Libro di Cielo - Volume 19°

Agosto 27, 1926 (51)

Titolo da darsi per la stampa del libro sulla Volontà di Dio. Il ritorno dell’uomo nell’ordine ed al suo posto.

Trovandomi nel solito mio stato, il mio sempre amabile Gesù mi faceva vedere il reverendo padre che deve occuparsi della stampa degli scritti sull’adorabile Volontà di Dio, e Gesù mettendosi a lui vicino gli diceva:

“Figlio mio, il titolo che darai al libro che stamperai sulla mia Volontà sarà questo: “Il Regno del Fiat in mezzo alle creature ‑ Libro di Cielo ‑ Il richiamo della creatura nell’ordine, al suo posto e nello scopo per cui fu creata da Dio”.

Vedi, anche il titolo voglio che corrisponda alla grande opera della mia Volontà. Voglio che la creatura comprenda che il suo posto assegnatole da Dio è nella mia Volontà, e fino a tanto che non entra in essa sarà senza posto, senza ordine, senza scopo; [l’uomo] sarà un intruso nella creazione, senza diritto di sorta e perciò andrà ramingo, senza pace, senza eredità; ed io mosso a compassione di lui gli griderò continuamente: ‘Entra nel tuo posto, vieni nell’ordine, vieni a prendere la tua eredità, a vivere in casa tua. Perché vuoi vivere in casa estranea? Perché vuoi occupare un terreno che non è tuo? E non essendo tuo, vivi infelice e sei il servo e lo zimbello di tutte le cose create. Tutte le cose create da me, perché stanno al loro posto, stanno nell’ordine ed in perfetta armonia, con tutta la pienezza dei loro beni assegnati loro da Dio; tu solo vuoi essere infelice, ma [di una] infelicità volontaria. Perciò vieni al posto tuo, là ti chiamo e ti aspetto’.

Perciò colui che si presterà a far conoscere la mia Volontà sarà il mio portavoce ed io gli affiderò i segreti del regno di essa”.

Onde dopo ciò, faceva vedere tutta la creazione, come tutte le cose create stanno al loro posto voluto da Dio e quindi nell’ordine perfetto e nella completa armonia tra loro; e la Suprema Volontà, perché stanno al loro posto, mantiene la loro esistenza integra, bella, fresca e sempre nuova; e l’ordine porta la felicità comune e la forza universale a tutti. Che incanto nel vedere l’ordine, l’armonia di tutta la creazione! E Gesù, riprendendo il suo dire, ha soggiunto:

“Figlia mia, come sono belle le opere nostre! Sono il nostro onore e la nostra gloria perenne. Tutte stanno al posto loro e ciascuna cosa creata compie perfettamente il suo ufficio. Solo l’uomo è il nostro disonore nella nostra opera creatrice, perché col sottrarsi dalla nostra Volontà cammina colla testa giù in terra e coi piedi all’aria. Che disordine! Che disordine! Fa ribrezzo a vederlo: camminando colla testa giù striscia la terra, si sconvolge tutto, si trasforma; alla vista le manca lo spazio necessario per guardare né può diffondersi nello spazio per conoscere le cose, né difendersi se il nemico gli sta dietro le spalle, né fare molto cammino, perché, poveretto, colla testa deve strisciare, non camminare, perché l’ufficio di camminare è dei piedi, quello della testa è di dominare. Sicché il fare la propria volontà è il vero e perfetto capitombolo dell’uomo e il disordine dell’umana famiglia.

Perciò m’interessa tanto che la mia Volontà sia conosciuta, affinché [l’uomo] ritorni al suo posto, non più strisci con la testa giù, ma cammini coi piedi; non più formi il mio ed il suo disordine[1], ma il mio ed il suo onore. Guarda tu stessa. Non compariscono brutte le creature, vederle camminare con la testa per terra? Non dispiace anche a te vederle così disordinate?”

Io guardavo e vedevo le teste giù ed i piedi in aria. Gesù è scomparso ed io son rimasta a guardare questo brutto spettacolo delle umane generazioni e pregavo di cuore che la sua Volontà sia conosciuta.

 



[1] probabilmente disonore

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