Libro di Cielo - Volume 4°

Ottobre 2, 1900 (15)

Stato di vittima per l’Italia e Corato

Temendo che non fosse più Volontà di Dio il mio stato, nel venire il benedetto Gesù, ho detto: “Quanto temo che non fosse più Volontà vostra il mio stato, perché veggo che mi mancano le due cose principali che mi tenevano legata, cioè il patire e la mancanza della vostra presenza[1]”.

E lui: “Figlia mia, non è che non voglia più tenerti in questo stato, ma siccome voglio castigare il mondo, perciò non ci vengo e ti faccio mancare il patire”.

Ed io: “A che pro starmi in questo stato?”

E lui: “La tua posizione di vittima ed il tuo continuo aspettarmi già mi spezza le braccia, perché tu non vedi a me, io invece ti veggo benissimo, e numero tutti i tuoi sospiri, le tue pene, i tuoi desideri di volermi; e questo tuo starti tutta intenta in me è sempre un atto di riparazione per tanti che non si brigano di me né mi desiderano, mi disprezzano e stanno tutti intenti alle cose terrene, infangati nel lezzo dei vizi. Onde il tuo stato essendo tutto opposto al loro, viene sempre a spezzare la giustizia, tanto che tenere te in questo stato ed incominciare le guerre sanguinose in Italia mi riesce quasi impossibile”.

Ed io: “Ah, Signore! Starmi in questo stato senza patire mi riesce quasi impossibile, mi sento mancare le forze, perché la forza di starmi in questo stato mi viene dalle sofferenze, onde mancandomi queste, qualche giorno quando non ci venite io cercherò d’uscirmene; ve lo dico prima acciò non vi dispiacciate”.

E lui: “Ah, sì, sì! Uscirai da questo stato quando incomincerò le stragi in Italia, allora te lo sospenderò del tutto”.

Mentre ciò diceva, faceva vedere le guerre fierissime che dovranno succedere tanto tra i secolari, quanto quella contro la Chiesa. Il sangue inondava i paesi come quando succede una pioggia dirotta; il mio povero cuore si contorceva per il dolore nel vedere ciò, e ricordandomi del mio paese ho detto: “Ah, Signore, come voi dite che mi sospenderete del tutto, fate capire che neppure della povera Corato avrete compassione; neppure la risparmierete?”

E lui: “Se i peccati giungono ad un certo numero in modo che non si meritano di tenere anime vittime, e quelli che ti tengono vittima non s’interessano, io non avrò nessun riguardo di lei, cioè di Corato”. Detto ciò è scomparso ed io sono restata tutta oppressa ed afflitta.



[1] la mancanza della vostra presenza, cioè: la vostra presenza

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