Libro di Cielo - Volume 4°

Aprile 25, 1902 (127)

La croce è sacramento

Questa mattina mi son trovata fuori di me stessa, e dopo essere andata in cerca del mio dolce Gesù, l’ho ritrovato, ma in atto tanto compassionevole da spezzare il cuore: teneva le mani piagate, [r]attratte per l’asprezza del dolore che non si potevano toccare. Io ho fatto per toccare per poter stendergli le dita e rimarginarne le piaghe, ma non ho potuto, ché il benedetto Gesù piangeva per il forte dolore. Allora non sapendo che fare, me lo sono stretto e gli ho detto:

“Amante mio Bene, è da qualche tempo che non mi avete partecipato i dolori delle vostre piaghe, forse perciò si sono così inasprite; vi prego a farmi parte delle vostre pene, così soffrendo io si possano mitigare le vostre”.

Mentre così dicevo è uscito un angelo con un chiodo in mano e mi ha trapassato le mani ed i piedi, e come conficcava il chiodo nelle mani, così si andavano rallentando le dita e restavano rimarginate le piaghe del mio caro Gesù. E mentre io soffrivo, il Signore mi ha detto:

“Figlia mia, la croce è sacramento. Ognuno dei sacramenti contiene i suoi effetti speciali: chi toglie la colpa, chi conferisce la grazia, chi unisce con Dio, chi dona la forza, e tant'altri effetti; e la sola croce unisce tutti insieme questi effetti, producendoli nell'anima con tale efficacia da renderla in pochissimo tempo simile all'originale donde uscì”.

Dopo ciò, come se avesse voluto prendere riposo si è ritirato nel mio interno.

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