Libro di Cielo - Volume 4°

Gennaio 6, 190 (46)

Gesù si comunica ai tre re Magi con l’amore, con la bellezza e con la potenza.

Trovandomi fuori di me stessa, mi pareva di vedere quando i Santi Magi giunsero nella spelonca di Betlemme; appena giunti alla presenza del bambino, si compiacque di far rilucere esternamente i raggi della sua Divinità, comunicandosi ai Magi in tre modi: con l’amore, con la bellezza e con la potenza, in modo che restarono rapiti e sprofondati alla presenza del bambinello Gesù; tanto che se il Signore non avesse ritirato un’altra volta internamente i raggi della sua Divinità, sarebbero restati lì per sempre senza potersi più muovere.

Onde appena il bambino ritirò la Divinità, ritornarono in sé stessi i Santi Magi, si scossero stupefatti nel vedere un eccesso d’amore sì grande, perché in quella luce il Signore aveva fatto loro capire il mistero dell’In­carnazione. Indi si alzarono ed offrirono i doni alla Regina Madre, ed essa parlò a lungo con loro, ma non so dire tutto ciò che disse; solo ricordo che inculcò loro, forte, non solo la salvezza loro, ma che avessero a cuore la salvezza dei loro popoli, non avendo timore neppure di esporre le loro vite per ottenerne l’intento. Dopo ciò mi son ritirata in me stessa, e mi son trovata insieme con Gesù, e lui voleva che io gli dicessi qualche cosa, ma io mi vedevo tanto cattiva e confusa che non ardivo dirgli niente; onde vedendo che non dicevo nulla, lui stesso ha ripreso a dire sui Santi Magi dicendomi:

“Con l’essermi comunicato in tre modi ai Magi, ottenni loro tre effetti, perché mai mi comunico alle anime inutilmente, ma sempre ricevono qualche loro profitto. Onde comunicandomi con l’amore ottennero il distacco da loro stessi, con la bellezza ottennero il disprezzo delle cose terrene, e con la potenza restarono i loro cuori legati tutti a me, ed ottennero prodezza di mettere il sangue e la vita per me”. Poi ha soggiunto: “E tu che vuoi? Dimmi, mi vuoi bene? Come mi vorresti amare?”

Ed io non sapendo che dire, accrescendo la mia confusione ho detto: “Signore, non vorrei altro che voi, e se mi dite: ‘Mi vuoi bene?’, non ha parole a saperlo manifestare, solo so dire che mi sento questa passione che nessuno mi possa prevalere nell'amarvi e che io fossi la prima ad amarvi sopra a tutti, e nessuno mi potesse sorpassare; ma questo non mi contenta ancora. Per essere contenta vorrei amarvi col vostro medesimo amore e così potervi amare come voi amate voi stesso. Ah sì, allora solo cesserebbero i miei timori sull'amarvi!”

E Gesù contento, si può dire dei miei spropositi, mi ha stretto tanto a sé, in modo che mi vedevo dentro e fuori trasmutata in lui, e mi ha comunicato parte del suo amore. Dopo ciò sono ritornata in me stessa, e mi pareva che per quanto amor mi viene dato, tanto posseggo il mio bene; e se poco l’amo poco lo posseggo.

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