17° Volume - Febbraio 15, 1925 (31)

“L’operato della mia Volontà si può chiamare onda eterna, che travolge cielo e terra come in un punto solo”.

Mi stavo tutta abbandonando nella Santissima Volontà di Dio; ed in questo totale e pieno abbandono sentivo in me un nuovo cielo, un’aria tutta divina che m’in­fondeva nuova vita. Ed il mio sempre amabile Gesù, muovendosi nel mio interno, mi sembrava che mi stendesse le braccia per ricevermi e nascondermi in lui, e mettermi sotto questo nuovo cielo della sua Volontà, che in me, con la grazia sua, si era formato; ed io con gran contento respiravo l’aria balsamica e dolce della sua Santissima Volontà; onde presa da stupore ho detto: “Amor mio, mio Gesù, come è bello il cielo della tua Volontà! Come si sta bene sotto di esso! Oh, come è refrigerante e salutare la sua aria celeste!”.

E Gesù, stringendomi più forte a sé, mi ha detto: “Figlia della mia Volontà, ogni atto nella mia Volontà è un nuovo cielo che si stende sul capo dell’anima, uno più bello dell’altro. L’aria di questi cieli è divina e porta con sé santità, amore, luce, fortezza, e contiene tutti i gusti insieme; perciò si sente l’aria balsamica e dolce. La mia Volontà nel cielo è confermante, beatificante, e penetrante ovunque, trasformante, divinizzante tutto in sé. Invece, nell’anima che possiede questi nuovi cieli della mia Volontà in terra, è operante, e mentre opera, si diletta di stendere nuovi cieli. Sicché la mia Volontà lavora ed opera [più] nell’anima viatrice che nella celeste Gerusalemme; là, le opere dei santi sono compiute, non resta altro da fare; qui, poi[1], la mia Volontà tiene sempre da fare nell’anima in cui Essa regna. Perciò vuole tutto per sé, né vuole lasciare alcun atto alla sua[2] volontà umana, perché vuol fare molto, e ad ogni atto che cedesse all’umana volontà, mancherebbe di stendere un cielo in più e sarebbe una sua opera di meno… Ah, tu non sai ciò che succede nell’anima, quando dà tutta la libertà alla mia Volontà di operare in essa.

Immaginati il mare, quando incalzano tanto forti ed alte le onde, che la loro forza trasporta anche i pesci su, in alto, in modo che si possono vedere in quelle onde, sollevati dalla forza della tempesta, la quale li fa uscire dal fondo del mare, dal loro giornaliero soggiorno, per elevarsi[3] in alto insieme alle onde; le onde li hanno travolti, ed [essi] non hanno potuto resistere alla loro forza, mentre senza la forza delle onde in tempesta non sanno uscire dal loro lido. Oh, se il mare avesse una forza senza limiti, farebbe uscire tutta l’acqua dal suo letto, formando onde altissime, e tutti i pesci travolti in esse, allora verrebbero tutti fuori. Ma ciò che non può fare il mare, perché limitato nella sua forza, lo fa la mia Volontà. Come fa suoi gli atti dell’anima in Essa, vi forma le onde eterne, ed in queste travolge tutto, e si vedono in queste onde ciò che fece la mia umanità, le opere della mia celeste Mamma, quelle di tutti i santi e tutto ciò che fece la stessa Divinità; tutto viene messo in moto. La mia Volontà è più che mare: le opere nostre e quelle dei santi possono essere similitudine dei pesci che vivono nel mare.

Quando la mia Volontà opera nell’anima, ed anche fuori dell’anima, tutto ciò che c’è in essa mia Volontà, tutto si muove, si eleva, e tutte le opere si mettono in ordinanza, per ripeterci la gloria, l’amore, l’adorazione; ci passano avanti come in rassegna, dicendoci: ‘Siamo opere tue: grande tu sei e potente, perché così belle ci hai fatto’. La mia Volontà racchiude tutto il bello ed il buono, e quando opera nulla lascia indietro, per fare che nulla manchi, in atto alcuno, di ciò che è nostro, per fare che sia completa la nostra gloria; e nulla c’è da meravigliare, perché è l’operato eterno che si svolge nell’ani­ma. Perciò, l’operato della mia Volontà si può chiamare onda eterna, che travolge cielo e terra come in un punto solo, e poi si diffonde su tutti come portatrice di un atto divino, che in sé contiene tutti gli atti divini. Oh, come ne gode il cielo quando vede operare nell’anima l’eterna Volontà! Poiché, essendo confermate le loro[4] opere nel­la Divina Volontà in cielo, veggono scorrere le loro opere in quell’atto divino e si sentono duplicare la gloria, la felicità, le gioie.

Perciò ti raccomando, giacché sei la Piccola Figlia del mio supremo Volere, che in ogni tuo atto [ti] lasci in preda delle onde eterne del mio Volere, affinché, giungendo queste onde ai piedi del nostro trono in cielo, pos­siamo sempre più confermarti per nostra vera figlia della nostra Volontà, e possiamo concederti rescritti di grazia a pro dei tuoi fratelli e dei nostri figli”.

 



[1] invece

[2] della creatura

[3] elevarli

[4] delle anime beate