Libro di Cielo - Volume 4°

Settembre 14, 1901 (87)

Il principio e il fine delle nostre azioni dev'essere l’amore di Dio.

Dopo aver passati vari giorni di privazione, quest'oggi, mentre m’accingevo a fare la meditazione la mia mente è stata distratta in altro, e per mezzo di luce comprendevo che l’anima nell'uscire dal corpo entra in Dio; e siccome Dio è purissimo amore, l’anima allora entra in Dio quando è un complesso d’amore, perché Iddio nessuno riceve in sé se non è al tutto simile a lui, e trovandola [simile a sé], la riceve e le partecipa tutte le sue doti. Sicché staremo in Dio al di là del cielo, come qui stiamo nella propria stanza. Ora questo mi pareva che si potrebbe fare anche nel corso della nostra vita, per risparmiare la fatica al fuoco del purgatorio, ed a noi la pena, e così essere introdotti subito, senza alcuna interruzione, nel nostro sommo bene Iddio.

Onde mi pareva che l’alimento del fuoco sono le legna, e per essere certo che le legna si sono ridotte in fuoco, è quando si scorge che non produce più fumo. Ora, principio e fine di tutte le nostre azioni dev'essere il fuoco dell’amor di Dio; le legna che devono alimentare questo fuoco sono la croce, la mortificazione; il fumo che s’innalza in mezzo alle legna ed al fuoco sono le passioni, le inclinazioni che spesso fanno capolino; onde il segno che tutto sia in noi consumato in fuoco, è se le nostre passioni stanno a posto e non sentiamo più inclinazione a tutto ciò che non riguarda Iddio. Pare che con ciò passeremo liberi senza nessun ostacolo ad abitare nel nostro Dio, e giungeremo anche di qua a godere il paradiso anticipato.

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