Libro di Cielo - Volume 4°

Ottobre 3, 1901 (90)

Luisa si offre a Gesù in modo speciale. Non c’è ostacolo maggiore per l’unione con Dio, che l’umana volontà.

Avendo fatto la comunione, stavo pensando come offrire una cosa più speciale a Gesù, come attestare il mio amore e dargli un maggior gusto; onde gli ho detto: “Dilettissimo mio Gesù, ti offro il mio cuore a tua soddisfazione ed in tua eterna lode; e ti offro tutta me stessa, anche le minime particelle del mio corpo, come tanti muri da mettere innanzi a te per impedire qualunque offesa che vi venga fatta, accettandole tutte sopra di me, se fosse possibile, ed in tuo piacere fino al giorno del giudizio; e perché voglio la mia offerta sia completa e vi soddisfi per tutti, intendo che tutte quelle pene che sopporterò ricevendo sopra di me le vostre offese, vi ricompensino di tutta quella gloria che vi dovevano dare i santi che stanno nel cielo, quando stavano sulla terra, quella che vi dovevano dare le anime del purgatorio e quella gloria che vi dovevano tutti gli uomini, passati, presenti e futuri; ve li offro[1] per tutti in generale e per ciascuno in particolare”.

Appena ho finito di dire, il benedetto Gesù, tutto commosso per tale offerta mi ha detto:

“Diletta mia, tu stessa non puoi capire il gran contento che mi hai dato con l’offrirti in questo modo; mi hai lenito tutte le mie ferite e mi hai dato una soddisfazione per tutte le offese passate, presenti e future, ed io la terrò in conto per tutta l’eternità, come una gemma più preziosa che mi glorificherà eternamente; ed ogni qual volta la guarderò darò a te nuova e maggiore gloria eterna.

Figlia mia, non ci può essere ostacolo maggiore che impedisce l’unione tra me e le creature, e che si oppone alla mia grazia, quanto la propria volontà. Tu con l’offrirmi il tuo cuore a mia soddisfazione, ti sei vuotata di te stessa, e vuotandoti di te, io mi riverserò tutto in te; e dal tuo cuore mi verrà una lode riportante le stesse note della lode del mio cuore, che continuamente [il mio cuore] dà al mio Padre per soddisfare alla[2] gloria che non gli danno gli uomini”.

Mentre ciò diceva, vedevo che mediante la mia offerta uscivano da tutte le parti di me stessa tanti rivoli che si versavano sopra al benedetto Gesù, e che poi con impeto e più abbondanti li riversava su tutta la corte celeste, sul purgatorio e su tutte le genti. Oh, bontà del mio Gesù nell'accettare una sì misera offerta, che l’ha ricompensata con tanta grazia! Oh, prodigio delle sante e pie intenzioni! Se in tutte le nostre opere, anche triviali, ce ne avvalessimo, qual traffico non faremmo? Quante proprietà eterne non acquisteremmo? Quanta gloria di più non daremmo al Signore?

 


[1] ve li offro, cioè: questo vi offro

[2] per la

 

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