Ottobre 24, 1925 (9)
Trovandomi nel solito mio stato, il mio dolce Gesù me lo sentivo muovere nel mio interno, in atto di stendersi in me, come se si mettesse in agonia. Io sentivo il suo rantolo di agonizzante, e mi sentivo anch’io agonizzante insieme con lui. Onde, dopo d’aver sofferto un poco insieme con Gesù, mi ha detto:
“Figlia mia, il pensare alla mia passione, il compatirmi nelle mie pene, mi è molto gradito; sento che non sono solo nelle mie pene, ma [sento] insieme con me la compagnia della creatura, per causa della quale io soffro e che amo tanto, ed avendola insieme con me, il patire mi si rende più dolce. Com’è duro l’isolamento nel patire! Quando mi veggo solo, non ho a chi affidare le mie pene, né a chi dare il frutto che le mie pene contengono, e perciò resto come affogato[1] di pene e di amore e, perciò, il mio amore non potendone più, vengo da te per soffrire in te, e tu insieme con me soffri le pene della mia passione, in atto, per ripetere ciò che io feci e patii nella mia umanità. Il ripetere la mia passione in atto nella creatura, differisce da chi solo pensa e compatisce le mie pene; quelli[2] è un atto della mia vita, che si mette al mio posto per ripetere le mie pene, ed io sento ridarmi gli effetti, il valore d’una vita divina; invece il pensare alle mie pene ed il compatirmi, è la sola compagnia che sento della creatura. Ma sai tu in chi posso ripetere le mie pene in atto della mia passione? In chi sta come centro di vita la mia Volontà.
Solo la mia suprema Volontà è un atto che non ha ascensioni di atti; quest’atto solo è come fissato ad un punto che mai si sposta, questo punto è l’eternità; e mentre è un atto solo, è atto primo, atto interminabile, però la sua circonferenza è tanto immensa che nulla le può sfuggire; abbraccia tutto e tutti con un solo amplesso, partendo tutto da quell’atto primo, come un sol atto. Sicché la creazione, la redenzione e santificazione, è un atto solo per la Divinità, e solo perché atto solo, tiene la potenza di fare suoi tutti gli atti come se fossero uno solo. Ora, chi vive nella mia Volontà possiede quest’atto solo, e non è meraviglia che prenda parte alle pene della mia passione, come in atto. In quest’atto solo, trova come in atto il suo Creatore che crea la creazione, e lei, formando un atto solo col suo Dio, crea insieme, scorrendo come un sol atto in tutte le cose create, e forma la gloria della creazione al suo Creatore; il suo amore brilla su tutte le cose create, gode e prende piacere di esse, le ama come cose sue e del suo Dio; in quell’atto solo lei ha una nota che fa eco a tutto l’operato divino, e dice nella sua enfasi d’amore: ‘Ciò che è tuo è mio, e ciò che è mio è tuo; sia gloria, onore ed amore al mio Creatore!’. In quest’atto solo, [l’anima] trova in atto la redenzione, la fa tutta sua, soffre le mie pene come se fossero sue, scorre in tutto ciò che io feci, nelle mie preghiere, nelle mie opere, nelle mie parole, in tutto ha una nota di riparazione, di compatimento, di amore e di sostituzione alla mia vita. In quest’atto solo trova tutto, tutto fa suo, e dovunque mette il suo ricambio d’amore. Perciò il vivere nella mia Volontà è il prodigio dei prodigi, è l’incanto di Dio e di tutto il cielo, che veggono scorrere la piccolezza della creatura in tutte le cose del loro Creatore e, come un raggio solare legato a quest’atto solo, si diffonde ovunque ed in tutti.
