46. Mai metto le anime nelle battaglie per fare che periscano; prima misuro
le loro forze, dono loro la mia grazia, e poi le introduco.
47. Quel che ti raccomando è la preghiera: ancorché dovessi soffrire pene
di morte, mai devi tralasciare quel che sei solito fare.
48. Nulla più temono che un'anima coraggiosa, tutta appoggiata a me. Non
temere di loro, ché niente possono farti senza il mio Volere.
49. Io credo che se nell'inferno non ci stessero più pene, la sola pena di
non poter amare Dio formerebbe l'inferno più orribile.
50. Innanzi a quella luce è impossibile che l'anima non apprenda la
verità.
51. Mi sentii infondere tanta forza che non mi sentivo più quel timore di
prima. Mi mettevo a pregare per i peccatori oppure a fare atti di riparazione.
52. Questo non è tempo di pensare ad altro, anzi è tempo d'amare quanto più
posso il mio buon Dio.
53. Delle sue stesse tentazioni ed artifici, l'anima se ne serviva come
poter fare atti di riparazione ed amore al suo Dio.
54. Io mi dovevo umiliare, inginocchiarmi e ringraziare il mio Dio per ciò
che succedeva, in penitenza dei miei peccati.
55. Vedi come Gesù è trattato dagli uomini, le orribili offese che
commettono che non gli danno mai tregua; guardalo come soffre!
56. Se tanti l'offendono, tu coll'offrirti a soffrire ciò che lui soffre
gli darai un ristoro in tanto penare.
57. In quegli sguardi che a vicenda ci davamo, erano tanti inviti, tante
saette infocate che mi passavano il cuore.
58. Io mi offrii tutta a lui e alla Vergine, pronta a fare ciò che
voleva.
59. Se tu non mi sollevi, il mio niente si
disfa e va a disperdesi. Dammi il patire, ma ti prego a darmi la forza.
60. Io mi sentivo tanto annichilita, provavo tali pene delle offese che si fanno che mi sentivo spezzare il cuore; gli dissi: “Signore, fa' di me ciò che
vuoi”.