SECONDO MISTERO della GLORIA 

L'Ascensione di Gesù al Cielo 


Girando nella tua Divina Volontà, Ti accompagno, Gesù mio, nei quaranta giorni dopo la tua Risurrezione e, fondendomi continuamente in Te, Ti seguo fino alla tua salita al Cielo, mettendo su ogni tuo atto il mio Ti amo, Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio.

La vita della Divina Volontà è vita operante, perché tutti la posseggono, ma la maggior parte la tiene soffocata e per farsi servire; e, mentre potrebbe operare prodigi di santità, di grazia ed opere degne della sua potenza, è costretta dalle creature a starsene senza poter svolgere il suo potere. Siamo perciò attenti a far sì che il cielo della Divina Volontà si stenda in noi ed operi col suo potere ciò che vuole e come vuole Gesù, nella tua Divina Volontà, il mio cuore ed il mio orecchio sono attenti alla tua divina parola:

“Figlia mia benedetta, non vi è tratto della mia vita che non simboleggi il Regno della mia Divina Volontà.

In questo giorno della mia Ascensione Io Mi sentivo vittorioso e trionfante, le mie pene erano già finite, anzi, lasciavo le mie pene già sofferte, in mezzo ai figli che lasciavo sulla terra, per aiuto, per forza e sostegno e come rifugio dove nascondersi nelle loro pene, per attingere dalle mie l’eroismo nei loro sacrifizi. Posso dire che lasciavo le mie pene, i miei esempi e la mia stessa vita come semenza, che maturandosi e crescendo doveva far sorgere il Regno della mia Divina Volontà.

Sicché: partivo e restavo. Restavo in virtù delle mie pene; restavo nei loro cuori per essere amato: dopo che la mia Santissima Umanità saliva al Cielo, sentivo più stretto il vincolo dell’umana famiglia, quindi non Mi sarei adattato a non ricevere l’amore dei miei figli e fratelli che lasciavo sulla terra; restai nel Santissimo Sacramento per darmi continuamente a loro e loro a darsi a Me: per far loro trovare il riposo, il ristoro ed il rimedio a tutti i loro bisogni. Le nostre opere non soffrono di mutabilità, ciò che facciamo una volta ripetiamo sempre.

Oltre di ciò, in questo giorno della mia Ascensione Io avevo doppie corone: la corona dei miei figli che portavo con Me nella Patria Celeste e la corona dei miei figli che lasciavo sulla terra, simbolo essi dei pochi che saranno principio del Regno della mia Divina Volontà.

Tutti quelli che Mi videro asceso al Cielo ricevettero tante grazie, che tutti misero la vita per far conoscere il Regno della Redenzione, e gettarono le fondamenta per formare la mia Chiesa, per far raccogliere nel suo grembo materno tutte le umane generazioni; così i primi figli del Regno della mia Volontà saranno pochi, ma saranno tali e tante le grazie di cui saranno investiti, che metteranno la vita per chiamare tutti a vivere in questo santo Regno.

Una nube di luce Mi investì, la quale tolse alla vista dei discepoli la mia presenza, i quali stavano come statue nel guardare la mia Persona, perch’era tanto l’incanto della mia beltà che teneva rapite le loro pupille, tanto che non sapevano abbassarle per guardare la terra, tanto che ci volle un Angelo per scuoterli e farli ritornare al Cenacolo.

Anche questo è simbolo del Regno del mio Volere: sarà tale e tanta la luce che investirà i suoi primi figli, che porteranno il bello, l’incanto, la pace del mio Fiat Divino, in modo che le creature facilmente si arrenderanno a voler conoscere ed amare un bene sì grande.

Ora, in mezzo ai discepoli c’era la mia Mamma che assisteva alla mia partita per il Cielo: questo è il più bel simbolo.

Sicché Essa è la Regina della mia Chiesa, l’assiste, la protegge, la difende; così siederà in mezzo ai figli della mia Volontà, sarà sempre Essa la motrice, la vita, la guida, il modello perfetto, la Maestà del Regno del Fiat Divino che tanto Le sta a Cuore; sono le sue ansie, i suoi desideri ardenti, i suoi deliri d’amore materno, che vuole i suoi figli in terra nel Regno dove Essa visse. Non è contenta di tenere i suoi figli solo in Cielo nel Regno della Divina Volontà, ma li vuole anche sulla terra, si sente che il compito datole da Dio come Madre e Regina non l’ha compiuto: la sua missione non è finita fino a tanto che non regni la Divina Volontà sulla terra in mezzo alle creature. Vuole i suoi figli che Le somiglino e che posseggano l’eredità della Mamma loro”.

E la dolce Mamma racconta:

“Il mio amato Figlio Gesù si trattenne risuscitato sulla terra quaranta giorni. Spesso spesso compariva agli Apostoli e discepoli per confermarli nella fede e certezza della sua Risurrezione e quando non stava con gli Apostoli, se ne stava insieme con la Mamma sua nel Cenacolo, circondato dalle anime uscite dal Limbo. Ma come spuntò il termine dei quaranta giorni, l’amato Gesù ammaestrò gli Apostoli e lasciando la sua Mamma come Guida e Maestra, ci promise la discesa dello Spirito Santo; e benedicendoci tutti si partì, prendendo il volo per la volta dei cieli, insieme con quella gran turba di gente uscita dal Limbo. Tutti quelli che stavano - ed erano in gran numero! - lo videro salire, ma quando arrivò su in alto, una nube di luce Lo tolse dalla loro vista.

La tua Mamma Lo seguì nel Cielo ed assistette alla gran festa dell’Ascensione. Molto più che per me non era estranea la Patria Celeste; e poi, senza di me non sarebbe stata completa la festa del Figlio mio asceso al Cielo. Tutto ciò non è stato altro che il potere del Volere Divino operante in me e nel Figlio mio”.

Mio Gesù, mentre Tu, con la tua entrata trionfante in Paradiso apri i battenti chiusi da tanti secoli alla povera umanità, io metto il mio Ti amo su quelle porte eternali e Ti prego, per quella stessa benedizione che desti a tutti i discepoli che assistettero alla festa della tua Ascensione, di benedire tutte le umane volontà, affinché esse conoscano e apprezzino il dono della vita vissuta nel tuo Volere. Per il grande amore con cui ci apristi le porte del Cielo, Ti prego, o mio glorioso Gesù, di far discendere da quelle stesse porte la Tua Divina Volontà affinché Essa regni sulla terra come regna in Cielo.

Amor mio, già sei assiso alla destra del Padre: inabissata nel mio povero piccolo nulla io Ti adoro, Ti benedico, Ti ringrazio e formo continuamente  col mio Ti amo lunghe catene che congiungano la terra al Cielo. Deh, lascia sempre aperte le porte della Celeste Dimora, affinché io possa incessantemente venire ai tuoi piedi, salire fra le tue braccia, per ripeterTi senza posa il mio canto d’amore: “Mandaci il Regno del tuo Santo Volere e la tua Volontà Divina si faccia sulla terra così come si compie in Cielo”.

Pater, 10 Ave, Gloria

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