Perciò ti raccomando che mai, anche a costo della tua vita, esci da quest’atto solo della mia Volontà, affinché ripete in te come in atto la creazione, la redenzione e santificazione. Vedi, anche la natura contiene le similitudini di quest’atto solo. Nell’atmosfera il sole tiene un atto solo; dacché da Dio fu creato, fa sempre un atto solo. La sua luce, il suo calore, sono tanto trasfusi insieme, che si rendono inseparabili l’una dall’altro, e sta sempre in atto, dall’alto, di mandare luce e calore, e mentre dall’alto non sappia[3] fare altro che un solo atto, la circonferenza della sua luce scende nel basso: è tanta, che abbraccia tutta la terra, e col suo amplesso produce innumerevoli effetti, si costituisce vita e gloria di tutte le cose create. In virtù di questo atto solo, [il sole] tiene virtù di racchiudere in sé ciascuna pianta, e somministra, a chi lo sviluppo, a chi la maturazione dei frutti, a chi la dolcezza, a chi il profumo; si può dire che tutta la terra mendica dal sole la vita, e ciascuna pianta, anche il più piccolo filo d’erba, implora dal sole la sua crescenza e ciascun frutto che deve produrre; ma il sole non cambia mai azione, si gloria di fare sempre un atto solo. Anche la natura umana contiene la similitudine di un atto solo, e questo lo contiene il palpito del cuore. Incomincia la vita umana col palpito; questo fa sempre un atto solo, non sa fare altro che palpitare, ma la virtù di questo palpito, gli effetti, sono innumerevoli sulla vita umana, come palpita, e ad ogni palpito, fa circolare il sangue nelle membra, fino nelle parti estreme, e come palpita dà la forza ai piedi per camminare, alle mani d’operare, alla bocca di parlare, alla mente di pensare; somministra il calore, la forza a tutta la persona; tutto dal palpito dipende, tanto vero che se il palpito è un po’ stentato, si perde l’energia, la voglia di operare; l’intelligenza [è] attutita, [la persona è] piena di dolori, [sente] un malessere generale, e se cessa il palpito cessa la vita.
La potenza di un atto solo continuamente ripetuto è grande, molto più l’atto solo d’un Dio eterno che tiene virtù di fare tutto con un sol atto; e chi vive nella mia Volontà si trova già in questo atto solo; e come il cuore fa sempre un palpito nella natura umana, che si costituisce vita di essa, così la mia Volontà nel fondo dell’anima palpita continuamente, ma d’un palpito solo, e come palpita, le dà la bellezza, la santità, la fortezza, l’amore, la bontà, la sapienza; questo palpito racchiude cielo e terra, è come circolazione di sangue, è circonferenza di luce, si trova nei punti più alti e nelle parti più estreme. Dove questo atto solo, questo palpito dell’anima, tiene pieno vigore e regna completamente, è un prodigio continuato, è il prodigio che solo sa fare un Dio, e perciò si scoprono in lei nuovi cieli, nuovi abissi di grazie, verità sorprendenti. Ma se si domanda: ‘Donde tanto bene?’, risponderebbe unita col sole, insieme col palpito umano e coll’atto del Dio eterno: ‘Faccio una sol cosa, faccio sempre la Volontà di Dio e vivo in Essa; questo è tutto il mio segreto’ ”.
Detto ciò è scomparso, ma dopo mi son trovata fuori di me stessa, col bambinello Gesù in braccio. Era tanto pallido, tremava tutto, con le labbra livide, freddo, e tanto dimagrito che faceva pietà. Mi sembrava che si era rifugiato nelle mie braccia per essere difeso. Io me l’ho stretto al mio cuore per riscaldarlo, gli prendevo le manine ed i piedini nelle mie mani, li stringevo per fare che non tremasse, lo baciavo e ribaciavo, gli dicevo che l’amavo tanto, tanto. Ma mentre ciò facevo, il bambinello si coloriva, cessava dal tremare, si rifaceva tutto e si stringeva più a me. Ma mentre io credevo che restasse sempre con me, con mia sorpresa ho visto che pian pianino se ne scendeva dalle mie ginocchia. Io ho gridato, tirandolo col braccio: “Gesù dove vai? Come, mi lasci?”
E Lui: “Debbo andarmene”.
Ed io: “Quando ritorni?”
E Gesù: “Da qui a tre anni”, ed ha preso la via per andarsene.
Ma chi può dire il mio dolore? Ripetevo tra me, tra le lacrime e convulsa: “Da qui a tre anni lo rivedrò! Oh! Dio come farò?” Ma era tanto il dolore, che svenni e non capii più nulla. Ma mentre svenuta languivo, appena ho aperto gli occhi vedevo che [Gesù] aveva dato la voltata e che saliva dall’altro mio ginocchio, e pian pianino si accovacciava nel mio grembo, e con le sue manine mi carezzava, mi baciava e mi ripeteva: “Chetati, chetati, che non ti lascio”. E come mi diceva: “Non ti lascio”, così mi sentivo rinvenire, ridare la vita, e mi son trovata in me stessa, ma con tale timore che mi sentivo morire.
[1] in altra edizione si legge ‘soffogato’
[2] quello
[3] non sa
fonte audio: yahoo/group/ladivinavolonta