Questa corona te la metto acciò niente manchi per farti degna d'es­sere mia sposa.

Ora, in queste uscite che il Signore mi faceva fare, delle volte mi rinnovava la promessa dello sposalizio già detto; chi può dire le accese brame che il Signore infondeva in me di effettuarsi questo mistico sposalizio.

Molte volte Lo sollecitavo dicendogli: «Sposo dolcissimo, fate pre­sto, non più dilungate la mia intima unione con voi. Deh! stringiamoci con più forti vincoli d'amore, in modo che più nessuno ci possa separare anche per semplici istanti».

E Gesù, ora mi correggeva d'una cosa, or d'un'altra. Ricordo che un giorno mi disse: «Tutto ciò che è terreno, tutto, tutto devi togliere, non solo dal tuo cuore, ma anche dal tuo corpo; tu non puoi capire quan­to è nocevole e di quanto impedimento all'amore mio le minime ombre terrene». Io gli dissi subito: «C'ho qualche altra cosa da togliere? Dite­melo, che sono pronta a farlo».

Ma mentre ciò dicevo, io stessa mi avvidi che c'avevo un anello d'oro al dito, rappresentante l'immagine del Crocifisso; subito gli dissi: «Sposo Santo, volete che lo tolga?». E lui mi disse: «Dovendoti dare Io un anello più prezioso, più bello, e che al vivo sarà impressa la mia immagine, che ogni volta che lo guarderai nuove frecce d'amore riceverà il tuo cuore, perciò questo non è necessario». Ed io prontamente me lo tolsi. Giunse finalmente il sospirato giorno, dopo non poco patire. Ri­cordo che poco mancava a compire l'anno che continuamente stavo nel letto, giorno della purità di Maria Santissima.

La notte precedente a tal giorno, il mio amante Gesù si fece vedere tutto festoso, si avvicinò a me e prese il mio cuore fra le sue mani, e lo guardò e riguardò, lo spolverò e poi di nuovo me lo restituì.

Poi prese una veste d'immensa bellezza, mi pareva che il fondo fos­se un masso di oro screziato di vari colori, e con quella mi vestì; indi prese due gemme come se fossero orecchini e ingemmò le orecchie; dopo mi ornò il collo e le braccia e mi cinse la fronte d'una corona d'immenso valore, tutta arricchita di pietre e di gemme preziose, tutta risplendente di luce, e mi pareva che quelle luci erano tante voci che fra loro risuonavano ed a chiare note parlavano della bellezza, potenza, fortezza e di tutte le altre virtù del mio sposo Gesù.

Chi può dire ciò che compresi ed in qual mare di consolazione nuotava l'animo mio: è impossibile poterlo dire.

Ora mentre Gesù mi cinse la fronte, mi disse: «Sposa dolcissima, questa corona te la metto acciò niente mancasse per farti degna d'essere mia sposa, ma poi dopo che sarà fatto il nostro sposalizio, me la porterò nel cielo per riserbartela al punto della morte».

Finalmente prese un velo e con quello tutta mi coprì, dalla testa fino ai piedi, e così mi lasciò. Ah! mi pareva che in quel velo ci stesse un grande significato, perché i demoni al vedermi ricoperta con quel velo, restavano tanto spaventati, ed avevano tale paura di me, che fug­givano atterriti. gli stessi Angioli stavano intorno con tal venerazione, che io stessa ne restavo confusa e tutta piena di rossore.

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