Volume 1° - parte 4ª


46. Mai metto le anime nelle battaglie per fare che periscano; prima misuro le loro forze, dono loro la mia grazia, e poi le introduco.

47. Quel che ti raccomando è la pre­ghiera: ancorché dovessi soffrire pene di morte, mai devi tralasciare quel che sei solito fare.

48. Nulla più temono che un'anima coraggiosa, tutta appoggiata a me. Non temere di loro, ché niente possono farti senza il mio Vo­lere.

49. Io credo che se nell'inferno non ci stessero più pene, la sola pena di non poter amare Dio formerebbe l'inferno più orribile.

50. Innanzi a quella luce è impossibile che l'anima non apprenda la verità.

51. Mi sentii infondere tanta forza che non mi sentivo più quel timore di prima. Mi mettevo a pregare per i peccatori oppure a fare atti di ri­parazione.

52. Questo non è tempo di pensare ad altro, anzi è tempo d'amare quanto più posso il mio buon Dio.

53. Delle sue stesse tentazioni ed artifici, l'anima se ne serviva come poter fare atti di riparazione ed amore al suo Dio.

54. Io mi dovevo umiliare, inginocchiarmi e ringraziare il mio Dio per ciò che succedeva, in penitenza dei miei peccati.

55. Vedi come Gesù è trattato dagli uomini, le orribili offese che commettono che non gli danno mai tregua; guardalo come soffre!

56. Se tanti l'offendono, tu coll'offrirti a soffrire ciò che lui soffre gli darai un ristoro in tanto penare.

57. In quegli sguardi che a vicenda ci davamo, erano tanti inviti, tante saette infoca­te che mi passavano il cuore.

58. Io mi offrii tutta a lui e alla Vergine, pronta a fare ciò che voleva.

59. Se tu non mi sollevi, il mio niente si disfa e va a disperdesi. Dammi il pati­re, ma ti prego a darmi la forza.

60. Io mi sentivo tanto annichilita, provavo tali pene delle offese che si fanno che mi sentivo spezzare il cuore; gli dissi: “Signore, fa' di me ciò che vuoi”.

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