Libro di Cielo - Volume 18°

Ottobre 10, 1925 (6) 

In tutto ciò che facevo verso mio Figlio, intendevo di farlo verso quelle anime che dovevano vivere nella Volontà Divina.

Trovandomi nel solito mio stato, la mia povera men­te si trovava in un’atmosfera altissima; mi sembrava di vedere la Divinità, e sopra d’un ginocchio del Padre celeste, vedevo la mia Regina Mamma morta, come se non avesse vita. Io meravigliata pensavo tra me: “La mia Mamma è morta; ma che morte felice morire nelle ginocchia del nostro Creatore!” Ma guardando meglio, vedevo come se la sua volontà [fosse] distaccata dal corpo, tenuta nelle mani del Divin Padre. Io stupita guardavo, e non sapevo darmi ragione di ciò che vedevo; ma una voce che usciva dal divin trono diceva: “Questa è la eletta fra tutte le elette, è la tutta bella, è l’unica creatura che ci fece dono della sua volontà e, morta, ce la lasciò sulle ginocchia, nelle nostre mani, e Noi per ricambio le facemmo dono della nostra Volontà; dono più grande non potevamo farle, perché coll’acqui­sto di questa suprema Volontà, ebbe potere di far scendere il Verbo sulla terra e di far formare la redenzione del genere umano; una volontà umana non avrebbe potere su di Noi, né attrattiva. Invece una Volontà Divina, data da Noi stessi a questa impareggiabile crea­tura, ci vinse, ci conquise, ci rapì, e non potendo resistere, cedemmo alle nostre istanze di far scendere il Verbo sulla terra. Ora aspettiamo che venga tu a morire sull’altro ginocchio, donandoci la tua volontà, e Noi, vedendola morta nelle nostre mani come se più non esistesse per te, ti faremo dono della nostra, e per mezzo tuo, cioè di questa nostra Volontà donata a te, ritornerà a vivere il nostro Fiat sulla terra. Queste due volontà morte sulle nostre ginocchia, saranno il riscatto di tante volontà ribelli, e le terremo come pegno prezioso, che ci rifaranno dai tanti mali delle altre creature, perché colla nostra Volontà [di] tutto potranno soddisfarci”.

La voce non si sentiva più, ed io mi son trovata sull’altro ginocchio paterno, in atto di dare l’ultimo respiro, restando morta; ma in questo mentre mi son trovata in me stessa, ma non so dire che sentivo in me, solo pregavo di cuore che non più la [mia] volontà entrasse in me, ma che solo la Divina avesse vita in me. Ah, solo Essa è la portatrice di tutti i beni e la ripetitrice di Gesù nelle anime, che, facendo eco al Fiat della creazione, abbraccia tutto e tutti come d’un solo fiato, e ricambia Iddio dell’opera della creazione, redenzione e santificazione. La Volontà Divina operante in noi tutto può fare, è la vera Regina che regna ed impera su tutto. Onde, dopo, vedevo la mia Mamma celeste col bambino Gesù fra le braccia: se lo baciava e metteva al suo petto per dargli il suo purissimo latte, ed io le ho detto: “Mamma mia, ed a me nulla mi dai? Deh, permettimi almeno che metta il mio ti amo tra la tua bocca e quella di Gesù mentre vi baciate, affinché in tutto ciò che fate corre insieme il mio piccolo ti amo”.

E lei a me: “Figlia mia, mettilo pure il tuo piccolo ti amo non solo nella bocca, ma in tutti gli atti che passano tra me e mio Figlio. Tu devi sapere che in tutto ciò che facevo verso mio Figlio, intendevo di farlo verso quelle anime che dovevano vivere nella Volontà Divina, perché stando in Essa erano disposte a ricevere tutti quegli atti che io facevo verso di Gesù, e trovavo spazio sufficiente dove deporli. Sicché, se io baciavo mio Figlio, baciavo loro, perché le trovavo insieme con lui, nella sua suprema Volontà; erano loro le prime come schierate in lui, ed il mio amore materno mi spingeva a farle parte di ciò che facevo a mio Figlio.

Grazie grandi ci volevano per chi doveva vivere in questa Santa Volontà, ed io mettevo a loro disposizione tutti i miei beni, le mie grazie, i miei dolori, per loro aiuto, per difesa, per fortezza, per appoggio, per luce, ed io mi sentivo felice, onorata cogli onori più grandi, di avere per figli miei i figli della Volontà del Padre celeste, la quale anch’io possedevo, e perciò li riguardavo pure come parti miei. Anzi, di loro si può dire ciò che si dice di mio Figlio: che le prime generazioni trovavano la salvezza nei meriti del futuro Redentore; così queste anime, in virtù della Divina Volontà operante in loro, queste future figlie sono quelle che ci implorano incessantemente la salvezza, la grazia, alle future generazioni; sono con Gesù, e Gesù in loro, e ripetono insieme con lui ciò che contiene Gesù. Perciò se vuoi che io ti ripeta ciò che feci a mio Figlio, fa che ti trovi sempre nella sua Volontà, ed io ti sarò larga dei miei favori”.

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