Libro di Cielo - Volume 4°

Novembre 1, 1902 (148)

La vera serietà si trova nella religione, e la vera religione consiste nel guardare il prossimo in Dio e Dio nel prossimo.

Trovandomi nel solito mio stato, mi sono sentita uscire fuori di me stessa ed ho trovato un bambino che piangeva, e parecchi uomini, tra i quali uno più serio ha preso una bevanda amarissima e l’ha data a quel bambino che piangeva, il quale nel trangugiarla ha sofferto tanto che pareva che si strozzasse la gola. Io non sapendo chi fosse, per compassione l’ho preso in braccia dicendogli: “Eppure è un uomo serio, e ti ha fatto questo; poverino, vieni a me che ti voglio rasciugare il pianto”.

E lui mi ha detto: “La vera serietà si trova nella religione, e la vera religione consiste nel guardare il prossimo in Dio e Dio nel prossimo”.

Poi avvicinandosi all’orecchio, tanto che le sue labbra mi toccavano e la sua voce risuonava nel mio interno, ha soggiunto:

“La parola religione per il mondo è parola ridicola e pare che vale niente; ma innanzi a me ogni parola che a religione appartiene è una virtù di valore infinito, tanto che mi servii della parola per propagare la fede in tutto l’universo, e chi in ciò si esercita mi serve di bocca per manifestare alle creature la mia Volontà”.

Mentre ciò diceva capivo benissimo che fosse[1] Gesù, nel sentire la sua voce chiara che da tanto tempo non sentivo; mi sentivo risorgere da morte a vita, e stavo aspettando ché appena finiva di parlare dovevo dirgli i miei estremi bisogni; ma che, non appena finito di sentire la sua voce è scomparso, ed io sono restata sconsolata ed afflitta.

 


[1] era

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