IIIª MEDITAZIONE (1ª parte)

Vivere nella Divina Volontà

Stralci di conversazione con Adriana Pallotti

San Giovanni Rotondo (FG) - 24 ottobre 1997

 

E’ giunto il tempo di testimoniare agli altri, a tutti, il grande ‘Dono’ della Divina Volontà. Chi è venuto a conoscenza di questo Dono che Dio vuole fare all’umanità, non può fare a meno di parlarne con gli altri; sente l’esigenza interiore di doverlo far conoscere, di volere esercitare questa Divina Volontà, di chiederla...

D. - Adriana, spiegaci come ‘pregare la Divina Volontà’ in tutti i nostri atti...

R. - Noi non dobbiamo più usare la nostra volontà umana. Dice Gesù a Luisa: “Non lasciar perdere un atto da dentro il mio Atto; non far perdere un battito di ciglio che non sia fatto nella mia Volontà!”. Pensate!... un battito di ciglio! Allora, noi sapendo che i nostri atti fatti nella Divina Volontà hanno un valore così grande, dobbiamo essere contenti di farne il più possibile, anzi, dobbiamo vivere una vita così! Non solo una successione di atti, ma atti continuati: così sarà ‘vita divina’ e non solo più successione di atti. Così la nostra vita sarà trasformata dall’umano al divino, come Gesù ha detto: “Voi fino adesso avete sempre adoperato la vostra volontà umana, i vostri cenci della volontà umana, che vi facevano solo cadere in terra e non vi permettevano di rialzarvi”... Invece con questa Divina Volontà subito rimbalziamo dentro Lui.

Ed anche se una piccola mancanza può avvenire, perché il vecchio Adamo spunta sempre, noi dobbiamo sempre dire: “Signore, più di prima nel Divin Volere. Perdonami!  Più di prima!”. Queste piccole mortificazioni per queste piccole miserie ci rendono più umili e noi ci alziamo con più slancio nelle braccia di Gesù, per vivere veramente in questa Divina Volontà.

D. - Ma, come fai a vivere questo, in modo pratico?!

R. - Per realizzare questo dobbiamo dire: “Signore, eccomi! Prendi la mia volontà e vieni Tu a vivere la tua Volontà Divina in me: vieni a pensare nella mia mente... Gesù, ti amo; Divina Volontà vieni a guardare nei miei occhi... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a palpitare nel mio cuore... Gesù, ti amo; vieni Divina Volontà a respirare nel mio respiro...”

- e così via, via - ...

“Gesù, ti amo; vieni, Divina Volontà a soffrire nel mio soffrire”; e questo è molto importante, perché Gesù ha detto di non lasciar perdere una piccola sofferenza a vuoto; perché quando è vissuta umanamente questa sofferenza ha valore umano, invece se noi la uniamo al suo soffrire, alla sua Passione, farà parte della sua stessa Passione; anche un piccolo mal di denti, anche un piccolo mal di testa... può far parte della sua Passione. Allora possiamo dire che noi siamo già stimmatizzati, anche noi, perché facciamo parte della sua Passione.

E’ tutto importante: anche un respiro, che sembra un nonnulla, eppure…: “Ah!… Gesù, ti amo; vieni a respirare nel mio respiro”.

Gesù nel suo respiro, nel suo sospiro chiamava tutte le anime alla grazia, e si rivolgeva al Padre: “Padre, fa’ che tutte le anime siano una cosa sola con Noi”. Gesù alzava sempre gli occhi al Padre. E quando noi sospiriamo, se questi sospiri che facciamo li uniamo alle intenzioni stesse di Gesù, faranno parte della sua stessa intenzione.

Quando riposiamo, la notte: “Gesù, vieni a riposare nel mio riposo, e metto la stessa tua intenzione che avevi quando Ti riposavi...”.

D. - Non ho capito cosa si intende per ‘entrare nell’Umanità di Gesù’!

R. - Dobbiamo prestare il nostro corpo a Gesù perché Lui possa continuare a vivere la sua Umanità nella nostra umanità. Prestiamo a Gesù il nostro corpo perché sia ancora Lui, in noi, a vivere i suoi atti. E Lui dice che ‘così sono tanti Gesù che camminano sulla terra’.

D. - Io dico al Signore: “Signore, vieni a predicare quando predico; vieni a parlare alle anime Tu quando parlo alle anime...”.

