IIª MEDITAZIONE (1ª parte)

L'attività dell'Anima nella Divina Volontà - I 'GIRI'

di padre Mike Adams

San Giovanni Rotondo (FG) - 7 ottobre 1997

 

Abbiamo detto che il Signore ci ha creati per uno scopo ben preciso che è di realizzare il progetto che Lui ha nei nostri riguardi di farci partecipi, in modo attivo e familiare, della SS. Trinità. Non ci ha creati per adornare il Cielo, come questi fiori adornano l’altare, ma ci ha creati per farci vivere insieme con Lui, come in una casa i figli gioiscono e fanno gioire la famiglia.

Abbiamo detto che partecipare alla vita intima della SS. Trinità significa ricevere tutto quello che Dio è, per partecipazione e non per natura, come invece è per Gesù, che ha detto: “Padre, che essi siano una sola cosa con Me come Io sono una sola cosa con Te, affinché il mondo creda che Tu mi hai mandato”. Dunque, l’essere uno con Cristo come Lui è Uno con il Padre, non significa esserlo per natura, ma per partecipazione.

Alla domanda: ‘Come può il limitato contenere l’infinito?’, abbiamo risposto che per Dio non esistono problemi senza soluzione; difatti tra pochi minuti si compirà nuovamente il grande miracolo di rendere presente tutto il Signore in questo pane e questo vino, perché questi elementi non hanno una volontà propria che ostacoli l’azione di Dio.

Abbiamo parlato dell’esigenza dell’amore di dare tutto alla persona amata, ed abbiamo ricordato che il Signore desidera che ci sia questo ricevere e rimandare: il Padre dà tutto al Verbo ed il Verbo ridona tutto al Padre, ed è lo Spirito Santo; e questo nell’Unica Divina Volontà propria delle Tre Divine Persone.

Il vero amore va dimostrato nelle opere. Se una persona ci dicesse, dal mattino alla sera: “Ti amo, ti amo...”, noi desidereremmo vedere con i fatti questo suo amore. Così, tutto ciò che ci circonda è un segno tangibile di questo amore di Dio verso di noi.

Adamo ed Eva avevano il dono della scienza infusa, cioè conoscevano le cose nella loro essenza profonda tanto da poter dare loro il nome che le significava (ad esempio: il cane non può essere il gatto, per natura; e Adamo ed Eva avevano questa conoscenza intrinseca delle cose). Ma questo è ancora niente di fronte a ciò che veniamo a sapere ora con questi Scritti!

Adamo ed Eva non avevano solo questo tipo di conoscenza, non solo sapevano quante stelle esistono, ma potevano, coscientemente, prendere il ti amo unico e irripetibile, cioè sempre nuovo, di Dio verso di loro in ogni scintillio di ogni stella. In ogni cosa creata Adamo ed Eva potevano scorgere ed abbracciare l’Amore che Dio, attraverso tutta la Creazione, riversava ogni istante su di loro.

In ogni raggio di luce del sole, nel trillo dell’uccello, nell’acqua che cade, in tutto ciò che è, Adamo ed Eva avevano la capacità di scorgere l’atto d’amore unico e irripetibile di Dio verso di loro; e potevano far questo grazie al grande Dono che Dio, dopo averli creati perfetti, aveva fatto loro: il Dono della DIVINA VOLONTA’, che li rendeva capaci di fare per partecipazione ciò che per natura non avrebbero potuto fare.

Ricordiamo l’esempio del bambino che guida la macchina: lui, per natura non può farlo, ma si può dire che immedesimandosi con il papà è come se le braccia del padre diventassero estensioni delle sue piccole braccia, i piedi diventassero prolunghe dei piedi del bimbo; e così, ciò che per natura non può fare lo fa per partecipazione, per grazia, per dono. Così, le braccia di Adamo ed Eva, le loro capacità, erano immense, potevano abbracciare l’inabbracciabile, cioè Dio stesso, che pioveva su di loro in ogni istante, in tutto, donando tutto quello che Lui è - perché il vero amore dà sempre tutto di sé.

Però, non si può solo ricevere.

Adamo ed Eva, con la grande capacità che avevano, ricevevano il tutto, lo facevano proprio e lo ridonavano a Dio personalizzato.

La Madonna stessa, nel libro da Lei dettato a Luisa, ‘La Vergine Maria nel Regno della Divina Volontà’, spiega con chiarezza a Luisa questo fatto, cioè come vi era una specie di gara tra Lei e il Padre e il Figlio e lo Spirito Santo: gareggiavano per vedere chi amasse di più. Certo, Dio vince sempre! Però, la Madonna, ricevendo tutto questo Amore che Dio faceva piovere su di Lei come mari immensi, prendeva questi mari d’amore, li faceva suoi e con il suo amore personale li voleva ingrandire per poterli rimandare a Dio più grandi di quelli che Lui aveva dato a Lei. Questo gioco d’amore faceva andare in estasi Dio! Era sempre una sorpresa anche per Lui il vedere come la sua Divina Volontà lavorasse nella sua creatura, come Maria sapesse personalizzare l’amore ricevuto da Lui e glielo ridonasse diverso, sempre nuovo! Dio si diceva: “Non posso lasciarmi vincere”, e dava di più. Ma la Madonna prendeva questo nuovo amore, lo rifaceva nuovo in Lei e glielo ridonava nuovamente. Per Maria SS. è avvenuto così fin dal suo concepimento. E questo è anche ciò che il Signore desidera che facciamo noi.

Vediamo, ora, come noi possiamo amare Dio. Noi possiamo amarlo con tutto ciò che Lui ci dona: con ogni palpito, ogni respiro... Ma, noi doniamo a Dio tutto quello che Lui stesso ci ha dato; la stessa preghiera è ispirata da Dio; allora che cosa di nostro doniamo a Lui? Vediamo allora con un esempio come personalizzare il dono.

Nel festeggiare il compleanno di un genitore la più piccola di casa corre da lui con slancio dicendo: “Mamma... papà, buon compleanno!”, presentandogli il biglietto d’auguri sul quale lei ha scritto con un grosso pennarello Ti amo papà, Ti amo mamma. Cos’è che fa sorridere? E’ proprio la personalizzazione che lei ha fatto del dono; dono che lei ha ricevuto dall’altro genitore che l’ha comprato e glielo ha dato. La piccina ha scritto gli auguri ed è corsa con slancio verso il genitore per donarglieli: è questo slancio d’amore che commuove e fa sorridere il genitore, questo desiderio della piccola di far proprio il dono e dire ‘questo viene da me’. E questo è ciò che il Signore vorrebbe da noi!

Vediamo praticamente come realizzare questo. ...

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