Libro di Cielo - Volume 4°

Ottobre 2, 1901 (89)

Gesù la porta nel cielo; gli angeli chiedono che la mostri a tutte le genti. Lei nuota in Dio.

Questa mattina il mio adorabile Gesù è venuto e mi ha trasportato fuori di me stessa, in mezzo alle genti; chi può dire i mali, gli orrori che si vedevano? Onde tutto afflitto mi ha detto:

“Figlia mia, che puzza che tramanda la terra, mentre doveva essere una col cielo, e siccome nel cielo non si fa altro che amarmi, lodarmi e ringraziarmi, l’eco del cielo doveva assorbire la terra e formarne uno solo. Ma la terra si è resa insopportabile, onde vieni tu ed unisciti col cielo, ed a nome di tutti vieni a darmi una soddisfazione per loro”.

In un istante mi son trovata in mezzo ad angeli e santi; non so dire come, mi son sentita una infusione di ciò che cantavano e dicevano gli angeli e i santi; ed io al pari di loro ho fatto la mia parte a nome di tutta la terra. Il mio dolce Gesù tutto contento, dopo ciò ha detto rivolto a tutti:

“Ecco dalla terra una nota angelica; quanto mi sento soddisfatto!”

E mentre ciò diceva, quasi per ricompensarmi mi ha preso fra le sue braccia, mi baciava e ribaciava, mostrandomi a tutta la corte celeste come oggetto delle sue più care compiacenze. Nel vedere ciò, gli angeli hanno detto:

“Signore vi preghiamo, mostrate ciò che avete operato in quest’anima, alle genti, con un segno prodigioso della vostra onnipotenza, per la gloria vostra e per il bene delle anime non tenete più nascosti i tesori in lei versati, onde vedendo e toccando loro stessi la vostra onnipotenza in un’altra creatura, può essere di ravvedimento ai cattivi e di maggior sprone a chi vuol essere buono”.

Io nel sentir ciò mi son sentita sorprendere da un timore e tutta annullandomi, tanto che mi vedevo come un piccolo pesciolino, mi son gettata nel cuore di Gesù dicendo: “Signore non voglio altro che voi, e di essere nascosta in voi; questo vi ho chiesto sempre, e questo vi prego a confermarmi”.

E detto ciò mi son rinchiusa nell’interno di Gesù, come nuotando nei vastissimi mari dell’interno di Dio. E Gesù ha detto a tutti:

“Non l’avete sentito? Non vuol altro che me, ed essere nascosta in me, questo è il suo più gran contento; ed io nel vedere un’intenzione così pura, mi sento più tirato verso di lei, e vedendo il suo dispiacere se mostrassi alle genti con un segno prodigioso l’opera mia, per non contristarla non vi concedo ciò che mi avete domandato”.

Ma gli angeli pareva che insistevano, ma io non ho dato più retta a nessuno, non facevo altro che nuotare in Dio per comprendere l’interno Divino; ma ché, mi pareva di essere come un fanciullino che vuole stringere nella sua piccola manina un oggetto di smisurata grandezza, che mentre lo prende gli sfugge, ed appena gli riesce di toccarlo; sicché non può dire né quanto pesa né quanta larghezza conteneva quell'oggetto; ossia come un altro fanciullo che non conoscendo tutta la profondità degli studi, dice, con l’ansia di dover imparar tutto in un breve tempo, ed appena gli riesce d’imparare le prime lettere dell’alfabeto. Così la creatura non può dire altro [che]: “L’ho toccato, è bello, è grande, non c’è bene che non possiede”; ma quanto è bello? Quanta grandezza contiene? Quanti beni possiede? Non so dirlo; ossia, può dire di Dio le prime lettere dell’alfabeto, lasciando indietro tutta la profondità degli studi. Sicché i miei carissimi fratelli, angioli e santi, anche in cielo, come crea­ture non hanno la capacità di comprendere in tutto il loro Creatore, sono come tanti recipienti ripieni di Dio, che volendoli riempire di più, traboccano fuori. Credo che sto dicendo tanti spropositi, perciò faccio punto.

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