Libro di Cielo - Volume 3°

Novembre 13, 1899 (8)

Gesù, mentre pareva che non voleva essere placato, dopo ringraziava di cuore chi si occupava a mantenere il suo braccio sdegnato.

Questa mattina il mio adorabile Gesù pareva irrequieto; non faceva altro che andare e venire, or si tratteneva con me, or, quasi tirato dal suo ardentissimo amore verso le creature, andava a vedere ciò che facevano, e tutto si condoleva di ciò che soffrivano come se lui stesso, e non loro, fosse preso da quelle sofferenze. Parecchie volte ho visto il confessore che con la sua potestà sacerdotale costringeva Gesù a farmi soffrire le sue pene per poter placarlo; e lui, mentre pareva che non voleva essere placato, dopo si mostrava grato, ringraziava di cuore chi si occupava a mantenere il suo braccio sdegnato; ed or mi partecipava una sofferenza ed or un’al­tra. Oh, come era tenero e commovente vederlo in questo stato! Faceva spezzare il cuore per compassione. Parecchie volte mi ha detto:

“Conformati alla mia giustizia che più non posso. Ah, l’uomo è troppo ingrato e quasi mi costringe da tutte le parti a castigarlo; me li strappa lui stesso dalle mie mani i castighi. Se tu sapessi quanto soffro nel fare uso della mia giustizia! Ma è l’uomo stesso che mi fa violenza. Ahi, se non avessi fatto altro che comperare a prez­zo di sangue la sua libertà, pure mi doveva essere riconoscente[1], ma quello per farmi maggior torto va inventando nuovi modi come rendere inutile il mio sborso”.

E mentre ciò diceva, piangeva amaramente. Ed io per consolarlo gli ho detto: “Dolce mio Bene, non vi affliggete; veggo che la vostra afflizione è più che[2] vi sentite costretto di castigare le genti. Ah, no, non sarà mai! Se voi siete tutto per me, io voglio essere tutta per voi, quindi sopra di me manderete i flagelli; qui c’è la vittima, sempre pronta ed a vostra disposizione. Potete farmi soffrire ciò che volete, e così resterà la vostra giustizia in qualche modo placata e voi sollevato nell’afflizione che prendete a veder soffrire le creature. È stata sempre questa la vostra intenzione: di non conformarmi alla giu­stizia perché soffrendo l’uomo soffrirete[3] più voi che lui stesso”.

Mentre stavo ciò dicendo, è venuta la nostra Mamma Regina ed io mi son ricordata che, avendo domandato al confessore l’ubbidienza di conformarmi alla giustizia, mi aveva detto che domandassi alla Vergine Santissima se voleva che mi uniformassi. Gliel’ho detto e lei mi ha detto: “No, no, ma prega figlia mia; e in questi giorni cerca per quanto puoi di tenerlo insieme [con te] e di placarlo, che molti castighi stanno preparati”.



[1] se non avessi fatto altro che comperare a prezzo di sangue la sua libertà, pure mi doveva essere riconoscente, cioè eppure mi doveva essere riconoscente, per il solo fatto che ho comperato a prezzo di sangue la sua libertà

[2]  più che, cioè soprattutto perché

[3] di non conformarmi alla giustizia perché soffrendo l’uomo soffrirete, cioè che io non mi conformi alla giustizia, considerando che soffrendo l’uomo soffrireste

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