Libro di Cielo - Volume 18°

Dicembre 6, 1925 (16) 

L’uomo è il nuovo cielo, anzi più che cielo, sulla terra.

Stavo nel mio interno facendo i miei soliti atti nel Voler supremo, abbracciando la creazione tutta e tutte le creature, per poter far miei tutti i loro atti, e ricambiare il mio Dio, col mio piccolo amore, di tutto ciò che ha fatto nella creazione, e [per] quello che dovrebbero fare tutte le creature. Ma mentre ciò facevo, il pensiero mi ha detto: “Impieghi tanto tempo nel far ciò, e qual è il bene che tu fai, qual è la gloria che dai al tuo Dio?”

In questo mentre il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno, ed allargando le braccia pareva che volesse abbracciare tutti e tutto, e poi elevandoli in alto, offeriva tutto al suo Padre celeste; e dopo mi ha detto: “Figlia mia, il vero vivere nella Volontà suprema è proprio questo: che io debbo trovare tutto e tutti nel fondo dell’ani­ma; tutto ciò che la mia Volontà ha uscito[1] fuori, pel bene delle creature, nella creazione, deve essere col suo amore vincolato nell’anima; col vivere nel mio Volere, col suo ricambio d’amore, [l’anima] resta già vincolata ed in possesso di tutto ciò che la mia Volontà ha fatto e farà, ed ama come ama e sa amare la mia Volontà. Onde, stando tutto ciò, col vivere davvero in Essa, ed avendo vincolato tutto a sé, io trovo nell’anima il cielo stellato, il sole sfolgorante, la vastità dei mari, le praterie dei fiori, tutto trovo in essa. Quindi non è giusto che l’anima, saltellando di cosa in cosa, su tutto ciò che è mio e suo, le riconosce e, scherzando su tutte le cose create, v’imprime il suo bacio ed il suo piccolo ti amo sopra ogni cosa, per Colui che ha creato tante cose per farne dono alle creature, mostrandogli[2] con ciò una varietà d’amore per quante cose ha create, e come ama che l’uomo sia felice, dandogli non solo il necessario, ma anche il superfluo?

Ma questo non è tutto; non solo debbo trovare la creazione tutta, ma il vero vivere nella mia Volontà vincola tutti, e quindi debbo trovare nell’anima, come in atto, Adamo santo come uscì dalle mani creatrici, e Adamo colpevole, umiliato e piangente, affinché [l’anima] si vincoli con lui nello stato di santità, prendendo parte ai suoi atti innocenti e santi, mi dia la gloria e faccia sorridere di nuovo tutta la creazione, e prendendo parte alle sue lacrime, sospiri con lui quel Fiat respinto, che aveva causato tanta rovina. Debbo trovare in essa[3] i profeti, i patriarchi, i santi padri, con tutti gli atti loro; e se quelli sospiravano il Redentore, tu sospirerai il mio Fiat supremo, come trionfo e compimento dei loro sospiri. Voglio trovare la mia inseparabile Mamma con tutti gli atti suoi, dove il mio Volere operò tanti portenti, avendone pieno dominio. Voglio trovare me stesso e tutti gli atti miei. Insomma, voglio trovare tutte le cose mie, tutto ciò che mi appartiene, tutto quello che ha fatto e farà la mia suprema Volontà, perché sono tutte [cose] inseparabili da me, [e] per chi vive nel mio Volere, è giusto e necessario che si rendano inseparabili da essa[4]. Sicché, se tutto non trovo, non si può dire che vive completamente nel mio Volere, ed io guardandola non trovo tutte le cose mie in essa, anzi le guardo sparse fuori dell’anima, e non posso ricevere il suo ricambio d’amore per tutto ciò che mi appartiene. Non ho creato forse la creatura, ché fosse un piccolo mondo ed un piccolo dio? Perciò ti dico sempre che il vivere nel mio Volere non è conosciuto ancora; ed io or ti vado insegnando una cosa, ora un’altra, ed allargo la tua capacità per fare che entrassero in te tutte le cose mie e tutto ciò che di bene ha messo fuori la mia Volontà. Voglio sentirmi ripetere da te il tuo ricambio d’amore su tutto ciò che mi appartiene. Non tollero, per chi vive nel mio Volere, che non conosca tutte le cose mie, che non le ami e possieda; altrimenti, qual sarebbe il grande prodigio di vivere nel mio Volere?”

Onde, dopo ciò, il mio dolce Gesù ha fatto silenzio, ed io mi sperdevo nel Divin Volere. Oh, come avrei voluto mettere su tutte le cose create il mio bacio amoroso e riconoscente, il mio piccolo ti amo su tutti gli atti supremi del Divin Volere, per restare io legata a loro e loro legati a me, per poter circondare il mio Gesù, in me, di tutti gli atti dell’eterno Volere! In questo mentre vedevo il cielo stellato, ed il mio amabile Gesù ha ripreso il suo dire: “Figlia mia, guarda il cielo: che ordine! Che armonia tra loro: una stella non può stare senza dell’al­tra; sono tanto vincolate insieme, che una sostiene l’al­tra, una è forza dell’altra; mai sia una sola stella si spostasse dal suo posto, ci sarebbe tale scompiglio e disordine nell’atmosfera, che passerebbe pericolo che tutto andasse in rovina. Sicché tutta la bellezza del cielo sta riposta nello stare ognuna al suo posto, nell’unione comune e nella forza comunicativa ed attrattiva che hanno tra loro, che, più che elettricità, li[5] tiene sospesi ed avvinti tra loro.

L’uomo è il nuovo cielo, anzi più che cielo, sulla terra. Ogni creatura, si può dire, è una stella animata. Ciò che fece il primo uomo Adamo, fino all’ultimo che verrà, tutto dovea essere in comune tra loro; sicché non dovea possedere la sola sua forza, ma la forza di tutti; tutti i beni dovevano essere in comune tra loro; la mia Volontà, più che elettricità, dovea portare il vincolo tra loro, la comunicazione di tutto ciò che è buono e santo, e ad onta che ognuno dovea fare il suo ufficio ed occuparsi in azioni diverse, siccome tutti dovevano partire dal punto primo della mia Volontà, tutti dovevano convertirsi in luce, e quindi uno dovea essere luce per l’al­tro. Perciò il mio dolore nel vedere scompigliato questo cielo delle creature fu tanto grande, che è incomprensibile ad umana creatura! Tolta la mia Volontà che avvince e vincola tutto, v’entrò il disordine, lo scompiglio, la disunione, la debolezza, le tenebre. Povero cielo delle creature! Non si riconosce più. Il solo vivere nel mio Volere riordinerà di nuovo questo cielo, lo farà risplendere di nuova luce. Perciò ti dico che in te tutti e tutto voglio trovare. La mia Volontà, atto primo di tutte le creature celesti e terrestri, ti porterà la comunicazione di tutti gli atti loro, e tu resterai avvinta a loro, e loro a te. Perciò il vivere nel mio Volere racchiude tutto e tutti. Quindi sii attenta, che voglio darti la cosa più grande che esiste, ma voglio da te cose grandi e somma attenzione; chi molto dona, molto vuole ricevere”.

 



[1] messo

[2] mostrando all’uomo

[3] anima

[4] anima

[5] gli elementi del cielo

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