A tanta ingratitudine il mio amore.

7 ° - La voce interna seguiva: «Figlia mia, non mi lasciare solo in tanta solitudine ed in tanta oscurità, non uscire dal seno della mia Mamma per guardare il settimo eccesso del mio amore. Ascoltami. Nel seno del mio celeste Padre Io ero pienamente felice, non c'era bene che non possedevo, gioia, felicità, tutto era a mia disposizione, gli Angeli riverenti mi adoravano e stavano ai miei cenni. Ah! l'eccesso del mio amore, potrei dire, mi fece cambiare fortuna! mi restrinse in questa tetra prigione, mi spogliò di tutte le mie gioie, felicità e beni per vestirmi di tutte le infelicità delle creature; e tutto ciò per fare il cambio, per dare la mia fortuna, le mie gioie e la mia felicità eterna a loro. Ma ciò sarebbe stato nulla se non avessi trovato in loro una somma ingratitudine ed ostinata perfidia. Oh! come il mio eterno amore restò sorpreso innanzi a tanta ingratitudine e pianse l'ostinatezza e perfidia dell'uomo! L'ingrati­tudine fu la spina più pungente che mi trafisse il cuore, fin dal mio concepimento fino all'ultimo del mio morire. Guarda il mio Cuoricino: è ferito e sgorga Sangue. Che pena, che spasimo che sento! Figlia mia, non essermi ingrata; l'ingratitudine è la pena più dura per il tuo Gesù, è il chiudermi in faccia le porte per farmi restare intirizzito di freddo. Ma a tanta ingratitudine il mio amore non si arrestò e si atteggiò ad amore supplicante, pregante, gemente e mendicante; questo è l'ottavo eccesso del mio amore».

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