17° Volume - Marzo 8, 1925 (34)

“Se vuoi percorrere le vie dell’eterno Volere, entra dalla porta della mia umanità; dentro vi troverai la mia Divinità”.

Stavo dicendo fra me: “Quanto vorrei percorrere tut­te le vie del Volere eterno, per poter trovare tutti gli atti di questa Volontà suprema, usciti da Essa a bene di tutta l’umana famiglia, per poter mettere a ciascun atto della sua Volontà un atto della mia, per ricambiarlo col mio amore, con la mia gratitudine, col mio grazie, per me ed a nome di tutti i miei fratelli! Ma come posso trovare tutti questi atti della Volontà Divina, io, che sono così piccola, così insignificante?”.

Ora, mentre così pensavo, desiderando di abbracciare, di mettere un mio bacio, un mio ti amo almeno, ad ogni atto della suprema Volontà, mi son sentita muovere nel mio interno il mio dolce Gesù, ed una luce nella mia mente che mi diceva: “Figlia mia, vuoi tu percorrere tut­ti gli atti della mia Volontà, usciti da Essa a bene di tutte le creature? Vieni con me nella mia umanità, io lo voglio, sospiro che tu lo faccia. Tu devi sapere che la mia umanità percorse tutte le vie dell’eterno Volere, ed in tutti gli atti che trovavo fatti a bene di tutti i miei fratelli, emettevo il mio, per contraccambiare la Divina Volontà di tanti suoi atti, fatti a bene di tutte le umane generazioni. Era l’atto più legittimo che mi conveniva fare, per primo onore del mio Padre celeste. E come ciò facevo, lasciavo il deposito di questi miei atti nella stessa Volontà Divina, affinché stessero sempre in atto di dare al mio Divin Padre questo legittimo onore che le creature non gli danno, e violentare l’eterna Volontà a far pace con la umana volontà. La volontà, anche nella creatura, è il deposito di tutti i suoi pensieri, del bene e del male che fa; essa è depositrice[1] di tutto, e nulla si fa sfuggire che non depone in sé. Ora, la mia umanità aveva due volontà, l’umana e la Divina, e tutto ciò che io facevo deponevo nella Divina, non solo per poter trovare tutti gli atti fatti dalla suprema Volontà e ricambiarla, ma per poter fare altri nuovi atti di Volontà Divina, per poter formare in Essa, di tutto l’operato della mia umanità, una nuova creazione, lasciandone il deposito in Essa, affinché me lo mantenesse integro, sempre nuovo e bello, senza crescere né decrescere, perché non soggetto a subire la minima diminuzione. Come nella creazione del cielo, del sole, delle stelle, di tante altre cose create dal­la Divinità per bene di tutta l’umana famiglia, fu lasciato il deposito nella suprema nostra Volontà, affinché le conservasse sempre in quello stato da Noi creato, come di fatto le conserva, così affidai tutto l’operato della mia umanità in essa Divina Volontà, affinché tutto ciò che feci stesse sempre in atto di darsi alle creature. Il mio operato è più che nuovo cielo, sole e stelle; e come il sole che sta sul vostro orizzonte non si rifiuta di dar luce a tutti e di darsi a ciascuno‑e se l’occhio umano non prende tutta la immensità della sua luce, è perché la circonferenza dell’occhio è piccola, anzi, a seconda che la vista è più acuta, più buona, prende più luce, ma il sole sta in atto di volersi dare tutto‑così la nuova creazione dei miei atti, fatti tutti in questa Volontà Divina e deposti in Essa per redimere, per ripristinare la creatura, stanno in atto di darsi a tutti, e più che sole, stelle e cielo, si stendono sul capo di tutti, affinché tutti possano prendere il gran bene che contengono.

Però tra il sole che splende nell’azzurro cielo, e quello che contiene l’azzurro cielo della mia umanità[2], c’è gran differenza: in quello, per quanto l’occhio si affatica a guardare per riempirsi di luce, la sua circonferenza non si allarga, rimane sempre quello che è; invece l’occhio dell’anima, quanto più si affatica a guardare, a cooperare, a conoscere, ad amare tutto ciò che ha fatto la mia umanità, si allarga di più, riceve più luce, comprende di più e prende più beni, sicché sta in suo potere essere più ricca o povera, più piena di luce, di calore, o più fredda ed in tenebre. Ora, se vuoi percorrere le vie dell’eterno Volere, entra dalla porta della mia umanità; dentro vi troverai la mia Divinità, e la Divina Volontà ti farà presente, come in atto, tutto ciò che ha fatto, fa e farà, tanto nella creazione, come nella redenzione e santificazione, e avrai il contento di poter baciare quegli atti e mettere in ognuno il tuo piccolo atto d’amore, d’ado­razione, di riconoscenza... Lì, troverai i miei atti, tutti in atto di darsi a te, e tu li amerai e prenderai i doni del tuo Padre celeste, che più grandi non poteva darti, cioè i doni, i frutti, gli effetti del suo Volere; ma li prenderai a seconda che cooperi e che faccia vivere la tua volontà sperduta nella mia”.

Onde per poco mi son sentita tutta in Gesù, e mi pareva di trovare in lui tutto l’operato della Divina Volontà a bene delle creature, come in atto. Io cercavo di seguire uno per uno gli atti della Volontà suprema; ma mentre ciò facevo mi è scomparso tutto... Ma il delirio di voler di nuovo il mio dolce Gesù mi faceva spasimare; onde, dopo molti stenti, me l’ho sentito dietro le mie spalle, che stendendomi le sue braccia, mi prendeva le mani fra le sue... Io, con violenza, l’ho tirato avanti, e con tutta l’amarezza dell’anima mia gli ho detto: “Gesù, non mi vuoi più bene”. E lui, subito, senza darmi tempo a dirgli altro, mi ha detto: “Figlia mia, come?! A me si dice: ‘Non mi vuoi più bene?’. Queste parole si possono dire alle creature, ma non al tuo Gesù, a colui che mai può venire meno nell’amore”.

E mentre ciò diceva, mi guardava fisso fisso dentro, come se volesse trovare in me una cosa che molto gli in­teressava, e guardava e riguardava… Finalmente mi son sentita uscire da dentro il mio interno un altro Gesù, tut­to simile a quello di fuori. Io son rimasta meravigliata, nel vedere che il mio Gesù mi stava dentro di me e fuori di me; e lui, tutto bontà, mi ha detto: “Dimmi, figlia mia, chi ha formato questa mia vita in te? Non è l’amo­re? Non sono le mie catene amorose, che non solo mi hanno formato in te, ma mi tengono legato ed avvinto a te? E per fare che questa mia vita in te potesse sempre crescere, ho messo in te il mio eterno Volere, [e] facendo uno solo[3] col tuo, ci alimentiamo insieme con lo stesso cibo celeste, in modo da fare una la mia vita con la tua; e con tutto ciò mi dici ‘non mi vuoi più bene’?”.

Io sono rimasta confusa, e non ho saputo che dire…

 



[1] depositaria

[2] che l’azzurro cielo della mia umanità contiene

[3] un solo volere