Libro di Cielo - Volume 2°

Giugno 23, 1899 (42)

Vede il confessore insieme con Gesù e prega per lui.

Avendo ascoltato la santa messa e fatto la comunione, il mio Gesù si faceva vedere da dentro il mio cuore; poi mi son sentita uscir fuori di me stessa, ma senza Gesù. Ho visto il mio confessore; siccome lui mi aveva detto che: “Dopo la comunione verrà Nostro Signore e lo pregherai per me”, quindi appena visto il mio confessore gli ho detto: “Padre, mi avete detto che Gesù doveva venire e non è venuto”. Egli mi ha risposto: “Perché non lo sai trovare perciò dici che non è venuto; guarda bene che nel tuo interno ci sta”.

Ho fatto per guardare in me ed ho visto i piedi di Gesù usciti da dentro il mio interno. Subito li ho presi in mano e ho tirato fuori Gesù; me lo son tutto abbracciato, e vedendolo con la corona di spine in testa gliel’ho tolta e l’ho data in mano al confessore dicendogli che me la conficcasse sulla mia testa; e così ha fatto. Macché? Per quanta forza facesse, non gli riusciva di far penetrare una sola spina. Io gli ho detto: “Fate più forte, non temete che io abbia a soffrire assai che, come voi vedete, [ci] sta Gesù che mi dà la forza”.

Per quanto ci provasse, il tutto riusciva impossibile. Allora mi ha detto: “Non è forza mia di poter far questo, e perché essendo[1] ossa [ciò] che devono penetrare queste spine, non è forza mia di poterlo fare”.

Allora mi son rivolta al mio dolce Gesù dicendo: “Tu vedi che il padre non sa metterla, mettila un poco tu stesso”. E così Gesù ha disteso le sue mani ed in un istante ha fatto penetrare dentro la mia testa tutte quelle spine con indicibile dolore e contento.

Dopo ciò insieme col confessore abbiamo pregato Gesù che versasse le sue amarezze, per risparmiare la gente da tanti flagelli che sta versando sopra di loro, come pareva quest’oggi, che stava preparata una grandine un poco lontana da noi; onde il Signore per condiscendere alle nostre preghiere ha versato un poco. Oltre di ciò, siccome continuavo a vedere il confessore, ho incominciato a pregare Gesù per lui, dicendogli: “Buono e caro Gesù, ti prego a far grazia al mio confessore di farlo tutto tuo, secondo il tuo cuore, ed insieme dagli la salute corporale. Tu hai visto come ha cooperato insieme a sollevarvi, tanto la testa dalle spine, quanto il[2] farti versare. Se non è riuscito a conficcarmi le spine in testa, non è stato per non sollevarti né [per] la sua volontà, ma perché non era forza la sua; quindi anche per questo lo devi esaudire. Onde dimmi, o mio solo ed unico Bene, lo farai star bene sia nell’anima come nel corpo?”

Ma Gesù mi sentiva, ma non mi rispondeva; io più mi sollecitavo a pregarlo dicendo: “Questa mattina non ti lascerò né cesserò di pregare, se non mi dai la parola che mi esaudirai per quello che ti domando per lui”.

Ma Gesù non diceva parola, quando nel meglio ci siamo trovati circondati da persone; questi tali pareva che sedessero intorno ad una tavola mangiando, e ci stava pure la mia porzione. Gesù mi ha detto: “Figlia mia, ho fame”.

Ed io: “La porzione mia la do a te, non ne sei contento?”

E Gesù: “Sì, ma non voglio essere visto che ci sto”.

Ed io: “Ebbene, farò vedere che la prendo per me, e senza farmi avvertire la darò a te”. E così abbiamo fatto. Poco dopo Gesù, alzandosi in piedi ed avvicinando le sue labbra al mio volto ha cominciato a suonare dalla sua bocca come un suono di tromba. Tutte quelle genti impallidivano e tremavano, dicendo tra loro: “Che c’è, che c’è? Adesso moriamo!”

Io gli ho detto: “Signore mio Gesù, che fai? Come, fino adesso non volevi essere visto e poi ti sei messo a suonare? Statti quieto, statti quieto, non far prendere paura alle genti; non vedi come tutti si spaventano?”

E Gesù: “Adesso è niente; che sarà quando tutto all’improvviso suonerò più forte? Sarà tale il timore onde[3] verranno presi, che molti e molti lasceranno la vita”.

Ed io: “Adorabile mio Gesù, che dici? Sempre là andate, che vuoi far giustizia; ma no! Misericordia! Misericordia ti prego per il tuo popolo”.

Onde prendendo il suo aspetto dolce e benigno, e continuando [io] a vedere il confessore, di nuovo ho cominciato ad importunarlo, e Gesù mi ha detto: “Farò del tuo confessore come quell’albero innestato, che più non si riconosce l’albero vecchio, sia nell’anima quanto nel corpo; ed in pegno di ciò ho dato te nelle sue mani, come vittima, come[4] fare che se ne avvalga”. 



[1] sono

[2] nel

[3] da cui

[4] per

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