R. - Ecco, sì, sì, così! E in questi atti ti senti una carica nuova, una forza nuova, una forza divina: non è più una forza umana. A volte tu devi compiere un’azione e dici: “Ma come faccio ad affrontare questa cosa!? Solo Tu, Gesù, in me, puoi affrontarla! Vieni Tu in me...”. Lo metti presente anche nei problemi più grossi, nelle cose che umanamente non si potrebbero neanche sostenere; ed invece tu dicendo:

“Vieni Tu, Gesù, adesso in me a fare questo sforzo... a parlare con quella parola... a chiedere perdono a quella persona che non vorrei neanche avvicinare... vieni Tu, Gesù, in me...”.

E Lui ti dà una forza!...

D. - Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare questo peccatore... Vieni Tu, Gesù, in me ad incontrare quest’anima che non si riesce a prendere da nessuna parte...

R. - E Gesù dice che gli atti che facciamo nella Divina Volontà, sono atti creativi; non si fermano come gli umani, come quando facciamo gli atti solo umanamente. Facendoli con la Divina Volontà diventano atti creativi. “Questi atti possono creare cose più belle di quelle che ho fatte - ha detto il Signore -, mondi più belli di quelli che ho fatti, mondi di tutti i mondi”.

Allora, quando noi facciamo un atto nella Divina Volontà, questo atto diventa universale, abbraccia Cielo e terra: questo atto prima va ad aumentare la gloria degli Angeli e dei Santi in Cielo, poi, siccome è talmente potente, perché non è fatto da noi, ma è fatto da Dio, torna sulla terra e va ad aiutare un peccatore... un moribondo... un malato...; va in Purgatorio a liberare le anime dal Purgatorio...; senza che noi lo sappiamo; perché Gesù dice: “Ho il diritto Io di sapere dove vanno, perché sono i miei atti quelli!”. Noi crediamo che siano nostri, ma non è così, perché avendo detto: “Gesù, vieni in me”..., questi atti non sono più nostri, ma atti di Gesù.

Questi atti fatti così nella Divina Volontà hanno il potere di fare miracoli, di convertire, di salvare le anime, anche se noi non le vediamo, non importa. Quell’atto rimane in eterno; non è come quello umano che dopo un po’ possiamo anche perderlo, con un atto di superbia, quando lavoriamo umanamente. Invece se abbiamo detto: “Gesù, vieni...”, la superbia crolla, perché l’atto l’ha fatto Lui; e noi ci diciamo: “E’ Gesù che lavora in me... è Gesù che fatica in me... è Gesù che soffre in me..”. In questo modo l’orgoglio crolla.

D. - Qui non si tratta più di umiltà ...

R. - Qui non hanno più a che fare le virtù. Qui esiste il puro nulla. E’ il Tutto che viene in questo nulla e compie le sue opere. E’ la santità delle santità! Supera tutte le altre virtù, perché diventa la santità delle santità.

D. - Nella Divina Volontà le virtù sono al grado eroico, perché è Gesù stesso che le viene a fare in noi...

R. - Nella Divina Volontà si tratta di un atto unico, non viene con successione di atti, ma è un atto unico. E quando noi stiamo con Lui e con Lui facciamo questi atti, facciamo parte del suo Atto, Atto unico, eterno.

Quando Dio si Incarna, nello stesso atto: Dio viene a redimere, Dio risuscita, Dio crea, Dio fa tutto; perché nell’Atto di Dio è tutto presente. Continuamente la Passione è sempre in atto, la sua Nascita è sempre in atto; perciò è sempre Natale per noi, è sempre Pasqua, è sempre festa, sempre, sempre, sempre... perché in Dio non c’è successione di atti: è un Atto Unico. E’ bello questo, è vero?

D. - E poi, i nostri atti nella Divina Volontà, come quelli di Luisa Piccarreta, cominciano a formare questo Sole che dovrà sorgere, il Sole speciale della Divina Volontà che illuminerà le generazioni future.

R. - Le altre virtù sono lumicini, mentre gli atti nella Divina Volontà sono soli.

D. – Gli altri Santi sono come le stelle, eclissate dal Sole della Divina Volontà.

R. - Non si tratta più degli atti eroici, ad esempio di coloro che si sforzavano di arrivare ad una data virtù in modo eroico, oppure di arrivare alle flagellazioni o a chissà quali penitenze... e poi dicevano: “Oh, ci sono riuscito, io, io; ... sono riuscito a fare questa cosa!...”. Qui c’era la parte nostra. Invece nell’atto di Dio deve esistere niente di nostro, noi siamo niente; è tutta opera sua. Perciò, se Dio vuole che io faccia penitenza, mi darà un corpo che mi permetta di fare penitenza... Tutto è opera sua. 

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