Libro di Cielo - Volume 12°

Maggio 28, 1918 (48) 

Gelosia dell’amore divino.

Trovandomi nel solito mio stato, stavo dicendo al mio amato Gesù:

“Gesù, voglimi bene, io ho più diritto degli altri ad essere amata, perché né io amo nessuno, che solo te, né nessuno ama me; e se qualcuno sembra che mi ami è per il bene che viene a sé stesso, non per me. Quindi tra il mio ed il tuo amore non entra nessun altro amore in mezzo”. E il dolce Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, questo non è altro che il mio amore più forte, ed è tanto, che la gelosia del mio amore per te ti allontana tutto; ed è tanta la mia gelosia, che sto a guardia che neppure un’ombra d’amore di creatura ti alitasse, al più tollero che qualcuna ti ami in me, non fuori di me, altrimenti la farei fuggire; e questo significa pure che né tu sei entrata in nessun cuore né nessuno è entrato nel tuo”.

Poi verso notte è ritornato Gesù e la Regina Mamma, e chiamandomi per nome, come se volessero che pre­stassi attenzione. Com’era bello vedere la Mamma e Gesù parlare insieme! La mia Mamma celeste diceva:

“Figlio mio, che fai? È troppo quello che vuoi fare. Ho i diritti di Madre e mi dolgo che i figli devano tanto soffrire. Vuoi aprire il cielo ai flagelli e distruggere cre­ature e gli alimenti che serviranno a nutrirle; di mali contagiosi vuoi inondarle. Come faranno? Tu dici di voler bene a questa mia figlia; quanto ne soffrirà se ciò farai? Per non amareggiarla non lo farai”. E lo tirava verso di me, ma Gesù rispondeva deciso:

“Non posso; molti mali distolgo per causa sua, ma tutto no”. “Mamma mia, facciamo passare il turbine dei mali, affinché si arrendano”.

E poi dicevano tante altre cose tra loro, che io non capivo tutto. Son rimasta atterrita, ma spero che Gesù si plachi.

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