Aprile 2, 1913 (51)
Stando tutta afflitta per le privazioni del mio dolce Gesù, Gesù venendo da dietro le mie spalle mi ha steso la mano alla bocca, allontanandomi le lenzuola che mi stavano vicino tanto che m’impedivano d’uscire libero il respiro, e poi mi ha detto:
“Figlia mia, chi fa la mia Volontà è il mio respiro, e contenendo il mio respiro tutti i respiri delle creature, da dentro l’anima che fa la mia Volontà somministro il respiro a tutti; ecco, perciò ti ho allontanato le lenzuola, ché mi sentivo anch’io inceppata la respirazione”.
Ed io: “Ah, Gesù, che dici? Mi sento piuttosto che mi hai lasciato e tutto hai dimenticato [del]le tante promesse fattemi”.
E lui: “Figlia mia, non mi dire così che mi offendi e mi costringi a farti provare davvero che significa lasciarti”.
Poi ha soggiunto con un’aria tutta dolcezza: “Chi fa la mia Volontà rappresenta al vivo il periodo della mia vita sulla terra, che mentre esternamente parevo Uomo, nel medesimo tempo ero sempre il Figlio diletto del mio caro Padre. Così l’anima che fa la mia Volontà, esternamente tiene la pelle dell’umanità, al di dentro si trova la mia Persona, inseparabile come me nell’amore e nella Volontà della Triade Sacrosanta; sicché la Divinità dice: ‘Questa è un’altra figlia che teniamo sulla terra; per amor di questa sosteniamo la terra, ché fa in tutto le nostre veci’”.
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta