17° Volume - Aprile 26, 1925 (39)

“Il segno più certo che io abito in te, è che la mia Volontà ha il suo posto d’onore in te, che ti domina e che fa di te ciò che vuole”.

Stavo pensando tra me a certe cose sulla Volontà di Dio, che il buon Gesù mi aveva detto e che le hanno messe fuori in stampa, e di conseguenza girano per le mani di chi le vuole leggere... Sentivo tale vergogna in me, che mi portava una pena indescrivibile, e dicevo: “Amato mio bene, come hai ciò permesso? I nostri segreti, che per obbedire ho scritto, e per solo amor tuo, sono già a vista degli altri; e se continueranno a pubblicare altre cose, io ne morrò di vergogna e di pena. E dopo tutto ciò, per compenso del mio duro sacrifizio, mi hai così dolorosamente lasciata! Ah, se tu fossi stato con me, avresti avuto pietà della mia pena e mi avresti dato la forza a sopportare tanta vergogna e pena!”.

Ma mentre ciò pensavo, il mio dolce Gesù è uscito da dentro il mio interno, e mettendomi una mano alla fronte e l’altra alla bocca, come se volesse arrestare i tanti pensieri affliggenti che mi venivano, mi ha detto:

“Taci, taci, non voler andare più oltre; non sono cose tue, ma mie. È la mia Volontà che vuol fare la sua via per farsi conoscere, e la mia Volontà è più che sole; e per nascondere la luce del sole ci vuol troppo, anzi è del tutto impossibile, e se la parano da un lato, essa sorpassa l’ingombro che le hanno messo avanti, e sfuggendo dagli altri lati, con maestà fa la sua via, lasciando confusi quelli che volevano impedire il suo corso, perché se l’hanno[1] vista sfuggire da tutte le parti senza poterla afferrare. Si può nascondere una lucerna, ma il sole non mai. Tale è la mia Volontà, più che sole, e volerla tu nascondere ti riuscirà impossibile… Perciò taci, figlia mia, e fa che il sole eterno della mia Volontà faccia il suo corso, sia per mezzo degli scritti, della stampa, [che] delle tue parole e dei tuoi modi. Fa che Essa superi ogni ostacolo, sfugga a tutti gli impedimenti e come sfolgorante luce percorra tutto l’universo mondo... Io lo sospiro, lo voglio. E poi, che gran che è stato messo fuori, delle verità della mia Volontà? Si può dire che appena gli atomi della sua luce. E sebbene atomi ancora, se sapessi il bene che fanno…! Che sarà quando, riunite tutte le verità che ti ho scoperto della mia Volontà, la fecondità della sua luce, i beni che contiene, l’infinita estensione dei meriti che moltiplica e tutto il resto, quando il tutto sarà riunito in un assieme e ne formerà, non gli atomi o il sole che spunta, ma il suo pieno meriggio? Che sarà…? Qual bene non produrrà questo sole eterno in mezzo alle creature? Ed io e tu saremo, oh, quanto contenti, nel vedere la mia Volontà conosciuta, amata ed eseguita! Perciò lasciami fare.

E poi, no, non è vero che ti ho lasciata. Come non mi senti in te? Non senti l’eco della mia preghiera nel tuo interno, che abbraccio tutto e tutti senza che nessuno mi sfugga, perché tutte le cose e le generazioni tutte sono come un punto solo per me, e per tutti io prego, amo, adoro il Padre mio, riparo…? E tu, facendo eco alla mia preghiera, ti senti come se prendessi in pugno tutti e tut­to, e ripeti ciò che faccio io. Forse sei tu che lo fai, oppure la tua capacità? Ah, no, no! Sono io che sto in te; è la mia Volontà che ti fa prendere come in pugno tutti e tutto, e continua il suo corso nell’anima tua. E poi, vuoi tu qualche cosa fuori della mia Volontà? Che temi, che io possa lasciarti? Non sai tu che il segno più certo che io abito in te, è che la mia Volontà ha il suo posto d’onore in te, che ti domina e che fa di te ciò che vuole? Io e la mia Volontà siamo inseparabili, e [Essa] rende inseparabile da me chi si lascia da Essa dominare”.

 



[1] se la sono