Libro di Cielo - Volume 19°

Luglio 23, 1926 (40)

Timori d’essere lasciata da Gesù. Come chi vive nel Voler Divino perde ogni via d’uscita, né Gesù può lasciarla né lei può lasciare Gesù. Come la creazione è specchio e la Divina Volontà è vita.

Avendo molto aspettato e sospirato la venuta del mio dolce Gesù, pensavo tra me: “Come farò se chi forma la mia vita mi lascia sola e abbandonata? Potrei io vivere? E se io vivo [è] perché ora capisco che non sono le pene che fanno morire. Se così fosse, dopo tante sue privazioni sarei morta; al più fanno sentire la morte, ma non la sanno dare; fanno vivere come sotto un torchio, premuta, schiacciata, ma il poter della morte lo tiene solo il Voler Supremo.

Ma mentre ciò pensavo, il mio adorabile Gesù si è mosso nel mio interno e si faceva vedere che teneva una catenina d’oro nelle mani e si dilettava di farla passare tra me e lui, in modo che restavamo legati insieme; e con un amore e bontà tutta paterna mi ha detto:

“Figlia mia, perché temi che ti lasci? Senti, io non posso tollerare questo timore in te. Tu devi sapere che le condizioni in cui ti ho messo, il mare del mio Volere che dentro e fuori ti scorre, in cui tu volontariamente, non forzata, ti esibisti in esso, hanno allargato tanto i confini che né io né te troveremo la via per uscire. Sicché se tu vuoi lasciarmi non troverai la via, e per quanto vuoi girare girerai sempre nei confini interminabili della mia Volontà; molto più che i tuoi atti fatti in essa ti hanno chiusa ogni via d’uscita. E se ti volessi io lasciare non lo potrei, perché non saprei dove andare per mettermi fuori dei confini della mia Volontà. Essa è da per tutto, e dovunque andassi mi troverei sempre insieme con te.

Al più io faccio con te come una persona che possiede un’abitazione grande ed amando un’altra persona inferiore a lui, ambedue d’accordo, una se la prende e l’altra va[1]. Ora siccome la casa è grande, si dilunga e gira nella sua abitazione, [e] quella [altra] la perde di vista e si lamenta, ma a torto. Se l’abitazione è sua, può mai lasciarla? Le cose proprie non si lasciano; quindi, o ritornerà subito a casa sua o forse starà in qualche appartamento della sua stessa abitazione. Quindi se ti ho dato la mia Volontà per tua abitazione, come posso lasciarti e separarmi da essa? Per quanto sono potente, in ciò sono impotente, perché sono inseparabile dal mio Volere. Perciò al più mi dilungo nei miei confini e tu mi perdi di vista, ma non che ti lascio. E se tu girerai nei nostri confini, subito mi troverai tutto stretto a te”.

Dopo di ciò stavo facendo i miei soliti atti nel Supremo Volere, ed innanzi alla mia mente si faceva presente tutto l’ordine che si conviene tenere nella Divina Volontà, che si deve fare e dove si può giungere; insomma tutto ciò che Gesù stesso mi ha insegnato. Onde pensavo tra me: “Come potranno fare tutto ciò le creature? E son[2] io che attingo dalla fonte, mi sembra che non faccio tutto, molte cose lascio dietro né giungo a quell’altezza che Gesù dice, che sarà di quelli che attingeranno alla mia piccola fontanina?

E Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, molte cose che creai nella creazione, non tutte a te servono né le godi, molte altre non conosci. Ma se non servono [a] te, servono agli altri; se non le godi e conosci tu, le godono e conoscono gli altri; e se le creature non tutto prendono, tutte [le cose create] servono alla mia grande gloria ed a far conoscere la mia potenza, la mia maestà, il mio grande amore. E la molteplicità di tante cose create fa conoscere la sapienza, il valore dell’Artefice Divino, che è tanto abile e non c’è cosa che non sa fare.

Ora se tante cose uscii fuori nella creazione del mondo, che dovevano servire alla natura e che dovevano essere come specchi in cui l’uomo specchiandosi doveva riconoscere il suo Creatore, e tutte le cose create dovevano essere vie per ritornare al seno paterno donde ne era uscito, molto più è necessario far conoscere più cose del Regno della mia Volontà, che deve servire come vita dell’anima e come centro dove Iddio deve tenere il suo trono.

Ora la molteplicità delle cose che ti ho fatto conoscere serve a mostrare chi è questa Volontà Divina, come non c’è cosa più importante, più santa, più immensa, più potente, più benefica e che tiene virtù di dar vita, più di essa. Tutte le altre cose, per quanto buone e sante, sono sempre nell’ordine secondario. Essa solo tiene sempre il primo posto e dove non c’è non ci può essere vita.

Onde le tante conoscenze sulla mia Volontà serviranno alla mia stessa Volontà come gloria e trionfo e serviranno alle creature come via per trovare la vita e riceverla; e la sua altezza ed immensità servirà alle creature per [non] farle mai fermare, ma sempre camminare per raggiungerla, per quanto possono. E la molteplicità delle conoscenze servirà alla libertà di ciascuna [creatura] di prendere quelle che vogliono. Perché ogni conoscenza contiene la vita; se si rompe il velo della conoscenza, troveranno dentro come regina la vita della mia Volontà. Quindi a secondo che[3] prenderanno e faranno, tanto più crescerà la vita di essa in loro. Perciò sii attenta a manifestare i pregi, le ricchezze infinite che possiede, affinché il cielo del mio Volere sia più bello, più attraente, più maestoso, quale lo è, del cielo della creazione, affinché rapiti dalla sua bellezza, dai beni che contiene, possano tutti sospirare di venire a vivere nel Regno della mia Volontà”.

 



[1] una se la prende e l’altra va, cioè una prende l’altra con sé, e questa va

[2] se

[3] di quanto

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