Libro di Cielo - Volume 20°

Ottobre 9, 1926 (8)

Il Regno della Volontà di Dio [come] nuova creazione. Gusto di Gesù nel sentire parlare della sua Volontà.

Stavo, secondo il mio solito, facendo il mio giro nel Volere Supremo, ed il mio dolce Gesù faceva vedere un globo di luce nel mio interno. E come ripetevo i miei atti nel Fiat Divino, così si faceva più grande, ed i raggi che da esso uscivano si facevano più lunghi, ed il mio sempre amato Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, quanto più spesso giri nella mia Volontà per ripetere i tuoi atti, tanto più grande si forma la rotondità del globo di luce; e quanta più forza di luce possiede, tanto più si possono stendere i suoi raggi che deve illuminare il Regno del Fiat eterno. I tuoi atti fusi, sperduti nel mio Volere, formeranno il sole speciale che deve illuminare un regno sì santo. Questo sole possederà la forza creatrice e, come stenderà i suoi raggi, così resterà l’impronta della sua santità, della bontà, della luce, della bellezza e della somiglianza divina. Chi si farà illuminare dalla sua luce sentirà la forza d’una nuova creazione continua di gioia, di contenti e di beni senza fine.

Perciò, il Regno della mia Volontà, dominando essa tutti gli atti di coloro che vivono in essa, sarà continua creazione. Sicché la creatura starà sotto un atto nuovo continuato di questo Supremo Volere, che la terrà tanto assorbita da farle mancare il campo d’azione al proprio io. Perciò amo tanto che il Regno della mia Volontà sia conosciuto, per il gran bene che riceveranno le creature e per il libero campo d’azione che esso terrà, perché adesso è inceppato dal proprio io[1], il Supremo Volere. Invece quando sarà conosciuto, [con] i suoi raggi vivificanti, penetranti e pieni di viva luce, eclisserà l’umana volontà che resterà abbagliata dalla sua fulgida luce e vedendo il gran bene che le verrà, darà libertà d’azione alla mia Volontà, dandole il totale dominio. Sicché per la mia Volontà, in questo suo regno, incomincerà una nuova era, una creazione continua; metterà fuori tutto ciò che aveva stabilito di dare alle creature, [come] se avessero fatto sempre la sua Volontà, [e] che per tanti secoli ha dovuto tenere in sé, come in deposito, per poi uscirlo a bene dei figli del regno suo”.

Dopo ciò ho seguitato a pregare, ma mentre pregavo vedevo che il mio Sommo Bene Gesù, in fretta in fretta, usciva dal fondo del mio interno e spingendo un involto di luce che gli stava sopra, che lo teneva come eclissato sotto di essa[2] dentro di me, e mi impediva di vederlo. Perciò lui, spingendolo in fretta, è uscito fuori ed io gli ho detto:

“Mio Gesù, che cosa è questa fretta che hai? È forse qualcosa che ti interessa molto?”

E Gesù:

“Certo, certo figlia mia, che è la cosa che più mi interessa. Sai, ho sentito fin dentro di te il padre che si è portato i nostri scritti, che parlava della mia Volontà a chi lo circondava, con tanto amore, che mi son sentito ferire fin nel cuore, e perciò sono voluto uscire fuori di te per ascoltarlo. Sono le mie stesse parole che ho detto sulla mia Volontà che risuonano al mio udito, sento l’eco mio e perciò voglio prendermi tutto il gusto di sentirlo, e perciò voglio farlo prendere anche a te per compenso dei sacrifici che hai fatto”.

In questo mentre io vedevo che un raggio di luce usciva da Gesù, e si dileguava tanto che arrivava fin dove si trovava il reverendo padre e, investendolo, lo faceva parlare, e Gesù tutto si consolava nel sentire parlare della sua adorabile Volontà.

 



[1] l’io della creatura

[2] luce

<          >