Libro di Cielo - Volume 4°

Settembre 4, 1902 (143)

Il confessore chiede a Gesù che non la faccia morire.

Continuando a sentirmi male, vi sentivo unita un'inquietudine per questa estrana[1] obbedienza, come se non potessi prendere il volo verso il mio sommo ed unico Bene; con l’aggiunta che dovendo il confessore celebrare la Santa Messa, non voleva darmi la comunione per i continui urti di vomito che mi molestavano. Ma però Gesù benedetto, siccome il confessore mi ha detto che per ubbidienza mi facessi toccare lo stomaco da Gesù Cristo, appena venuto mi ha toccato lo stomaco e si sono arrestati i vomiti continui; ma il male non cessava, e Gesù vedendomi così inquieta mi ha detto:

“Figlia mia, che fai? Non sai tu che se la morte ti sorprende trovandoti inquieta ti dovrà toccare il purgatorio? Perché se la mente non si trova unita alla mia, la volontà una con la mia, i desideri non sono gli stessi miei desideri, di necessità ti conviene la purga per trasformarti tutta in me; perciò statti attenta, pensa a starti unita con me ed io penserò al resto”.

Ora mentre ciò diceva, vedevo la Chiesa, il Papa, e parte di essa poggiava sulle mie spalle, ed insieme vedevo il confessore che sforzava Gesù a non portarmi per ora, e il benedetto Gesù ha detto:

“I mali sono gravissimi ed i peccati stanno per giungere ad un punto da non meritare più anime vittime, cioè chi sostiene e protegge il mondo innanzi a me; se questo punto tocca la giustizia, certo me la porterò”.

Sicché comprendevo che le cose sono condizionate.

 


[1] forse strana

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