17° Volume - Maggio 21, 1925 (44)

“La mia Volontà non vuole restare sola nel suo atto, ma vuole la compagnia del tuo atto, vuole il tuo ricambio”.

Stavo pensando tra me, e quasi mi lamentavo col mio amabile Gesù, che delle volte opera in modo che viene e mi fa soffrire alla presenza del confessore; e per quanto io faccia a resistere di non cadere in quello stato di perdimento dei miei sensi e di pene, mi riesce impossibile, e io dico a Gesù: “Amor mio, c’era tempo stanot­te; c’è tempo oggi di venire e di farmi soffrire; per ora che sta il confessore, lasciami libera, e dopo farai ciò che vuoi, sarò a tua disposizione...”. Ma che! Invano è il dirlo: una forza irresistibile mi sorprende e mi mette in stato come se stessi morendo; quindi mi lamentavo di ciò con Gesù, e lo pregavo che ciò non permettesse... E lui, tutto bontà, mi ha detto:

“Figlia mia, se ciò permetto, è [per] la fermezza del confessore, che non smette di pregarmi di farti soffrire, sempre con lo scopo della mia gloria e di placarmi. Se io non concorressi, resterei disonorato in te, e faresti mettere in dubbio le verità che ti ho manifestato, tanto sulla mia Volontà quanto sulle altre virtù. Si direbbe: ‘Dov’è l’ubbidienza della vittima, che deve essere trasmutata anche la stessa natura nella voluta ubbidienza?’. Sicché tu non ti accorgi che, rifiutando questo che io opero, verresti a disonorarmi e a non far credere più che sono io che ti parlo e che opero in te. Oltre di ciò tu devi sapere che per affidare a te la missione della mia Volontà, se non ti tolsi la macchia originale come feci con la mia diletta Mamma, ti tolsi il fomite della concupiscenza ed il germe della corruzione, perché conveniva al decoro e alla santità della mia Volontà, che non prendesse posto in una volontà e natura corrotta; sarebbero state come nubi dirimpetto al sole del mio Volere, e le conoscenze di Esso, come raggi, non sarebbero penetra­te e [non avrebbero] preso possesso dell’anima tua. Ora, stando la mia Volontà in te, con te sta legato tutto il cie­lo, la Vergine Santissima, tutti i santi ed angeli, perché Essa è vita di ciascuno di loro; onde quando tu tentenni, anche menomamente, o rifletti se devi o no aderire, cie­lo e terra si sentono scuotere dalle fondamenta, perché quella Volontà, che è vita di tutti e che per somma sua bontà vuole regnare in te come in cielo, non ha il suo pieno dominio, il suo giusto onore. Perciò ti raccomando, non chiamare più in vita il tuo volere, se vuoi che il tuo Gesù resti onorato in te e la mia Volontà resti col suo pieno dominio”.

Io son restata spaventata nel sentir il gran male che faccio, solo al riflettere se debbo o no cedere a quello che Gesù vuole da me, che poi finisco sempre col cedere... Che sarebbe se, mai sia, non cedessi? E mi sentivo angustiata, temendo che potessi ciò fare, ed il mio amabile Gesù, avendo compassione della mia angustia, ché mi sentivo schiacciare temendo che, mai sia, non facessi sempre la sua Santissima Volontà, è ritornato e mi ha detto:

“Figlia mia, coraggio, non temere; perciò te l’ho detto e te l’ho fatto vedere come tutto il cielo è legato a quella Volontà mia che regna in te, affinché [tu] mai ceda alla tua volontà, perché Volontà Divina ed umana so­no i più fieri nemici tra loro; e siccome la Volontà Divina è la più forte, la più santa, la più immensa, conviene che il nemico, la volontà umana, stia sotto, ai suoi piedi, e serva di sgabello alla Volontà Divina. Perché chi deve vivere nel mio Volere non deve considerarsi come cittadino terrestre, ma deve tenersi in conto di cittadino del cielo; e con giusta ragione tutti i beati si sentono scossi, ché chi vive con la loro stessa Volontà pensa di mettere in campo la volontà umana, causa di disordine, ciò che mai è entrato nelle regioni celesti. Tu devi essere convinta che col vivere della mia Volontà, la vita della volontà tua è finita, non ha più ragione di esistere. Perciò ti ho detto tante volte che il vivere nella mia Volontà è ben diverso dal solo fare la mia Volontà: questi[1] sono liberi di darla e di riprenderla[2], perché vivono come cittadini terrestri; ma chi vive in Essa è legato ad un punto eterno, scorre insieme con la mia [Volontà] ed è circondato da fortezza inespugnabile. Perciò non temere, e sii atten­ta”.

Poi, come se mi volesse sollevare e raffermare nella sua Santissima Volontà, mi ha preso la mano nella sua e mi ha detto:

“Figlia mia, vieni a fare il tuo giro nella mia Volon­tà... Vedi, la mia Volontà è una, ma scorre in tutte le cose create come divisa, ma senza dividersi. Guarda le stelle, l’azzurro cielo, il sole, la luna, le piante, i fiori, i frutti, i campi, la terra, il mare, tutto e tutti: in ogni cosa c’è un atto della mia Volontà, e non solo c’è un atto, ma si è rimasta[3] come conservatrice del mio stesso atto in ogni cosa creata. La mia Volontà non vuole restare sola nel suo atto, ma vuole la compagnia del tuo atto, vuole il tuo ricambio; perciò ti ho messa nella mia Volontà, affinché faccia compagnia agli atti miei, ed insieme con la mia Volontà tu vorrai ciò che voglio io: che le stelle luccichino, che il sole riempia di luce la terra, che le piante fioriscano, che i campi biondeggino, che l’uccello gorgheggi, che il mare mormori, che il pesce guizzi; insomma, vorrai ciò che voglio io, onde la mia Volontà non si sentirà più sola nelle cose create, ma sentirà la compagnia dei tuoi atti. Perciò gira per ogni cosa creata, e costituisciti atto per ogni atto della mia Volontà. È questo il vivere nel mio Volere: non lasciare mai solo il tuo Creatore, ammirare tutte le sue opere, e dargli, ai suoi atti divini, i piccoli atti di creatura”.

Io, non so come, mi son trovata in quel vuoto immenso di luce, per trovare tutti quegli atti usciti dalla Volontà di Dio, per mettervi il mio contraccambio, di atto di adorazione, di lode, d’amore e di ringraziamento, e poi mi son trovata in me stessa.

 



[1] coloro che solo fanno la mia Volontà

[2] la volontà umana

[3] la mia Volontà si è lasciata