Libro di Cielo - Volume 12°

Maggio 20, 1918 (46) 

La Divina Volontà accentra tutto.

Continuando il mio solito stato, stavo dicendo al mio dolce Gesù: “Quanto vorrei avere i tuoi desideri, il tuo amore, i tuoi affetti, il tuo cuore, ecc., per poter desi­derare, amare, ecc., come te!” Ed il mio sempre amabile Gesù mi ha detto:

“Figlia mia, io non ho desideri, affetti, ma il tutto è concentrato nella mia Volontà; la mia Volontà è tutto in me. Desidera chi non può, ma io tutto posso; vorrebbe amare chi non ha amore, ma nella mia Volontà c’è la pienezza, la sorgente del vero amore; ed essendo infi­nito, in un atto semplice della mia Volontà posseggo tutti i beni, che straripando dal mio Essere scendono a bene di tutti. Se io avessi desideri sarei infelice, mi mancherebbe qualche cosa, ma io posseggo tutto, perciò sono felice e felicito tutti.

Infinito significa potere tutto, possedere tutto, felici­tare tutto. La creatura, che è finita, non possiede tutto né può abbracciare tutto; ecco perciò contiene desideri, ansie, affetti, ecc., che[1] come tanti scalini può servir­sene per salire al Creatore e lambire in sé le qualità divi­ne e riempirsi tanto da straripare a bene degli altri. Ma se poi l’anima concentrerà tutta sé nella mia Volontà, sperdendosi tutta nel mio Volere, allora non lambirà le mie qualità, ma dentro un sol sorso mi assorbirà in sé e non avrà più in sé desideri e affetti propri, ma solo la vita del mio Volere, che dominandola tutta le farà scom­parire tutto e farà ricomparire in tutto la mia Volontà”.

 



[1] di cui

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