IXª MEDITAZIONE (3ª parte)

E' necessario diffondere le Conoscenze del Dono della DIVINA VOLONTÀ

di don Pablo Martin Sanguiao 

 

Gesù prova una grande gioia nel manifestare le Verità sulla sua Volontà: ogni Verità manifestata è un nuovo vincolo d’unione che forma con Luisa e con tutta l’umanità: “Finora ho fatto conoscere ciò che fece la mia Umanità, le sue virtù, le sue pene, per costituire l’umana famiglia erede dei beni della mia Umanità. Ora voglio passare oltre e voglio far conoscere ciò che faceva la mia Volontà nella mia Umanità per costituire le nuove generazioni eredi della mia Volontà, degli effetti, del valore che Essa contiene. Perciò sii attenta nell’ascoltarmi e non perdere nulla degli effetti e del valore di questa mia Volontà, per poter essere fedele riportatrice di questi beni e primo vincolo di unione col mio Volere e di comunicazione per le altre creature”. (Vol. 13, 06.09.1921)

Quanto più si conosce del Volere Divino, tanto più si riceve da Esso. “Degli atti interni che fece la mia Umanità nella Divina Volontà per amor di tutti, poco o nulla si sa... La conoscenza porta con sé il valore, gli effetti, la vita di quel bene... Quando Io faccio conoscere è perché voglio dare”. (Vol. 14, 19.10.1922)

“Vedi dunque quanto è necessario che il mio Volere sia conosciuto in tutti i rapporti, nei prodigi, negli effetti, nel valore, ciò che feci Io in questo Volere per le creature, ciò che devono far loro. Questa conoscenza sarà una calamita potente per attirare le creature e far loro ricevere l’eredità del mio Volere, e per far uscire in campo la generazione dei figli della Luce, i figli del mio Volere”. (Vol. 14, 27.10.1922)

La Divina Volontà è posseduta per quanto Essa si manifesta ed è conosciuta. (Vol. 14, 06.11.1922) “... È il mio Volere, che voglio che tutti conoscano e tutti additino come nuovo Cielo e mezzo di nuova rigenerazione”. (Vol. 15, 05.01.1923)

“Quando Io parlo della mia Volontà per farla conoscere alla creatura, Io voglio infonderle la mia Divinità e perciò un altro Me stesso... Mentre parlo del mio Volere, il mio Amore sembra come se straripasse dai suoi confini, per formare la sede della mia Volontà nel cuore della creatura”. (Vol. 15, 16.02.1923)

Che dobbiamo fare per accogliere questo Dono?

Affinché risulti facile e gustoso il Volere Divino e per amarlo sempre di più, l’anima deve sempre più conoscerlo, mettendosi “nel circolo” della Divina Volontà e soffermandosi a contemplare le sue sublimi verità, i suoi interminabili pregi e attributi. (Cfr. Vol. 04, 23.12.1900)

L’anima deve guardare e fissarsi tanto in Gesù, da attirarlo tutto in sé; in questo modo Gesù non sentirà tanto quello che Gli fanno gli altri. (Cfr. Vol. 04, 06.02.1901)

Per trovare Gesù occorre andare appresso alla Mamma. La Madonna insegna il segreto della felicità: stare solo con Gesù, facendo conto che niente altro esiste al mondo. (Cfr. Vol. 04, 21.08.1901)

È necessario coraggio, fedeltà e somma attenzione nel seguire ciò che la Divinità opera nell’anima. (Cfr. Vol. 04, 06.06.1914)

Il martirio dell’attenzione continua: chi ha dato la propria volontà al Signore, deve dargli sempre la libertà di fare quello che vuole. (Cfr. Vol. 06, 13.09.1914)

Occorre fare tutte le cose, anche le più indifferenti, con l’intenzione di attingere da Gesù la loro vita e di fare tutto nella sua Umanità, essendo per Lui come un velo che Lo copre. (Cfr. Vol. 07, 28.11.1906)

Il tutto sta nel darsi a Gesù e fare in tutto il suo Volere. (Cfr. Vol. 11, 20.03.1912)

Nella Divina Volontà l’anima deve morire a tutto, come in una tomba, chiusa dall’Amore, per risorgere a Vita Divina. (Cfr. Vol. 11, 04.07.2012)

Gesù insegna il modo pratico e reale di consumare il proprio essere umano nell’Essere Divino. (Cfr. Vol. 11, 21.05.1912)

Chi veramente ama Gesù e in tutto fa il suo Volere forma con Lui un solo palpito: ma per questo ci vuole uno spogliamento perfetto. “Deve essere più vita di Cielo che di terra, più Divina che umana” (Vol. 11, 01.04.1916). Questo spogliamento dell’anima e la convinzione del proprio nulla permettono a Gesù di agire in lei. (Cfr. Vol. 12, 14.06.1917)

Condizioni e passi che occorrono per vivere nel Divin Volere: “Voglio il ‘sì’ della creatura e prestarsi come una molle cera a ciò che voglio fare di lei”. (Vol. 12, 06.03.1919)

“Ma pochi sono quelli che si dispongono a questo, perché nella stessa santità le anime vogliono qualcosa di proprio bene; invece, la santità del vivere nel mio Volere nulla ha di proprio, ma tutto di Dio. E per disporsi a ciò le anime, spogliarsi dei beni propri, troppo ci vuole; perciò non saranno molti”. (Vol. 12, 15.04.1919)

Per entrare nel Divin Volere basta togliere l’ostacolo – la volontà umana –, basta volerlo, e tutto è fatto. (Cfr. Vol. 12, 16.02.1921). “Siccome la Volontà nostra ha modi infiniti, purché trovi un’anima che si presti a fare agire il nostro Volere, subito viene a rifarsi dal fallimento di tutte le altre volontà umane”. (Vol. 13, 27.12.1921)

“Apritevi, o porte eterne, ed entri il Re della gloria!” (Salmo 23): “Per fare che l’anima possa aprire le porte e rendersi disposta per conoscere le Verità che la mia Volontà contiene, è necessario per primo voler vivere del mio Volere, secondo è volerlo conoscere, terzo è apprezzarlo”. (Vol. 13, 25.01.1922)

“Chi non è vuoto del tutto del suo volere, non può avere una certa conoscenza del Mio, perché il volere umano forma la nuvola tra il Mio e il suo e impedisce la conoscenza del valore ed effetti che il Mio contiene”. (Vol. 14, 23.06.1922)

“Solo che lo vogliano e che mettano da banda il volere umano, il Volere Divino si farà respirare dall’anima e le darà la vita, gli effetti, il valore della Vita del mio Volere. Ma se non viene conosciuto, come potranno amare e volere un vivere sì santo?” (Vol. 14, 16.07.1922)

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