17° Volume - Novembre 23, 1924 (22)

“Io, nel creare l’uomo, per conservargli la vita formai intorno a lui l’aria naturale per il corpo, l’aria della mia Volontà per l’anima”.

Continuo il mio stato di privazione di Gesù e di amarezze intense per la povera anima mia, e se alla sfuggita si fa vedere nel mio interno, è tutto taciturno e pensoso; ma però, ad onta del suo silenzio, io rimango contenta, pensando che non mi ha lasciata, e che la sua dimora in me continua ancora. E mentre la povera anima mia sta per appassire, la sua vista mi dà un sorso di vita, e qual benefica rugiada mi fa rinverdire..., ma per fare che? Per ritornare di nuovo ad appassire e sentirmi morire; sicché sto sempre tra la vita e la morte.

Onde, mentre nuotavo nel mare immenso del dolore di averlo perduto, il mio dolce Gesù si è mosso nel mio interno facendosi vedere in atto di pregare; io mi sono unita con lui nella preghiera, e poi mi ha detto: “Figlia mia, io, nel creare l’uomo, per conservargli la vita formai intorno a lui l’aria del corpo e l’aria dell’anima: l’aria naturale per il corpo, l’aria della mia Volontà per l’anima. Credi tu che l’aria naturale sola, perché aria, ha virtù di dare la respirazione all’uomo, la forza, l’alimen­to, la freschezza, la vegetazione a tutta la natura? Sicché l’aria, ad onta che non si vede, tiene tutto in pugno e si costituisce vita d’ogni essere creato, onde tutti sentono la necessità dell’aria, ed essa dovunque fa il suo corso, di notte e di giorno, penetra nel palpito del cuore, nella circolazione del sangue, dovunque... Ma sai perché con­tiene tanta virtù? Perché nell’aria fu messa da Dio tutta la sostanza dei beni che produce, cioè, la forza alimentatrice, respirativa, vegetativa e simili. Essa contiene co­me tanti semi di tutto il bene che racchiude.

 

Ora, se ci voleva un’aria per la conservazione di tutta la natura, ci voleva anche un’aria per la conservazione della natura spirituale, cioè per ogni anima; e la mia bontà non volle affidare né formare indirettamente un’altra aria per l’anima, ma la mia stessa Volontà si volle costituire aria per l’anima, e così, con tutta quella sostanza dei beni che essa contiene, potesse penetrare nel fondo dell’anima, come aria che invisibilmente tutto invade, e portarle l’alimento divino, la vegetazione, la virtù respirativa di tutto ciò che è dall’alto, la fortezza invincibile, la fecondità di tutte le virtù ed ogni bene... Ci dovrebbe essere una gara: il corpo a respirare l’aria naturale, l’anima a respirare l’aria della mia Volontà. Eppure, c’è da piangere! Se gli uomini si sentono mancare l’aria naturale, se la procurano con ogni sforzo, andando sugli alti monti; manifestano con dolore la mancanza dell’aria; la desiderano avidamente... Invece, del­l’aria della mia Volontà non si danno pensiero né dolore, ad onta che sono costretti ad essere come imbevuti dell’aria della mia Volontà. Ma quest’aria balsamica e santificatrice, non amata e respinta dalla creatura, non può mettere nell’anima i beni che contiene, ed è costretta a starvi sacrificata, senza poter svolgere la vita che Essa contiene. Perciò, figlia mia, ti raccomando, se vuoi che la mia Volontà compia in te i suoi disegni, respira sempre l’aria della mia Volontà, affinché come la respiri, viva in te la vita divina e ti conduca al vero scopo per cui fosti creata”.