Libro di Cielo - Volume 2°

Aprile 16, 1899 (14)

Gesù la conduce in chiesa e le mostra come viene trattato dalle anime a lui consacrate.

Stando nel mio solito stato, Gesù mi ha invitato a girare per vedere che cosa facevano le creature. Io gli ho detto: “Mio adorabile Gesù, stamane non ci ho voglia di girare e di vedere le offese che ti fanno; stiamoci qui, tutti e due insieme”.

Ma Gesù insisteva che voleva girare; allora, per contentarlo, gli ho detto: “Se vuoi uscire, andiamo piuttosto dentro di qualche chiesa, che là son più poche le offese che vi fanno”.

E così siamo andati dentro ad una chiesa, ma anche là era offeso più che in altri luoghi; non perché nelle chiese si fanno più peccati che nel mondo, ma perché sono offese fatte dai suoi più cari, e da quegli stessi che dovrebbero mettere anima e corpo per difendere l’onore e la gloria di Dio; perciò giungono più dolorose al suo cuore adorabile. Quindi vedevo anime devote, che per bagattelle da niente non si preparavano bene alla comunione; la loro mente, invece di pensare a Gesù, pensava ai loro piccoli disturbi, a tante cose da niente, e questo era il loro apparecchio. Quanta pena facevano queste tali a Gesù, e quanta compassione facevano loro stesse, che badavano a tante pagliuzze, a tante frasche, ed intanto, poi, non benignavano d’uno sguardo a Gesù!

Gesù mi disse: “Figlia mia, quanto impediscono queste anime che la grazia si versi in loro; io non guardo alle minutezze, ma all’amore con cui si accostano, e loro me ne fanno un cambio, più badano[1] alle paglie che al­l’amore; anzi, l’amore distrugge le paglie, ma con molte paglie non si accresce un tantino d’amore, anzi lo si diminuisce. Ma quel ch’è peggio, queste anime che si disturbano tanto, ci perdono molto tempo; vorrebbero stare coi confessori le ore intere per dire tutte queste minutezze, ma mai mettono mano all’opera con una buona e coraggiosa risoluzione per svellere queste paglie. Che dirti poi, o figlia mia, di certi sacerdoti di questi tempi? Si può dire che operano quasi satanicamente, giungendo a farsi idolo delle anime. Ah, sì, dai miei figli il mio cuore viene più trafitto, perché se più gli altri mi offendono, offendono le parti del mio corpo, ma i miei mi offendono le parti più sensibili e tenere, fino nell’intimo del cuore”.

Chi può dire lo strazio di Gesù? Nel dire queste parole piangeva amaramente. Io feci quanto più potevo per compatirlo, ma mentre ciò facevo, ci ritirammo insieme con Gesù sulla croce. 



[1] badando

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