Libro di Cielo - Volume 18°

Gennaio 24, 1926 (20) 

La mia Volontà è la madre di tutte le volontà delle creature.

Mi sentivo tutta abbandonata dal cielo e dalla terra; pensavo tra me che Gesù mi diceva, molto tempo addietro, che io dovevo vivere nel duro esilio della vita come se non ci fosse più nessuno che Gesù ed io; tutti dovevano scomparire dalla mia mente e dal mio cuore. Ed ora, dopo che tutto mi è scomparso, ed abituata a vivere solo con Gesù, anche lui è fuggito lasciandomi sola, in preda ad amarezze indicibili, nel duro stato del­l’isolamento. Oh, Dio, che pena! Abbi pietà di me! Ritorna a chi sente il bisogno della tua vita, più della vita propria.

Ora, mentre ciò pensavo, ed altre cose più strazianti ancora, che sarebbe troppo lungo il dirle, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno, e sospirando mi ha detto: “Figlia del mio supremo Volere, coraggio nel tuo isolamento, questo serve come compagnia alla mia Volontà abbandonata dalle creature; il dolore del mio isolamento. Oh, com’è più duro del tuo! La mia Volontà è la madre di tutte le volontà delle creature. Essa, come madre tenerissima, si è lasciata nel centro della creazione per partorirsi le umane volontà e tenersele a sé tutte d’intorno, allevarle sulle sue ginocchia, nutrirle col latte dei suoi insegnamenti celesti, e farle crescere a sua somiglianza, dando loro tutta la creazione dove trastullarsi. E siccome la mia Volontà è centro d’ogni cosa creata, dovunque le creature sarebbero andate, Essa come centro d’ogni cosa, le[1] sarebbe stata più che madre affettuosa sempre vicino, , per non far loro mai mancare le sue cure materne, e per non farle discendere dalla sua nobiltà e somiglianza; ma ahimé! Queste figlie, queste volontà umane partorite da questa madre celeste della[2] mia Volontà, disprezzando e non curando tutte le sue cure materne, il suo amore, le sue tenerezze e premure, ad onta che Essa è vicino a loro, le volontà umane sono lontane da questa madre, molte neppure la conoscono, altre la disprezzano e se ne fanno beffe. Povera madre, che è la mia Volontà! In mezzo a tanti figli partoriti da Essa, resta isolata, abbandonata, e mentre tutti prendono del suo per vivere, se ne servono per screscere[3], a sua dissomiglianza, e per offenderla. Si può dare dolore più grande per una madre, che l’abbandono dei propri figli? Non essere conosciuta dal parto delle sue proprie viscere, e[4] cambiandosi in nemici offendono colei che li ha dati alla luce? Perciò il dolore dell’isolamento della mia Volontà è grande ed inconcepibile; perciò, il tuo isolamento sia la compagnia di questa madre isolata, che piange e cerca i suoi figli, che per quanto piange, grida, chiama i suoi figli, e con le voci più tenere, con le lacrime più amare, con i sospiri più ardenti, e con le voci più tonanti di castighi, questi figli discoli se ne stanno lontani dal seno di colei che li ha generati. Figlia mia, non vuoi prendere parte, come vera fedele figlia della mia Volontà, al suo dolore ed al suo isolamento?”

Onde, dopo ciò, mi son messa a fare l’adorazione al mio crocifisso Gesù, ed innanzi alla mia mente passavano una lunga fila di soldati tutti armati, che non finiva mai; io avrei voluto pensare al mio crocifisso Gesù e non già vedere soldati, ma mio malgrado ero costretta a vedere questi soldati armati di tutto punto. Onde pregavo il mio dolce Gesù che allontanasse da me questa vista, affinché potessi restare libera con lui.

E Gesù, tutto afflitto, mi ha detto: “Figlia mia, quan­to più il mondo apparentemente sembra in pace, decantano pace, tanto più sotto quella pace effimera e mascherata, nascondono guerre, rivoluzioni e scene tragiche per la povera umanità; e quanto più pare che favoriscano la mia Chiesa e inneggiano vittorie e trionfi e pratiche d’unione tra stato e Chiesa, più vicino è la zuffa che preparano contro di essa. Così fu di me, fino a tanto che non mi acclamarono Re e non mi ricevettero con trionfi, io potetti vivere in mezzo ai popoli, ma dopo la mia entrata trionfale in Gerusalemme, non mi lasciarono più vivere, e dopo pochi giorni mi gridarono: ‘Cru­cifige!’[5], e armandosi tutti contro di me, mi fecero morire. Quando le cose non partono da un fondo di verità, non hanno forza di regnare a lungo, perché mancando la verità, manca l’amore, e manca la vita che le sostiene; e perciò è facile uscire[6] fuori ciò che nascondevano, e cambiano la pace in guerra, e i favori in vendette. Oh, quante cose impreviste stanno preparando!”

Gesù è scomparso, ed io son rimasta tutta afflitta, e pensavo tra me: “Il mio amato Gesù mi ha detto tante volte che io ero la piccola neonata della Divina Volontà, quindi neonata appena, senza aver formata la mia piccola vita in questo Voler supremo. Gesù, ora che avevo più bisogno per formare la mia crescenza, mi lasci sola, onde io sarò come un parto abortito nella Divina Volontà, senza avere esistenza. Non vedi dunque, amor mio, in che stato compassionevole mi trovo, e come i tuoi stessi disegni su di me si risolvono nel nulla? Deh! Se non vuoi aver pietà di me, abbi pietà di te stesso, dei disegni tuoi e dei tuoi lavori, che hai fatto alla povera anima mia”. Ma mentre la mia povera mente voleva inoltrarsi nello stato doloroso in cui mi trovo, l’amato mio bene è uscito da dentro, e guardandomi tutta dalla testa ai piedi mi ha detto: “Figlia mia, nella mia Volontà non ci sono morti, né aborti, e chi vive in Essa contiene per vita la vita della mia Volontà, ed ancorché si sente morire, ed anche morta, si trova nella mia Volontà, la quale, contenendo la vita, la fa risorgere in ogni istante a nuova luce, a nuova bellezza, grazia e felicità, e dilettandosi di conservarla sempre piccola in sé per averla grande con sé, piccola ma forte, piccola ma bella, neonata appena, affinché nulla di umano avesse, ma tutto divino, sicché la sua vita è la sola Volontà mia, la quale effettuerà tutti i miei disegni, senza nulla spendere[7].

Sarai come la goccia d’acqua sommersa nel gran mare, come il chicco del grano nelle grandi masse dei granelli: per quanto come scomparsa nel mare la goccia d’acqua, ed il chicco negli innumerevoli granelli, non si può negare, né togliergli il diritto che la loro vita esista. Perciò non temere, e fa che perdi la tua vita, per acquistare il diritto di avere per vita la sola mia Volontà”.

 



[1] a loro

[2] che è la

[3] decrescere

[4] che

[5] crocifiggi

[6] che esca

[7] sperdere

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