Libro di Cielo - Volume 20°

Ottobre 12, 1926 (9)

Che significa essere figlia primogenita della Volontà Divina. Come Gesù si sente tirato da essa[1] a visitare l’anima e la dispone a trattare con lui.

Mi sentivo immersa nel mare del dolore della privazione del mio Sommo Bene Gesù e, per quanto lo chiedevo, girando cielo e terra, invano mi era dato di trovare colui che tanto sospiravo; e perciò le acque del dolore, gonfiandosi sempre più, mi affogavano di pene e di dolore, ma di quel dolore che solo Gesù può dare e sa dare ad un povero e piccolo cuore che ama, e perché piccolo, non può sostenere tutta l’immensità delle acque amare del dolore della sua privazione, e perciò resto affogata ed oppressa, aspettando colui che tanto anelo e sospiro. Onde, mentre mi trovavo tutta oppressa, il mio sempre amabile Gesù si faceva vedere nel mio interno, in mezzo ad una nube di luce, e mi ha detto:

“Figlia primogenita della mia Volontà, perché sei così oppressa? Se tu pensi alla tua grande fortuna, la tua oppressione partirà da te. Sai tu che significa figlia primogenita della mia Volontà? Significa prima figlia dell’amore del nostro Padre celeste e prima di tutto ad essere amata. Significa prima figlia delle grazie, della luce, prima figlia della gloria, prima figlia posseditrice delle ricchezze del suo Divin Padre, prima figlia della creazione. Come primogenita figlia del Supremo Volere [essa] contiene tutti i vincoli, tutti i rapporti, tutti i diritti che conviene[1] ad una figlia primogenita: vincoli di figliolanza, rapporti di comunicazione a tutte le disposizioni del suo celeste Padre, diritti di possedimento di tutti i suoi[2] beni.

Ma tutto ciò non è tutto. Sai tu che significa prima figlia uscita dalla mia Volontà? Significa non solo essere come prima nell’amore ed in tutte le cose del suo Creatore, ma racchiudere in sé tutto l’amore e tutti i beni degli altri figli. Sicché se gli altri possederanno ciascuno la propria parte, essa, come primogenita, possederà tutti insieme i beni degli altri, e ciò con diritto e con giustizia, perché, come primogenita, la mia Volontà a lei tutto affidò, tutto donò. Perciò in essa si trova l’origine di tutte le cose, la causa per cui fu creata la creazione, lo scopo per cui uscì in campo l’azione e l’amore divino. Causa primaria di tutto l’operato d’un Dio fu per chi doveva essere figlia primogenita della nostra Volontà, quindi da essa, come conseguenza, tutti i beni derivano. Da lei partono ed a lei ritornano. Vedi dunque come sei fortunata? Tu non puoi comprendere del tutto che significa tenere il primato nell’amore ed in tutte le cose del tuo Creatore”.

Ond’io nel sentire ciò gli ho detto:

“Amor mio, che dici? E poi [a] che mi giova tanta fortuna, che non dici quanto mi privi di te? Tutti i beni mi si convertono in amarezze senza di te; e poi te l’ho detto tante volte, solo te voglio, perché tu mi basti per tutto, e se tutto avessi, senza di te tutto mi si cambia in martirio ed in dolore indescrivibile. L’amore, la grazia, la luce, la creazione tutta, mi parlano di te, mi fanno conoscere che sei tu, e non trovandoti do in delirio, in smanie mortali. Perciò il primato, la primogenitura, dalli a chi vuoi, a me non interessano; se vuoi rendermi felice resta tu solo con me e ciò mi basta”.

E Gesù ha soggiunto:

“Figlia mia, non deve bastarti me solo, né voglio che dici che tutto il resto non ti interessa. No, no! Se non basta a me il darti me solo, se non ti do tutte le cose mie; se interessa a me che il primato, la figlia primogenita sei tu, deve interessare anche te. E non sai tu che il mio spesso venire sta legato perché[3] sei la mia figlia primogenita? Non sai tu che Adamo, fino a tanto che si mantenne il figlio primogenito della mia Volontà, e per conseguenza teneva il primato su tutto, io lo visitavo spesso? La mia Volontà, regnante in lui, gli somministrava tutti i modi necessari per trattenersi con me, come figlio che forma la consolazione di suo padre. Sicché io parlavo con lui come a figlio, e lui con me come a suo padre. Come si sottrasse dalla mia Volontà perdette il primato, la primogenitura, ed insieme perdette tutti i miei beni, né sentivasi più la forza di sostenere la mia presenza, né io mi sentivo tratto da una forza e Volontà Divina di andare a lui. Perciò tutti i suoi vincoli con me restarono spezzati, per diritto nulla più gli toccava, né più mi vide svelato, ma fra lampi ed eclissato nella mia luce, in quella luce della mia Volontà che lui aveva respinto.

Ora non sai tu che il primato che perdette Adamo, come figlio primogenito della mia Volontà, è passato a te, ed io debbo racchiudere in te tutti i beni che dovevo racchiudere in lui se non si fosse sottratto dalla mia Volontà? Perciò io ti guardo come la prima creatura uscita dalle nostre mani, perché chi vive in essa è sempre la prima presso il suo Creatore. E ad onta che nel tempo [tu] sia nata dopo, questo dice nulla; nel nostro Volere è sempre prima chi non ha fatto nessuna uscita da dentro di esso. Vedi dunque, tutto ti deve interessare. La mia stessa venuta è la forza irresistibile della mia Volontà che ti tira a me e dispone te. Perciò voglio somma gratitudine alla tua grande fortuna d’essere la figlia primogenita della mia Volontà”.

Io non ho saputo che rispondere, sono rimasta confusa e nell’intimo dell’animo mio dicevo: “Fiat, Fiat”.

 



[1] Divina Volontà

[1] convengono

[2] del Padre

[3] al fatto che

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