre l'uccide gli lambisce la mano; così tu, mentre ti vedrai percossa, abbattuta, sola, ti rassegnerai alle mie sante disposizioni, mi ringrazierai di tutto cuore, mi bacerai quella mano che ti percuote, riconoscendoti indegna di quelle pene; poi mi offrirai quelle amarezze, angustie, tedii, pregandomi che li accettassi come un sacrifizio di lode, di soddisfazione delle tue colpe, di riparazione dell'offese che mi fanno. Facendo così, la tua orazione salirà innanzi al mio Trono come un incenso odorosissimo, ferirà il mio cuore, ti attirerai nuove grazie e nuovi carismi; il demonio vedendoti umile e rassegnata, tutta inabissata nel tuo nulla, non avrà forza di avvicinarsi. Eccoti che dove tu credevi di perdere, farai grandi acquisti».
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta