17° Volume - Gennaio 4, 1925 (27)

“Ogniqualvolta ti disponi a vivere nel mio Volere, ti disponi a subire il martirio della tua volontà”.

Avendo compiuta tutta la giornata, stavo pensando tra me: “Che altro mi resta da fare?”. E nel mio interno mi son sentita dire: “Tieni da fare la cosa più importante: il tuo ultimo atto di fonderti nella Volontà Divina”.

Ond’io mi sono messa, secondo il mio solito, a fondere tutto il mio povero essere nella Volontà suprema; e mentre ciò facevo mi sembrava che si aprissero i cieli, ed io andavo incontro a tutta la corte celeste e tutto il cielo veniva alla volta mia.

Ed il mio dolce Gesù mi ha detto: “Figlia mia, il fonderti nella mia Volontà è l’atto più solenne, più gran­de, più importante di tutta la tua vita. Fonderti nella [mia] Volontà è entrare nell’ambito dell’eternità, abbracciarla, baciarla e ricevere il deposito dei beni che contiene la Volontà eterna. Anzi, come l’anima si fonde nel supremo Volere, tutti le vanno incontro per comunicare in lei tutto ciò che hanno di beni e di gloria. Gli angeli, i santi, la stessa Divinità, tutti comunicano, sapendo che comunicano in quella stessa Volontà in cui tutto è al sicuro. Anzi, l’anima, col ricevere questi beni, coi suoi atti nella Volontà Divina li moltiplica e ridona a tutto il cielo doppia gloria ed onore. Sicché col fonderti nella mia Volontà metti in moto cielo e terra. È una nuova festa a tutto l’empireo. E siccome il fondersi nella mia Volontà è amare e dare per tutti e per ciascuno, senza escludere nessuno, così io, nella mia bontà, per non farmi vincere in amore dalla creatura, depongo in essa, [nella mia] Volontà, i beni di tutti, e tutti i beni possibili che in me contengo; ne può mancare lo spazio dove deporre tutti i beni, perché la mia Volontà è immensa e si presta a ricevere tutto... Se tu sapessi che fai e che succede col fonderti nella mia Volontà, ne spasimeresti di desiderio di fonderti continuamente”.

Onde dopo stavo pensando se dovevo o non dovevo scrivere ciò che sta scritto qui sopra; ma io non lo vedevo necessario, né una cosa importante, molto più che l’ubbidienza non mi aveva dato nessun comando di farlo.

Ed il mio dolce Gesù, movendosi nel mio interno, mi ha detto: “Figlia mia, come non è importante il far conoscere che il fondersi nella mia Volontà è vivere in Essa? L’anima che si fonde nella mia Volontà, riceve come in deposito tutti i miei beni divini ed eterni. Gli stessi santi fanno a gara per deporre i loro meriti nel­l’anima fusa nella mia Volontà, perché sentono in lei la gloria, la potenza della mia Volontà, e si sentono glorificati in modo divino dalla piccolezza della creatura.

Senti, figlia mia, il vivere nella mia Volontà sorpassa in merito lo stesso martirio; anzi, il martirio uccide il corpo, [mentre] il vivere nella mia Volontà importa che con una mano divina la creatura uccide la propria volontà, e le dà la nobiltà di un martirio divino. E ogniqualvolta l’anima si decide a vivere nella mia Volontà, il mio Volere prepara il colpo per uccidere la volontà umana, e vi forma il nobile martirio dell’anima. Ma per giungere a questo felice stato, volontà umana e Volontà Divina debbono fare lega insieme: una deve cedere il posto all’Altra, e la volontà umana deve contentarsi con [il] rimanere estinta sotto la potenza della Volontà Divina… Sicché ogniqualvolta ti disponi a vivere nel mio Volere, ti disponi a subire il martirio della tua volontà. Vedi, dunque, che significa vivere, fondersi nella mia Volontà? Essere il martire continuato della mia Volontà suprema; e a te ti pare poco e cosa da nulla?”.